Palermo, un ultimo test in crescendo: ma mancano ancora tre tasselli

Dopo diciotto giorni di ritiro in agrodolce, il Palermo che s’è dato da fare per non sfigurare contro l’Olympique Marsiglia (avversario di prestigio più per il nome che per il reale valore) non ha ancora fatto ricredere gli scettici. Eppure quanto visto in campo, soprattutto nella ripresa, è un evidente passo in avanti della squadra guidata da Davide Ballardini. Nulla di eccezionale, se si considera che manca meno di una settimana all’esordio stagionale, ma anche un sospiro di sollievo se paragonato alle prestazioni in Ungheria contro il Balmazujvaros e in Austria contro l’Al Wehda.
Il gioco non è fluido, con troppi palloni “rimbalzati” tra i piedi onesti di Gazzi e quelli ancora poco educati di Hiljemark. Un centrocampo così, di riflesso, ha costretto l’attacco a vivere di giocate individuali. Quelle che Carlos Embalo sa e può garantire, tant’è che il gol è una sua invenzione; così come Accursio Bentivegna, che ha sostituito l’infortunato Trajkovski e s’è messo in luce dopo qualche minuto d’affanno. Non è invece così che può giocare Ilija Nestorovski, professione centravanti vecchia scuola con scarsa propensione al prendersi la palla fuori dall’area di rigore. Inutile sottolineare come in un attacco che vive di individualità, il lavoro oscuro di Nestorovski abbia dei pregi e dei difetti: da un lato apre spazi agli esterni col suo gioco di sponda, ma dall’altro non crea pericoli al centro dell’area di rigore, quello che in teoria sarebbe il suo pane quotidiano. Contro l’Olympique Marsiglia, di fatto, non ha toccato un pallone negli ultimi sedici metri. Troppo poco per sperare che sia lui il bomber a cui affidarsi per la salvezza.
Non è un caso che le due priorità sul mercato, quelle per cui Daniele Faggiano sta cercando di stringere in queste settimane, siano proprio un centravanti e un regista. La punta serve perché i vari Embalo, Quaison, Trajkovski e Bentivegna non possono garantire caterve di gol, il regista è una necessità perché non si può giocare sempre e solo in difesa e in contropiede. Anche quando, come contro i francesi, l’arma delle ripartenze s’è dimostrata letale. Questo grazie ad un pacchetto arretrato attento e ben organizzato. L’esperienza di Vitiello e Rajkovic (esordio senza macchia per il serbo) unita al talento di Goldaniga e al dinamismo di Rispoli e Lazaar (verosimilmente all’ultima apparizione in rosanero) ha consegnato al Palermo una difesa solida. Nessun rischio corso da Posavec nel primo tempo e solo qualche sbavatura nella ripresa, con gli ospiti in dieci e costretti ad inseguire.
Proprio in questa frazione conclusiva del match, Posavec s’è giocato una sufficienza che sembrava essere meritata. Un’uscita incerta con i pugni ad inizio gara non aveva affatto macchiato una prestazione senza infamia e senza lode, esaltata anzi dalla parata in tuffo su Khaoui. Pochi minuti dopo quel gesto atletico, però, ecco che il portierino croato conferma un limite già visto troppe volte nel precampionato: un errore, in un modo o nell’altro, lo fa. E come contro l’Al Wehda, è un’uscita bassa a coglierlo in fallo. Rigore e ammonizione, palla prima sul dischetto e poi in rete. Si può discutere sull’entità dell’intervento (Posavec esce dai pali per contrastare un tiro, non sulle gambe dell’avversario) ma non sull’avventatezza dell’uscita. Imperfezioni che a vent’anni vanno prese con le pinze e cancellate con l’allenamento, ma se la domenica si scende in campo per i tre punti pesano fin troppo. Prima che il ragazzo faccia la fine di Ujkani e di Agliardi, è il caso di intervenire con un estremo difensore di provata affidabilità da mettere alle sue spalle. Quello che voleva fare Rino Foschi, anche se alla fine aveva quasi portato in Sicilia un’altra incognita come Chichizola, ma soprattutto quello che vorrebbe Ballardini.
Tre ruoli in cui migliorare, praticamente l’intera spina dorsale della squadra, ma con meno timori rispetto a pochi giorni fa. Perché il 3-4-3 di Ballardini adesso inizia ad avere un senso, anche senza regista, e persino i giovanissimi di questo gruppo stanno dimostrando di poter essere delle valide alternative. Bentivegna, ad esempio, era quasi finito ai margini della squadra nel corso del ritiro. Se c’è un vincitore al termine di Palermo-Olympique Marsiglia, quello è proprio il fantasista saccense. Lui, Sallai (poco appariscente, ma fondamentale nell’espulsione di Zambo Anguissa), lo stesso Embalo e altri ragazzi pronti a giocarsi tutto con entusiasmo e incoscienza: il Palermo del secondo tempo con i rinforzi in quei tre ruoli potrebbe anche essere una piacevole sorpresa. Ad oggi, però, resta solo un’incognita.


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