Palermo, una vittoria ubriacante (ma senza alcolici). Le pagelle ironiche di A&F

FOTO PEPE / PUGLIA

Palermo – Genoa ci suscita ricordi, profumi, sapori e tradizioni da serie A ma soprattutto preoccupazioni per l’attuale serie B. Il Grifone è la classica corazzata costruita per ammazzare il campionato (triplo luogo comune in una sola frase per noi!). I rosanero ci ricordano, pirandellianamente, dei personaggi in cerca d’autore (spazio cultura? fatto!). Ed allora preferiamo sederci nel nostro solito seggiolino allo stadio – di cui il nostro amico Sandro lamenta giustamente e pubblicamente la “fitinzia” – senza neanche studiare preventivamente le formazioni, con la sana incoscienza di chi, non sapendo, può barcamenarsi tra il pessimismo della ragione e l’ottimismo del tifo. Noi speriamo solo che Corini, o perché è bravo, o perché ha studiato, o anche solo per culo azzecchi la formazione giusta e i giocatori facciano lo stesso. La partita promette spettacolo dai primi minuti. Al 1’ su una punizione dal limite l’esterno della rete ci da l’illusione del gol. Un minuto dopo è il Genoa a fallire incredibilmente una palla gol mostruosa sul solito buco della difesa rosa.

Noi cominciamo ad agitarci perché la partita è lunga, la serata calda e la tensione alta. Un mix devastante per i vostri provati e sofferenti cronitifosi. Al 21’ Di Mariano cicca malamente, solo davanti alla porta, un pregevole assist di Brunori al termine di una azione caparbia. Meno male che arriva il cooling break per evitare il nostro ingresso in campo con conseguente rischio daspo. L’arbitro ci mette anche il suo sventolando in faccia ai nostri un paio di cartellini gialli che confermano la nota frase di Oronzo Canà sulla semplicità e le certezze del gioco del calcio.

Tra il 30’ ed il 35’ il Palermo sfiora due volte il gol ma il portiere ospite, come avevamo già notato nel pre partita, è alto e grosso e chiude la saracinesca. Proprio in chiusura di tempo Pigliacelli non vuole essere da meno ed estirpa letteralmente dalla porta un pallone angolatissimo che già ci aveva fatto disperare. Si va al riposo in parità e noi, soddisfatti della prestazione dei rosa, decidiamo di evitare gli alcolici.

Il Palermo parte fortissimo e dopo un rigore reclamato e non concesso neanche dal Var sblocca la gara. Al 4’ Di Mariano si invola sulla sinistra e, dopo avere resistito a tutto quello che cerca di fermare la sua folle corsa, serve un assist a Brunori che arrivando da dietro trafigge il portiere genoano e fa esplodere la Favorita. Il Genoa non ci sta a perdere e spinge senza sosta. Noi speriamo nella classica azione di contropiede e nelle preghiere che recitiamo senza sosta. Al 16’ al termine di una mischia incomprensibile Pigliacelli salva sulla linea una palla che ancora ci fa tremare.

Poco dopo ancora il portiere rosa si erge a protagonista su una gran botta da distanza ravvicinata di Coda mentre al 32’ Ekuban replica l’errore del primo tempo e calcia fuori dopo avere bruciato tutta la difesa rosa. Noi teniamo seriamente per le nostre coronarie. Al 40’ Brunori ha la palla buona per chiudere la partita ma il portiere genoano compie un autentico miracolo con la “mano di ritorno”. Gli ultimi minuti scorrono lenti come un bradipo addormentato e la partita sembra non debba finire mai.

Pigliacelli si guadagna la palma di migliore in campo con due interventi strepitosi noi minuti di recupero di cui uno con una uscita senza paura. Il gol annullato al Genoa per fuorigioco allo scadere è la ciliegina sulla torta di una serata indimenticabile sconsigliata ai deboli di cuore. Finisce in trionfo sulle note di “Freed from desire” e noi ci associamo con il classico Forza Palerm0!

Pigliacelli 10 – Tutto quello che può parare in un modo o nell’altro lo para. Di mani, piedi, faccia, muso, naso, orecchie, le prende tutte. Quando non ci può arrivare lui è la fortuna a dargli una mano provvidenziale. Insuperabile.

Buttaro 7 – Nel reparto difensivo è di gran lunga il migliore, anche perché non si limita a coprire su ogni pallone ma spesso rilancia l’azione in maniera intraprendente. Stantuffo.

Nedelcearu 6 – Ha di fronte una delle coppie d’attacco più forti del campionato. Soffre come un matto ma riesce comunque a contenerli. Mestierante.

Marconi 6 – Anche lui soffre la velocità e la fisicità degli attaccanti rossoblu ma, dopo un avvio da brividi, prende le misure e finisce in crescendo. Rossiniano.

Mateju 6 – Pensa più a difendere che a spingere in avanti e spesso va in difficoltà ma oggi noi non bocciamo nessuno. Sei politico.

Segre 6 – Comincia a fare vedere le sue qualità con qualche buona giocata, come quella che avrebbe potuto procurare il rigore, ma deve osare di più. Timido.

Stulac 6,5 – Si occupa più della copertura che della fase di impostazione ma ha già le chiavi del centrocampo rosanero. San Pietro.

(dal 38′ s.t. Gomes) s.v.

Saric 6 – Il suo talento si vede ogni volta che ha il pallone tra i piedi, anche se ne perde qualcuno di troppo. Non può che migliorare. Fiduciosi (noi).

(dal 15′ s.t. Damiani) 6 – Entra e sa che ha un compito ben preciso: correre come un matto per mezz’ora. Lo esegue benissimo. Obbedisco.

Elia 7 – I difensori genoani se lo ricorderanno a lungo questo matto che si butta su ogni pallone cercando sempre di inventare qualcosa. Infaticabile.

Brunori 9 – Un gol da attaccante di razza, un assist al bacio al termine di una azione personale volitiva, una grande conclusione che solo un portiere eccellente riesce incredibilmente a parare e, soprattutto, una continua lotta a sportellate su ogni pallone contro difensori di categoria superiore. Indomabile.

(dal 44′ s.t. Vido) s.v.

Di Mariano 7 – Non avesse sbagliato malamente quel gol da due passi nel primo tempo il voto sarebbe stato ben più alto. Si fa perdonare con l’azione personale che vale la vittoria con cui stacca tutta la difesa rossoblu. Frecciarossa.

(dal 38′ s.t. Soleri) 6 – Quindici minuti, compreso il recupero, di corsa a perfidiato e lotta senza quartiere. Innesto.

Corini 7,5 – Trasforma il brutto anatroccolo di pochi giorni fa in un bellissimo cigno che ci fa già sognare. Ornitologo.