Segnali di risveglio ma la Juve è implacabile. I bianconeri calano il poker

La montagna, obiettivamente, era difficile da scalare. L’esame Juventus era proibitivo e, come da pronostico, il Palermo non è riuscito a superarlo. I bianconeri si impongono in casa per 4-0 ma, come avvenuto all’andata, il verdetto del campo penalizza oltremisura il Palermo. Che in generale non ha sfigurato al cospetto di una corazzata e che almeno per un’ora di gioco ha espresso un buon calcio. Incoraggianti, tutto sommato, alcuni segnali lasciati dalla “prima” del Ballardini-bis stagionale ma questi segnali non sono bastati per opporre una valida resistenza ad una squadra “insaziabile” (22 vittorie ottenute nelle ultime 23 giornate di campionato) e sempre più vicina al quinto scudetto consecutivo. Il cauto ottimismo alimentato dalla prova odierna, peraltro, viene ridimensionato dalla classifica e da una situazione precaria amplificata a cinque turni dalla fine dal penultimo posto alla luce del sorpasso effettuato dal Frosinone “corsaro” al Bentegodi contro il Verona. E’ vero, oggi ci sono stati dei miglioramenti rispetto alle ultime uscite (e c’era da aspettarselo considerando che si era toccato il fondo), ma nel frattempo la classifica piange e la comitiva rosanero si ritrova sempre più con l’acqua alla gola.
Capita, a volte, che quando una squadra nettamente superiore all’avversario non sblocca subito il risultato può andare in confusione. Capita, ma è molto difficile che succeda alla Juventus. I bianconeri erano consapevoli che, superato il primo ostacolo (cioè quello di passare in vantaggio spezzando l’equilibrio dell’incontro), la strada successivamente sarebbe diventata in discesa. E così è stato. Momento chiave, in questo contesto, il gol di Khedira (tornato a disposizione di Allegri dopo la squalifica), abile al 10’ a battere Sorrentino con una bella parabola di destro sfruttando un lancio smarcante di Pogba. Ci sono, in ogni caso, sconfitte e sconfitte e quella del Palermo è stata comunque “dignitosa” nonostante le ampie proporzioni che ha assunto il risultato. La squadra vista allo Juventus Stadium, schierata inizialmente da Ballardini con uno “iachiniano” 3-5-2, non si è fatta schiacciare e, come dimostra la parte centrale del primo tempo, è riuscita a dare del filo da torcere ai padroni di casa: nitide le occasioni non concretizzate prima da Trajkovski, poco reattivo a tu per tu con Buffon al culmine di un’azione rifinita da un ispirato Vazquez, e poi da Chochev. E’ una magra consolazione ma l’atteggiamento mostrato dai rosanero per alcuni tratti del match autorizza in vista del rush finale un po’ di fiducia. Ballardini ha preparato bene la partita e, al di là della netta differenza dei valori in campo accentuati dalla presenza dell’ex di turno Dybala al rientro dopo l’infortunio, ha dato comunque degli input positivi. Impensierire una formazione come la Juventus che in media concede uno o due conclusioni al massimo agli avversari è già un buon risultato. Il problema è che in partite come queste, contro un avversario come la Juventus (con Lemina al posto di Marchisio costretto al 15′ ad uscire a causa di un infortunio al ginocchio e molto pericolosa alla mezzora con una traversa colpita da Pogba complice una leggera deviazione di Sorrentino), devi essere bravo a capitalizzare le poche occasioni che ti capitano e il Palermo non lo ha fatto.
E il rammarico aumenta se si pensa che anche nella ripresa, frazione di gioco nella quale gli uomini di Allegri hanno messo il punto esclamativo con i gol di Pogba (tap-in sugli sviluppi di un corner) e Cuadrado (destro angolato imprendibile per Sorrentino), i rosa avrebbero potuto fare male se avessero mostrato in zona gol maggiore determinazione e furore agonistico. La Juventus non ha disputato la sua migliore partita ma, grazie ad una mentalità vincente, è riuscita ugualmente ad imporre la propria superiorità. E nel segmento finale, nel quale Ballardini ha dato spazio al golden boy La Gumina entrato al 72′ al posto di Goldaniga, i bianconeri hanno continuato a spingere sull’acceleratore trovando anche il quarto gol. La firma è quella di Padoin (subentrato a Khedira al 78′), lesto in zona Cesarini a battere Sorrentino con un diagonale di destro sul secondo palo.


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