Palermo, l’arma vincente di Inzaghi: le palle inattive fanno la differenza ​​

Palermo, l’arma vincente di Inzaghi: le palle inattive fanno la differenza

La prima missione di Inzaghi è stata quella di restituire solidità e certezze a una squadra che, lo scorso anno, si sfaldava alla prima difficoltà. Per raggiungere questo obiettivo, l’allenatore si è concentrato sulla fase difensiva, trasformando il Palermo nella miglior retroguardia del campionato. Difficile fare di meglio sotto questo aspetto: i rosanero concedono pochissimo agli avversari. Ci sono invece ampi margini di crescita nella fase offensiva.

Il valore dei dettagli

Prima pensiamo a non subire: con la qualità e l’organizzazione, poi, il gol arriva.” È stato questo il principio guida di Inzaghi in questo avvio di stagione. L’allenatore ha curato con attenzione maniacale i dettagli e, tra gli aspetti su cui lo staff rosanero ha lavorato di più, ci sono le palle inattive. Cinque dei nove gol segnati in campionato — sei su dieci, considerando anche la Coppa — sono arrivati da situazioni da fermo.

L’idea di fondo è stata quella di valorizzare ogni singolo episodio, anche una ‘semplice’ rimessa laterale. Inzaghi, forte della sua esperienza, sa bene che ogni dettaglio può fare la differenza, soprattutto in un campionato come la Serie B, dove le partite sono equilibrate e i margini d’errore minimi. Così il Palermo si è trasformato in una squadra concreta, capace di realizzare oltre la metà dei gol su palla inattiva.



Il Palermo colpisce da fermo

Il lavoro è iniziato già dal ritiro in Valle d’Aosta. Le rifiniture erano spesso dedicate ai movimenti sulle palle inattive, sia in fase offensiva che difensiva. Il processo è proseguito una volta tornati in città e i risultati si sono visti fin dalle prime partite ufficiali. Contro il Südtirol, il Palermo ha sbloccato la gara grazie a uno schema su calcio d’angolo: spizzata di Le Douaron sul secondo palo per Pohjanpalo.

Nella sfida con il Bari, la rete che ha aperto le marcature è nata da una rimessa laterale offensiva battuta da Augello in area di rigore; Le Douaron è poi stato abile a risolvere una mischia. Contro il Cesena, un’altra rimessa laterale — questa volta dalla destra — si è rivelata decisiva: la palla è arrivata ad Augello, che ha crossato al centro trovando Bani, salito in zona offensiva proprio per sfruttare la situazione.

La partita con lo Spezia ha rappresentato l’apice della pericolosità del Palermo sulle palle da fermo. Il primo gol di Pohjanpalo è nato da uno schema su punizione, mentre il raddoppio di Pierozzi è arrivato sugli sviluppi di un corner. Anche in Coppa Italia, la rete di Peda contro l’Udinese, che ha ravvivato il finale del match, è scaturita da un calcio d’angolo.

Serve più incisività su azione

Sei gol su dieci da palla inattiva: numeri tutt’altro che banali, considerando che ormai il 25-30% delle reti nasce da situazioni da fermo. Se da un lato va lodato il lavoro dello staff rosanero e dei giocatori, capaci di applicare con precisione quanto provato in allenamento, dall’altro restano ampi margini di miglioramento nella costruzione del gioco offensivo.

Il Palermo ha realizzato solo quattro gol su azione: due contro la Reggiana, uno con il Südtirol e uno contro il Bari. L’inserimento stabile di Palumbo nell’undici titolare e il ritorno di Brunori a livelli importanti sotto porta potranno contribuire a migliorare questo dato, che finora rappresenta l’unica nota un po’ stonata di uno splendido inizio di stagione.

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