Baccaglini, resta solo un tatuaggio sul cuore. Troppe promesse e nessuna certezza

Maurizio Zamparini rimarrà il protagonista assoluto, nel bene o nel male. Il patron friulano proseguirà nelle sue scelte, nei suoi eventuali e ormai famosi esoneri, nei suoi proclami entusiasti, nei suoi dietrofront, nelle sue aspre critiche ecc…Insomma, continuerà a fare quello che fino ad ora ha fatto. Senza crearsi troppi problemi, in fondo lui ha in mano tutto. Che ci piaccia o no. Ma a distanza di un giorno dal “fattaccio”, tra le tante domande ne sorge una non meno corretta e interessante. Perché, Baccaglini si è avventurato in una lista di promesse pur non avendo in mano nulla di concreto?

Se nel naufragio di una trattativa estenuante, durata ben quattro mesi, parte della colpa è attribuibile a Zamparini, non meno ne avrà Baccaglini. Almeno è lecito pensare questo. Tuffarsi a capofitto in un’avventura del genere senza avere le spalle coperte e sicurezza nei propri mezzi, è come gettarsi nell’oceano senza saper nuotare e sperare che dal punto nel quale ti trovi passi qualcuno possa salvarti. Non funziona così: se si fanno dei proclami, delle promesse, devi avere la certezza del traguardo. Altrimenti non si fa una bella figura. Detto ciò, non si vuole accusare Baccaglini di malafede e neppure pensiamo che abbia orchestrato una presa per i fondelli: però da questa vicenda nemmeno lui esce bene.

L’entusiasmo che ha esternato fin dal primo giorno è stato contagioso, ha rappresentato una ventata fresca nel deserto di un campionato deludente e deprimente. Le apparizioni pubbliche, gli elogi alla città di Palermo, le passeggiate per il mercato della Vucciria: tutto molto bello. Le promesse facevano sognare: un Palermo pronto a diventare grande dopo un anno di Purgatorio, le prospettive che sembravano gettare le basi per un ritorno in Europa – promessa mai fatta direttamente, giusto precisare -, un nuovo stadio di proprietà, un nuovo centro sportivo, la tourneé negli Stati Uniti, il brand rosanero in tutto il mondo…e poi quel tatuaggio. Un marchio indelebile sulla pelle, il segno che tutto il suo entusiasmo era vero. Tutto sfumato venerdì sera, se non ci saranno ulteriori sorprese (poco prevedibili).

I palermitani sognano sempre in grande. Bastano poche parole per “girare” interi film. Alle promesse ci teniamo e se non vengono rispettate ci rimaniamo male. Baccaglini ha avuto l’unico torto di spingersi troppo oltre, forse sicuro che tutto sarebbe andato bene, a dispetto dello scetticismo diffuso. Ma l’ottimismo a volte è una strada senza uscita. E così le visite al sindaco, i progetti, le idee: perché esporsi così tanto? Non conosceva l’imprevedibilità di Zamparini? Forse sarebbe stato meglio temporeggiare e invece ha accettato subito quella scomoda carica di presidente che – alla luce dei fatti – non gli è servita nemmeno per scegliere ds e allenatore. Ha sempre comandato Zamparini. A Baccaglini possiamo riconoscere la voglia di far rinascere il Palermo, di volerlo salvare dalle sabbie mobili. Tutta roba rimasta lettera morta. Aspettiamo una sua legittima replica ma intanto l’unica cosa che gli resta da fare è rassegnare le dimissioni da presidente. Della sua avventura palermitana gli resteranno l’affetto dei tifosi, l’indiscutibile bellezza della città che sa ammaliare gli stranieri come poche e un tatuaggio nel petto, ormai un po’ indigesto, che servirà a ricordargli un’esperienza comunque intensa.


2 thoughts on “Baccaglini, resta solo un tatuaggio sul cuore. Troppe promesse e nessuna certezza

  1. Leggendo questo articolo mi sono reso conto come di tutta questa storia non abbiate capito nulla e mi chiedo come sia possibile che anche un bravo e navigato professionista come Guido Monastra si sia fatto prendere in giro non comprendendo che è stata tutta una messinscena orchestrata da Zamparini con la collaborazione di un modesto attore come Baccaglini!!!!

  2. Ma di quale tatuaggio indelebile si parla? E’ una di quelle decalcomanie che si applicano sulla pelle dei bambini per farli sentire grandi! Che schifo tutto questo ciarpame.

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