Bari-Palermo 2-2 PAGELLE/ Santana e Kanoute i migliori; Odjer male
La migliore partita del campionato per personalità e qualità del gioco. Ma non è bastato contro un Bari in confusione, capace di rimontare in un finale caotico. Il Palermo si è perso negli ultimi minuti (ci sarà da approfondire le dinamiche dei cambi operati da Filippi che non ci hanno convinto), vittima della stanchezza per le tre gare in una settimana, dell’orgoglio dei biancorossi e dell’infortunio di Almici che ha lasciato la squadra in dieci per infortunio (e non c’erano più “slot” a disposizione).
È un peccato perché la vittoria avrebbe avuto conseguenze positive, più sul morale (in prospettiva futura) che per la classifica: i playoff sono ormai scontati ma resta ugualmente amarezza per un risultato che il Palermo avrebbe anche meritato perché per un’ora ha giocato con intensità, intelligenza e geometrie che raramente avevamo visto in altre trasferte, anche in quelle che si erano vinte.
BARI (3-5-2): Frattali 4,5; Sabbione 5,5, Di Cesare 5, Perrotta 6; Ciofani 5 (dal 1′ s.t. Semenzato 5,5), Maita 6, De Risio 5, Rolando 6 (dal 13′ s.t. Mercurio 6), Marras 6; Candellone 5 (dal 13′ s.t. D’Ursi 6), Antenucci 4,5 (dal 13′ s.t. Cianci 6).
PALERMO (3-4-2-1): Pelagotti 7; Accardi 7, Peretti 6,5 (dal 15′ s.t. Lancini 5,5), Marconi 6 (dal 1′ s.t. Marong 5,5); Almici 6,5, De Rose 6 (dal 5′ s.t. Odjer 5), Luperini 6, Valente 6,5; Kanoute 7, Floriano 7 (dal 3′ s.t. Santana 7,5), Rauti 6 (dal 26′ s.t. Saraniti s.v.).
Pelagotti 7: Due parate all’inizio su conclusioni complicate. Un altro intervento molto difficile da compiere nella ripresa su conclusione ravvicinata di Marras sotto la traversa. Poi molta reattività anche nella ordinaria amministrazione. Incolpevole sui gol, provocati entrambi da deviazioni ravvicinate.
Accardi 7: Il Bari attacca soprattutto dalla sua parte e lui, al rientro dopo un turno di squalifica, deve faticare parecchio ricorrendo anche alle maniere forti quando è necessario (e si becca un’ammonizione sacrosanta già nel primo tempo). Mezzo punto in più per la sua capacità di fare il jolly, sacrificandosi per rimediare alle deficienze d’organico.
Peretti 6,5: Il suo primo intervento è un anticipo decisivo in scivolata che salva il Palermo. La circostanza lo galvanizza e recita il suo ruolo di centrale con buona personalità e concentrazione. Esce presto e non si capisce il perché.
(dal 15′ s.t. Lancini) 5,5: Si piazza centrale al posto di Peretti, era un ritorno in campo dopo due mesi. È sfortunato nell’azione del gol dell’1 a 2 perché è lui a deviare in gol la conclusione ravvicinata di Mercurio. Episodio sfortunato ma la sua partita non era stata affatto brutta.
Marconi 6: Più attento delle ultime volte. I tre difensori si “guardano” spesso, aiutandosi e coprendosi a vicenda. Esce nell’intervallo probabilmente perché è già ammonito.
(dal 1′ s.t. Marong) 5,5: Comincia male, facendosi superare da Marras, e Filippi lo sposta sul centrodestra dove fa decisamente meglio. Tatticamente (e anche tecnicamente) deve imparare ancora tanto ma fa tenerezza vedere con quale impegno e con quale entusiasmo cerca di dare aiuto al Palermo. Anche lui non è chirurgico in occasione del secondo gol del Bari, saltando a vuoto a centro area.
Almici 6,5: Sulla “sua” fascia c’è un traffico enorme. Anche lui deve rimboccarsi le maniche per assicurare copertura e garantire la fase di ripartenza. È in palla e tatticamente non sbaglia quasi mai: ha grande tempismo negli inserimenti e una personalità che in Serie C non è comune. Purtroppo deve uscire per infortunio nell’ultimo quarto d’ora.
De Rose 6: Bassissima la percentuale di passaggi riusciti ma al suo attivo può mettere un buon senso della posizione che garantisce filtro a centrocampo e anche una conclusione dalla distanza che Frattali respinge a fatica. Cresce nella ripresa ma viene sostituito dopo un solo quarto d’ora.
(dal 5′ s.t. Odjer) 5: Entra a sorpresa e rileva De Rose anche nelle funzioni: gioca la mezz’ora più difficile del Palermo perché il Bari ormai attacca a testa bassa. Resta il sospetto che lui sia fuori posizione in occasione dei due gol. Non entra bene in partita.
Luperini 6: La sua posizione in campo è ancora poco comprensibile. Però rispetto ad altre partite corre il triplo e si guadagna anche importanti punizioni che fanno respirare la squadra. Oltre a correre combatte anche con un agonismo che non si era quasi mai visto.
Valente 6,5: Primo tempo in sordina, nel senso che fa poco movimento e si occupa principalmente di guardarsi indietro. Come già successo altre volte cresce alla distanza dove può “divertirsi” negli ampi spazi che gli lascia un Bari alla ricerca della rimonta.
Kanoute 7,5: Probabilmente la sua miglior partita dell’anno, fisicamente è straripante e questa volta è più decisivo nelle giocate. È lui a guadagnarsi il rigore ma prima e dopo fa tante cose buone, verticalizza spesso. Si perde un po’ quando entra in area di rigore avversaria. E cala fisicamente nell’ultima mezz’ora dove si sacrifica a fare il difensore aggiunto.
Floriano 7: Si prende la responsabilità del rigore e lo trasforma. Più a intermittenza rispetto a mercoledì scorso ma comunque positivo: le sue ex squadre evidentemente gli portano bene. Esce a inizio di ripresa, forse per problemi fisici.
(dal 3′ s.t. Santana) 7,5: La prima palla che tocca è un cross al bacio sul secondo palo; la seconda palla è il gol, figlio della sua classe e della genialità: vede il portiere piazzato male e lo beffa con un tiro preciso all’angolo. Con la partita in discesa riesce ad amministrare le energie fisiche. Il finale arrembante del Bari lo penalizza un po’.
Rauti 6: Più partecipe al gioco. Di conclusioni in porta neanche a parlarne (solo un colpo di testa all’inizio della gara) però sembra prendere confidenza con il ruolo di centravanti “finto”, è utile come punto di riferimento ed è meno egoista di altre volte. Si fa male nel finale e lascia spazio a Saraniti.
(dal 26′ s.t. Saraniti) s.v.: Quando entra il Palermo ha già smesso di giocare nella metà campo avversaria. Lui cerca di rendersi utile, la palla non la vede mai ma non si può fargliene una colpa.
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