Corini, col Brescia è sempre amore. Ma quella volta da ex, con Di Mariano…

FOTO PEPE PUGLIA

“Contro il Brescia non sarà mai una partita come le altre”. Non può che essere così per Eugenio Corini, che col Palermo chiuderà il girone d’andata nella città che lo ha cresciuto e lanciato nel mondo del calcio. Tanti anni legato alla società biancazzurra: quattro stagioni da calciatore e altre due (e mezzo) da allenatore. Corini ricorda con piacere quell’avventura ricca di emozioni, ma non accetta distrazioni: perché il suo Palermo ha un obiettivo ed è quello di “portare a casa il risultato migliore possibile”. 

Non sarà facile, però. Le avventure e le emozioni vissute sono state davvero tante e il ‘Rigamonti’ è praticamente casa per Corini. A Brescia ci è nato da uomo e da calciatore. Lì ha iniziato fra l’oratorio della Fionda Bagnolo e le giovanili della Voluntas, per poi passare al club biancazzurro, con cui esordisce a soli 17 anni contro l’Atalanta in Serie B. Tre stagioni che lo esaltano (soprattutto l’ultima, in cui segna 9 gol) e che convincono la Juve ad acquistarlo: decolla così la carriera del ‘Genio’, che poi verrà a scrivere la storia anche a Palermo.

Non è nato a Brescia da allenatore, invece, dato che ci è arrivato nel 2018, dopo otto anni alla guida di altre squadre. Ma ci sono voluti pochi mesi per vivere uno dei momenti più belli della sua carriera: la vittoria della Serie B nel 2019. “Emozioni forti” per Corini, che con la promozione ha ottenuto la chance di riscattarsi in Serie A dopo la precedente delusione col Palermo (dimissioni dopo 7 partite). Ma con Cellino non c’è intesa: prima viene esonerato, poi richiamato e infine cacciato di nuovo. Ed è questo il rimpianto di Corini, “non aver potuto concludere la stagione in Serie A”.

Nel 2022, Cellino è ancora ‘protagonista’ a Brescia e, anche se Inzaghi sta facendo bene in panchina, vuole cambiarlo. Per Corini è l’occasione di riprovare l’impresa promozione: prende a marzo la squadra al quinto posto, conclude la stagione con una sola sconfitta e accede ai playoff, eliminando il Perugia ai supplementari. In semifinale, però, c’è il Monza: la squadra di Corini va in vantaggio sia all’andata che al ritorno ma si fa rimontare due volte e viene eliminata dalla squadra che, poi, vincerà i playoff in finale col Pisa e andrà in Serie A.

Corini risolve così il contratto e “chiude un cerchio col Brescia”. Non chiude i rapporti, però: “So di aver lasciato qualcosa, io mi porto dentro il legame con la città, che ringrazio, e con la squadra”. Il feeling con la gente e con i colori biancazzurri, dunque, non è finito lì e ancora oggi è intatto. Per questo Brescia-Palermo sarà una “partita speciale”: ma non per questo Corini si farà condizionare dal suo passato. Ha già dimostrato in passato di saperlo fare.

La prima volta che è tornato a Brescia da avversario, col Novara, Corini ha vinto 1-0 e, ironia della sorte, proprio grazie a un gol di Di Mariano, il suo esterno oggi a Palermo. Ironizzando sui suoi successi da avversario ha detto: “Mi porta anche bene con i risultati, l’ultima volta qui da giocatore vinsi col Palermo”.

Il ‘Genio’, però, è stato smentito qualche anno dopo, quando è tornato da allenatore del Lecce. Tre a zero per il Brescia. Il copione di Corini nel post partita, però, è stato lo stesso: ha spiegato cosa è andato storto in campo, alla sua squadra e alla sua impostazione del gioco, e ancora ha ribadito il suo amore per Brescia: “È la mia città, è sempre un’emozione tornarci. I bei ricordi di quello che è successo qui non si possono cambiare”.

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