Il grande equivoco: Palermo “sfila” il Rosario ma ci vogliono i rinforzi

Devo essermi perso qualcosa negli ultimi giorni. Dov’è finita la popolazione adorante, quella con la maglia rosanero tatuata che sottoscriveva abbonamenti a go-go, che pensava di vincere il campionato già a gennaio, che accompagnava partenze e ritorni della squadra con feste e balli, che ha fatto sentire dirigenti e giocatori semidei di un’isola felice (forse un’isola che non c’è)?

DISINCANTO – Nella partita più attesa della stagione, quella con l’Acireale, c’erano sugli spalti meno di 10.000 persone (mancavano all’appello almeno 5.000 abbonati), segno che l’amore sempre – comunque – dovunque è già molto scemato. E non mettete in mezzo la festa dell’Immacolata perchè in altri anni, più o meno recenti, ho visto ben altro trasporto in analoghe circostanze festive. Alla seconda sconfitta casalinga, nonostante i cinque punti di vantaggio sul Savoia, si sono sgretolate tante certezze: basta dare un’occhiata ai social, che leggo e studio per motivi di lavoro.

LEONI DA TASTIERA – Al tempo stesso (così mi faccio tutti nemici) vedo che sono tornati a galla i contestatori ad oltranza, quelli che non aspettano altro che una sconfitta per criticare tutto e tutti, ben al di là di ogni razionale disamina tecnico-tattica, alla ricerca di un colpevole da “crocifiggere”. Quelli che nel gergo vengono chiamati leoni da tastiera. Bentornati a Palermo, capitale della turbolenza emotiva, specie se si parla di calcio o di sindaci. È bastato poco per far cambiare atmosfera. L’equilibrio non abita a Palermo, meno che mai dopo la finale di coppa Italia, l’inizio della fine dell’era Zamparini. Che era il re di Palermo ed è diventato peggio della peste.

PREOCCUPAZIONI – Il Palermo nonostante due brutte sconfitte ravvicinate resta al comando della classifica con cinque punti di vantaggio. Come ho scritto qualche settimana fa, in tanti avrebbero sottoscritto questo vantaggio a inizio stagione. Ma siccome il vantaggio era molto più ampio sorgono preoccupazioni che, a scanso di equivoci, ritengo anche legittime. La domanda decisiva è: il Palermo è davvero una super potenza o solo una buona squadra di categoria che per vincere il campionato deve lavorare tanto e beneficiare di un ambiente compatto, dove l’equilibrio ambientale ha un valore imprescindibile? In tempi non sospetti (LEGGI QUI) ho scelto la seconda risposta, indicando la strada dei ritocchi sul mercato per puntellare una squadra che perfetta non è. A maggior ragione adesso che ha perso il suo capitano.

PERGOLIZZI – Leggo quasi dappertutto che la colpa è di Pergolizzi. Sui social “si sfila” il Rosario (come diciamo dalle nostre parti), tutti a ricordare che “io l’avevo detto che…” e ora in tanti contestano un allenatore che ha vinto 12 gare su 15. E le prime dieci, chi le ha vinte, lo Spirito Santo? Molti, ne ricordo nomi e cognomi, sono quelli che attaccavano Zamparini per la sua smania di cambiare allenatori dopo le sconfitte.  E quindi, ragionando con la testa e non con altre parti del corpo, voglio fare un’analisi sui fatti. Da uomo di calcio. Le principali critiche riguardano le esclusioni di Ricciardo e Kraja dalla formazione iniziale? Allora: Ricciardo era stato escluso anche nelle ultime due partite, vinte brillantemente contro Messina e Giugliano. Kraja non stava bene fisicamente e non poteva sopportare 90 minuti di gara: bisognava rischiarlo? È Kraja l’ago della bilancia, quello che può spostare l’esito di una partita? Finiamola. Poi? Quali altri immensi giocatori sono rimasti fuori dall’undici iniziale? Mauri che è l’alter ego di Martin? Crivello che non era in condizione di giocare? Lucera che non ha indovinato una giocata? Ficarrotta che è già stato “processato” dal “tribunale del tifo” dopo l’espulsione del mese scorso? O Rizzo Pinna, che pur senza giocare, è già stato battezzato come fenomeno? Pergolizzi avrà anche sbagliato qualcosa ma mica è diventato pazzo….

ORGANICO – E allora sarebbe opportuno riflettere sull’organico che offre pochi ricambi di valore ai cosiddetti titolari. Fino a prova contraria, continuo a pensare che questa squadra ha i mezzi per vincere il campionato ma non certo per “ammazzarlo”. Se si vuole un margine di sicurezza ulteriore devi intervenire sul mercato, trovando almeno un giocatore per reparto. In attacco non può bastare il solo Ricciardo (peraltro nel “mirino” di un paio di squadre pugliesi), a maggior ragione ora che si è rotto Santana e nella speranza che il dio del calcio preservi Felici anche da una semplice influenza; ci vuole un ricambio di qualità per Martinelli, che ha tirato la carretta e che adesso ha l’esigenza di rifiatare; in difesa probabilmente Lancini è stato sopravvalutato e non ci sono ricambi sugli esterni. Abbiamo fatto i complimenti alla società per il lavoro di “costruzione dal nulla” fatto in agosto. Ora però bisogna rifinire il lavoro, evitando di ripetere gli errori degli ultimi due anni (di serie B) quando il primato d’inverno ha “suggerito” di non intervenire, con i risultati che abbiamo visto e che hanno costituito l’anticamera del fallimento societario. Restare a guardare potrebbe essere rischioso.

L’ERBA DEL VICINO – C’è poi una abitudine tutta palermitana di guardare agli altri solo quando “conviene”, per supportare le proprie tesi. Savoia ed Acireale sono ottime squadre (l’avevamo detto in estate) eppure anche loro hanno perso punti per strada: il Savoia ha pareggiato con San Tommaso, Marina di Ragusa, Corigliano, Fc Messina, Biancavilla e ha perso con la Cittanovese; l’Acireale ha pareggiato con Marina di Ragusa, Fc Messina, Biancavilla, Nola e perso con Acr Messina, Roccella e Licata. C’era Pergolizzi su quelle panchine? Ce l’avranno anche il Savoia e l’Acireale qualche problemino?

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