L’urlo disperato: “Ma come min*** dobbiamo segnare?” Le pagelle ironiche di Amenta e Ferrara

pagelle palermo perugia

Arriviamo al fischio d’inizio stravolti da una notte insonne e da una giornata piena di ansia. La vittoria del Parma ad Ascoli ci ha consegnato una classifica provvisoria da incubo che nessun cocktail al mondo potrà mai farci dimenticare. Neanche il “moscow mule”, appena scoperto dal nostro amico Maurizio, e preparato dalle dolci manine di Paola con la vodka proveniente dalla riserva personale di Putin regalata a Salvini per ringraziarlo del suo sostegno.

GDS – PALERMO, ADESSO SI FA DURA

Il Palermo si schiera ad albero di Natale con Trajkovski a fare da classico regalo della nonna non gradito accanto a Coronado, la difesa a 4, tre centrocampisti e Nestorosvki unica punta.
A noi l’albero di Natale piace perché ci ricorda Guidolin, il whisky, la glicemia e i trigliceridi a palla, però guardiamo la formazione e ci chiediamo: ma come minchia dobbiamo segnare? La partita comincia subito male con un infortunio di Dawidowicz e, sul corner seguente, il Cittadella sfiora il gol con la difesa rosanero che lascia saltare l’avversario in solitudine. Serata che parte malissimo e mani nei Paesi Bassi per seguire il resto della partita. 

LE PAGELLE DI GUIDO MONASTRA

Entra Accardi e praticamente in panchina, come difensore, resta solo uno dei massaggiatori che aveva uno zio terzino in prima categoria. Poco dopo il Cittadella è costretto a un cambio forzato e tra sostituzioni, falli, infortuni e passaggi sbagliati si assiste ai peggiori quindici minuti della storia del calcio. Al 27′ si strappa anche Nestorosvki e capiamo che le mani in quel posto sono del tutto inutili ed è meglio spostarle, onde evitare anche noi qualche infortunio. Al 32′, quando già lo sconforto ha avuto la meglio e stiamo annegando nella ginger beer, il Cittadella prende prima il palo e poi costringe Pomini ad una grande parata. A quel punto apriamo direttamente la bottiglia di alcool etilico per evitare di pensare al proseguo della partita e del campionato. E rischiamo la fine dei bonzi accendendo sigari, sigarette e tutto quello che ci possiamo fumare nei limiti del lecito.  

GLI HIGHLIGHTS DEL MATCH

Arriva il fischio che segna la fine del primo tempo e ci rendiamo conto che da due mesi scriviamo solo di alcol perché di calcio se ne vede davvero poco. Il secondo tempo riprende come il primo con il Palermo che non accenna neanche a giocare. Al 13′ ennesima amnesia in difesa con miracolo di Pomini e successiva deviazione casuale che salva la porta per miracolo. Il Palermo non combina nulla per il resto della partita anche se in un paio di occasioni supera addirittura la linea di centrocampo. Poi fortunatamente rinuncia a giocare anche il Cittadella. A cinque minuti dalla fine segna il Frosinone e il Palermo viene raggiunto, scavalcato e a momenti preso pure a calci, lasciandoci senza più speranza.

TEDINO: “IO A RISCHIO? NON CHIEDETELO A ME”

L’arbitro fischia e si conclude la peggiore partita della stagione di una squadra che non ha mai avuto un gioco ma che non ha più neanche la testa e le gambe. Magari non sarà tutta colpa di Tedino ma di certo ormai non sembra neanche più in grado di dirigere il traffico dentro il parcheggio di un centro commerciale. Tanto vale cambiare, peggio di così sarà difficile fare. Good night and good luck vecchio malandato e rabberciato Palermo!

Pomini 7 – Un suo intervento miracoloso su colpo di testa ravvicinato e una botta di culo sul tiro carambolato sul palo ci consentono almeno di non perdere. Provvidenza.
 
Rispoli 5,5 – Ci sembra sfinito e ne sono la riprova i passaggi sbagliati, la corsa affannata e i cross sbilenchi. Spompato. 
 
 Struna 7 – Svetta su tutto e tutti e tiene in qualche modo a galla la squadra e, forse, il campionato. Ci prova anche in attacco nel finale ma non è cosa sua. Imperioso.
 
Dawidowicz s.v.  

(dal 10′ p.t. Accardi 6) – Come si dice con termine tecnico “fa il suo”. Onesto.

Aleesami 5 – Ci irrita più di una zanzara ronzante nel cuore di una notte estiva dentro una tenda da campeggio. Levatelo.
 
Murawski 5 – Purtroppo ci sembra che abbia già dato tutto quello che aveva. Il motorino inesauribile fino a qualche giornata fa è un ricordo più triste del concorso Miss “maglietta bagnata” del lido estivo quando tornavi a scuola a settembre. Pyrogi.
 
Jajalo 6 – Pure se palesemente in debito d’ossigeno e a ritmi degni di un liscio da balera padana non si arrende fino alla fine ma onestamente non ce la fa più. E si vede. Cotto.
 
Gnahoré 5 – Un inutile girare a vuoto e sempre in ritardo sia in chiusura che in fase difensiva. Riesce pure a farsi ammonire e verrà squalificato. Involuto.

(dal 39′ s.t. Chochev s.v.);

Trajkovski 4,5 – Ma siete sicuri che c’era in campo, visto che era indicato nel tabellino? Non pervenuto.
 
Coronado 5- Una delle peggiori partite della stagione per il brasiliano.  Sarà perché è stanco, perché non trova la collaborazione dei compagni, perché non può fare tutto lui o perché si è scocciato. Non lo sappiamo, fatto sta che senza Igor per il Palermo è notte fonda. Faro (spento).
 
Nestorovski 6 – Il voto più che alla prestazione (anonima) è un incoraggiamento per l’infortunio che ci ha letteralmente tramortito sul divano vista l’assoluta assenza di alternative in attacco. Torna presto.
 
(dal 29′ p.t. La Gumina 5) – Può bastare l’impegno e la voglia di fare per un centravanti di una squadra che lotta per la promozione? Sinceramente non abbiamo visto altro. Inadeguato.
 
Tedino – Infortuni, sfiga, emergenza, crollo fisico. Attenuanti in teoria ce ne sarebbero ma la verità è che il Palermo si sta liquefacendo nel momento clou del campionato e in questi casi la colpa è prima di tutto e in ogni caso dell’allenatore. Troppe occasioni buttate, troppi timori. Troppe formazioni cervellotiche o scelte scellerate o comunque, se una scossa serve, passa dalla sua sostituzione. Game over. 
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