Il declino di Milan e Inter, colossi in attesa di resurrezione
Le nobili decadute. Milan e Inter si giocano uno scettro. E non è quello per il primato in classifica o per entrare in Champions League. E’ quello per conquistarsi il sesto posto ( che garantisce i preliminari di Europa League) o al massimo quello di arrivare una prima dell’altra. Una sorta di primato cittadino, quando non c’è altro di meglio si punta a prevalere sulla diretta concorrente. “Sono arrivato” prima di te,e poco importa se la prima in classifica dista 25 punti. L’importante è arrivare davanti i cugini. Ci si accontenta. Fatto sta che la Milano calcistica non sorride. Tante cose sono cambiate. Milan e Inter rappresentavano l’elité del calcio italiano, adesso lo sono solamente per fama e non per risultati in campo. Le ere di Moratti e Berlusconi sono ormai lontani ricordi, adesso si parla il cinese e la lingua dei milioni.
La vera delusione, in fondo, è l’Inter. Suning avrà pure tante colpe, ma in estate ha speso. E anche tanto. Il vero errore, l’unico e macroscopico, è non aver dato una guida tecnica solida e unica in tutta la stagione. L’alternarsi di tre allenatori non ha giovato ad una squadra fragile, forse non costruita con tanta sapienza ma dalle altissime potenzialità. Prima Mancini, che lascia la squadra ad agosto. Si tenta l’azzardo De Boer, prontamente perso e anche miseramente. L’olandese non ha avuto la fiducia e la pazienza che meritava. Con Pioli l’Inter ha cambiato marcia, ha infilato un filotti di vittorie che lo ha portato a ridosso del terzo posto. Per qualche settimana si è sognato l’ingresso in Champions, poi l’amaro verdetto. Una serie di passi falsi, come quello di Crotone o di Firenze, hanno sentenziato che i nerazzurri dovranno sudarsi anche l’ingresso in Europa League. E una stagione senza coppe sarebe un fallimento totale.
Per il Milan invece il discorso è un po’ diverso. Le attese intorno alla squadra di Montella non era tante e così ambiziose. La squadra è stato quasi per nulla rinforzata, Montella è stato chiamato ad un lavoro super e in parte ci è riuscito. Dare un volto, un’identità e un gioco ad una squadra non di altissimo valore tecnico non era una missione da tutti. Montella ha fatto il massimo forte, è riuscito a portare a casa anche la Supercoppa Italiana vinta a Doha contro la Juventus. Il Milan ha fatto sperare e quando sembrava pronto a spiccare il volo ecco la batosta. Di nuovo giù, il k.o. contro l’Empoli dimostra quanto i rossoneri siano imprevedibili. La squadra di Montella ha dovuto fare anche i conti con una situazione sociatria confusa e che si è risolta solamente da poco. Un ostacolo in più.
I tempi in cui il derby valeva uno scudetto o una finale di Champions, i tempi in cui il Milan in Champions divorava tutti o l’Inter conquistava il triplete sono ormai lontano. Le nobili decadute confidano nei cinesi per ritornare ai fasti di un tempo, il DNA è quello di alzare coppe e non di rivaleggiare per un misero sesto posto. Si confida nelle risorse economica dei colossi orientali, Milan e Inter sono in attesa di una resurrezione sportiva.