Il mio grosso “pazzo” matrimonio rosanero: da… imbucata

Da bambina mi piacevano le bambole ma non disdegnavo il biliardino e l’album Panini delle figurine di calciatori, dato che il mio carissimo papà mi aveva trasmesso la passione per il calcio e per il Palermo in particolare. Questo mio amore fu favorito indubbiamente dal fatto che la squadra di quei tempi era veramente forte al punto che, grazie a un grande presidente e a un bravo allenatore, fu promossa in serie A. Renzo Barbera e Ninetto De Grandi sono ancora nel cuore e nei ricordi di molti tifosi palermitani per le forti emozioni che ci hanno trasmesso e per un modo di fare “d’altri tempi” che, soprattutto oggi, viene rimpianto frequentemente nonostante la squadra sia rimasta in serie A soltanto un anno. Ma si sa, soldi non ce n’erano e nemmeno i diritti televisivi di ora, e meno che mai le risorse economiche impiegate trent’anni dopo da Maurizio Zamparini.

Alcuni giocatori di quegli anni erano palermitani: fra questi Tanino Troja e Ignazio Arcoleo che naturalmente erano amati e osannati da tutti noi. Loro d’altra parte, amavano confrontarsi con i tifosi e non c’era allora quel distacco con i giocatori che caratterizza invece i tempi attuali. Io però ero troppo piccola per pensare di andare ad assistere agli allenamenti e tuttavia desideravo conoscerli da vicino e ricevere un bell’autografo da custodire fra i miei ricordi “sportivi”. Le mie compagne di classe sapevano di questa mia singolare passione e mi assecondavano accompagnandomi allo stadio con qualche genitore, o facendomi compagnia in qualche incursione nei luoghi ove sapevo poteva esserci qualche giocatore.

Una mattina, la mia compagna di classe Patrizia mi fece una bella sorpresa portandomi l’autografo di Ignazio Arcoleo su una piccola striscia di foglio a quadretti. Glielo aveva fatto avere Angela, allora ancora fidanzata del forte centrocampista, che frequentava il suo stesso parrucchiere. Ricordo ancora il nome di questo salone,”Ida”. E come potrei dimenticarlo se fu involontario tramite fra me e la fortissima squadra del Palermo? Fra una messa in piega e un’altra, infatti, venne fuori l’annuncio dell’imminente matrimonio fra Angela e Ignazio Arcoleo e la notizia mi fu immediatamente riportata da Patrizia, quasi si trattasse della rivelazione del terzo segreto di Fatima …

Sono sempre stata, per così dire, piena di iniziative ed è per questo che mi venne l’idea di chiedere alla mia compagna di indagare sulla data e sul nome della chiesa che avrebbe suggellato il sogno d’amore fra i due. Era la chiesa di S. Lucia di via Enrico Albanese, che in quel fatidico giorno naturalmente avrebbe ospitato tutti i giocatori del Palermo, anche perché il campionato era in corso. Insomma, per farla breve, pregai la mamma di accompagnarmi in quella chiesa per assistere al matrimonio di Arcoleo e lei mi accontentò perché a casa nostra la passione per il Palermo è sempre stata una cosa normale e da vivere insieme. Tra l’altro mia mamma non ha mai preso la patente di guida per cui quel giorno, dopo avere chiesto permesso all’Istituto ove insegnava, venne a prendermi a scuola col taxi e insieme a me, si sedette in una panchina della chiesa per assistere alla funzione religiosa fra parenti e amici degli sposi, per noi emeriti sconosciuti ovviamente, per il solo piacere di vedermi contenta.

La cosa più bella per me fu vedere tutti i giocatori allicchettati, in una situazione del tutto differente da quella del campo di gioco e ciò naturalmente mi inebriava e non poco. Tanino Troja e Sergio Girardi, bravissimo portiere di quella squadra, erano i testimoni di Arcoleo per cui potevo vederli bene dato che erano seduti ai lati dell’altare vicino gli sposi. Al termine della cerimonia, al momento del lancio del riso, mi appostai in posizione strategica vicino l’uscita per potere osservare da vicino i miei beniamini e in quei momenti mi sentii davvero una bambina privilegiata che poteva godere di un simile spettacolo. In seguito, la mia “passione” mi ha portato a rivedere Arcoleo e anche la moglie ma non ho mai trovato l’occasione per raccontargli questo episodio un poco “folle” che è sempre nel mio cuore e nei miei ricordi di bambina. Un atto d’amore mio verso i colori rosanero, allora come ora, ma anche un gesto di generosità e intelligenza da parte di mia madre che ancora oggi segue il Palermo con competenza e con interesse, condividendo con me le (poche) soddisfazioni e le (tante) delusioni che questo in atto produce.


9 thoughts on “Il mio grosso “pazzo” matrimonio rosanero: da… imbucata

  1. Ma quanti bei ricordi, Delia! Grazie di condividerli con noi. Sono il patrimonio emozionale del vero tifoso ❤️

  2. Bei tempi, bei ricordi, anche perché riguardano un “amico” con cui ho trascorso tantissimo tempo a casa “Ferrara” quando nacque il Palermo dei “picciotti”.

  3. La cosa bella di questi racconti è che si spingono sempre un poco oltre i meri fatti calcistici, ed è per questo che li leggo sempre con interesse.

  4. E’ un ricordo molto bello anche per me; avevo seguito tutti i preparativi della giornata e poi i commenti successivi… per giorni non avevi fatto che parlare di quel matrimonio… Fu una vera, bella emozione che sei riuscita a rivivere (e a fare rivivere a chi era vicino a te) con il tuo caratteristico stile narrativo: brillante, capace di coniugare attenzione ai dettagli e ritmo veloce

  5. Grazie Delia per un altro pezzo della mia infanzia che avevo dimenticato… Riesci a far rivivere un tempo che sembra così diverso dal nostro presente e lo fai con una certa ironia e con senso critico. .. Quello di cui oggi c’è più che mai bisogno.. Grazie

  6. La tua narrazione allo stesso tempo attenta e vivace trasmette tutto l’incanto e la poesia dei tuoi ricordi di ragazzina.
    Bravissima Delia!

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