Palermo, da Zamparini a Mepal e Alyssa: nuovi particolari dell’inchiesta

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Si arricchisce di nuovi particolari l’inchiesta su Maurizio Zamparini e sul Palermo calcio. Il Giornale di Sicilia riporta che secondo i pm “un gruppo organizzato di grande rilievo criminale” avrebbe offerto i propri servizi all’ex presidente rosanero e al collega dell’Udinese, Giampaolo Pozzo, per raggirare il fisco.

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L’inchiesta sul Palermo da parte del Nucleo di polizia economico – finanziaria e della Guardia di Finanza, nonostante le sue dimissioni da presidente e l’aver lasciato tutti i poteri operativi a Giammarva, è concentrata sempre su Zamparini. Il centro dell’indagine riguarda sempre l’affare Mepal, l’azienda fantasma che, grazie alla cessione del marchio, avrebbe consentito una plusvalenza da 26 milioni di euro.

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L’affare, scrivono gli investigatori, è stato realizzato grazie “al contributo di un gruppo transnazionale, composto da soggetti italiani e lussemburghesi”. Il gip, Fabrizio Anfuso, parla della “disinvoltura con la quale Zamparini ha condotto e portato avanti l’operazione Alyssa in spregio a qualsiasi legge dello stato“. La Mepal, che acquisisce dal Palermo la titolarità del marchio, appartiene allo stesso club rosa, che poi ne cede le quote a una società anonima di diritto lussemburghese, la Alyssa, partecipata dalla Kalika, riconducibile a Zamparini e amministrata da Jean Marie Poos e da Luc Braun.

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Entrambi sono indagati a Palermo ma anche a Udine. I magistrati friulani ritengono Poos e Braun prestanome di commercialisti italiani e svizzeri: Rossano Ruggeri e Domenico Scarfò. Inoltre, Alyssa non ha pagato alcunché per l’acquisizione delle quote di Mepal. Secondo i pm, Zamparini ha utilizzato Mepal come sorta di cassaforte e per prevenire ed evitare le iniziative del Fisco non aveva un conto in Italia.

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Anche la società di revisione dei bilanci della Palermo Calcio, la Baker Tilly Revisa, ha “mutato atteggiamento ed è oggi intransigente: dopo averne certificato per anni la regolarità, nonostante le numerose criticità e anomalie, si è rifiutata di apporre, nel marzo 2018, il proprio suggello alla relazione semestrale sulla situazione patrimoniale-finanziaria della società al 31 dicembre 2017, da trasmettere alla Covisoc per l’iscrizione al campionato, manifestando serie perplessità anche per l’assenza di sufficienti report informativi, sulle capacità sia di Alyssa, sia del fideiussore Gasda di rimborsare il debito al Palermo”.

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Gasda è un’altra azienda riconducibile a Zamparini, ha debiti per 202 milioni ed è stato chiesto il fallimento. Nell’affare Mepal-Alyssa ha fatto da garante.

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