Pagliara: “Catania iscritto, alla faccia di chi ci dava per spacciati”

“Alla faccia di chi ci dava per spacciati”. In attesa della conferma definitiva da parte della Covisoc, Fabio Pagliara (il rappresentante della Sigi) esulta per la presentazione di tutta la documentazione per la domanda d’ammissione alla prossima Serie C, si toglie anche qualche sassolino dalla scarpa e guarda già al futuro e al progetto da mettere in campo per rilanciare la formazione etnea, mettendosi a disposizione anche per eventuali nuovi ruoli futuri.

Pagliara scrive: “Finalmente si può dire, anche con un pizzico di orgoglio e di soddisfazione, affettuosamente “alla faccia” di chi ci dava per spacciati e preparava prematuramente il “necrologio”.
Catania iscritto al campionato di serie C (e chi pensava fosse scontato non ha ben chiara la situazione).
Matricola salva.
Titolo mantenuto.
Siamo dentro tutti i parametri. Tutti. I tecnici e i legali ci rassicurano su questo.
E noi aspettiamo fiduciosi e rispettosi la Covisoc. Semplicemente perché abbiamo rispettato le regole per iscriverci,
senza sconti né scorciatoie, cercando di dare una nuova credibilità al nome e al prodotto calcistico Catania. Una corsa ad ostacoli, alcuni ben visibili al momento della manifestazione d’interesse, altri spuntati come i funghi a partita cominciata.

La paura di metterci la faccia ma di non riuscire a centrare l’obiettivo è stata palpabile in certi momenti, anche a dispetto della straordinaria generosità dei valorosi soci della Sigi. Va messa in rilievo la grandissima professionalità di eccellenze catanesi come l’avvocato Augello (un bomber vero), l’ avvocato Sergio Cacopardo, la tenacia del presidente (ma specialmente ormai amico) Avv Giovanni Ferraù e la passione di tanti che ci hanno assistito e che sono stati presenti in questi mesi. Finalmente anche questa è passata. Ora mi sento felice e con la “coscienza a posto”. Anche in questo caso la gioia deve subito lasciare spazio alla razionalità: occorre scegliere e definire “senza se e senza ma” il modello organizzativo, la visione, le regole del gioco che debbano essere, gioco forza, in discontinuità con il passato.

Quello che penso è risaputo: azionariato diffuso che diventi poi “popolare”, società “glocal” (identità locale, visione senza confini), crowdfunding, marketing territoriale, alleanze credibili con partner nazionali e internazionali, attenzione assoluta alla trasparenza e al rispetto delle regole; massima delega e fiducia in Maurizio Pellegrino e nello staff che individuerà per la parte sportiva, struttura organizzativa di alto livello e cambio di strategia su Torre del Grifo, allo stato attuale sotto-utilizzato.

Governance e management basati sul merito e giudicata sul raggiungimento degli obiettivi: sei bravo e fai risultati, resti, sbagli e non raggiungi gli obiettivi, “grazie e arrivederci”. La grande forza della SIGI è stata quella di perseverare nel progetto anche quando tutti chiedevano il grande finanziatore, l’ennesimo padre-padrone che “ci mettesse i soldi”, oppure uno dei tanti faccendieri con le banconote del Monopoli, senza amore per la Città, pronto a “ricevere” e scappare. Dare solidità a questa idea di calcio fatta di responsabilità condivise può rappresentare una svolta epocale, perché non basterà il disamoramento del singolo a far crollare tutto.

Su questi presupposti non avrò difficoltà a scommettermi a prescindere dal ruolo (tema che non mi appassiona), altrimenti avrò fatto il mio e sarò stato utile per l’operazione salvataggio, cosa non da poco, e ci sarei comunque da catanese che ama Catania e il Catania.
Con coerenza e passione”.

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