Palermo 10 e lode: gioia infinita con tante dediche. Le pagelle ironiche di A&F

Una vigilia infinita. Una settimana che non passa mai. Tanti pensieri in testa. Il cuore che batte forte. Ma alla fine siamo qui. A giocarci un futuro che non ci sembra possibile. A inseguire un sogno che non vogliamo ancora considerare realtà. Di vigilie ne abbiamo vissute tante perché ormai siamo vecchi ma non ci abituiamo mai. E soprattutto noi ricordiamo solo le delusioni. Ma siamo ancora qua. Anche per chi non è più con noi. Ma oggi Salvo, Toti, Andrea e tanti altri come loro erano nel nostro cuore a seguire con noi la squadra più bella che c’è.

Tra gesti scaramantici, piccoli tic, vestiti e magliette che ci sembrano più fortunati ci accomodiamo per l’ultima della stagione in un Barbera splendido e gremito in ogni ordine di posti (ultimo luogo comune della stagione!). Sorprese non ce ne sono. Baldini sostituisce lo squalificato Damiani con Dall’Oglio e per il resto siamo i soliti. Giusto così. La partita è subito da cardiopalma e l’arbitro ci sembra sin dall’inizio poco lucido. Per non dire altro che vorremmo scrivere ma evitiamo.

Il Palermo la gioca a viso aperto. Senza paura. Come ha sempre fatto e come noi ci auguravamo. Verticalizza fino allo spasimo e trova spazi con Brunori che sta per segnare prima del quarto d’ora. I rosa giocano meglio e al 22’ arriva la svolta! Cross in area e tocco che ci sembra di mano. Rigore! Il Var conferma. Brunori se ne infischia del balletto di Donnarumma e infila un rigore perfetto: 1 a 0 per noi. Meritatissimo! Ora il Padova deve fare due gol per andare ai supplementari. I nostri eroi non si fermano e continuano a macinare gioco. Il Padova sembra solo una comparsa e quando arriva il fischio del primo tempo va negli spogliatoi a testa bassa.

Nel secondo tempo la musica non cambia. Forse il ritmo è solo un po’ più lento e meno forsennato ma sono sempre i rosanero a fare la partita e a fare ballare la samba al Padova. A un certo punto Perrotta finisce a terra in area e non si capisce che sia successo. L’arbitro va al Var dopo circa mezz’ora e butta fuori Ronaldo per una testata. Com’è e come non è… siamo pure in superiorità numerica! La partita del Padova di fatto finisce qui: perché se già in undici contro undici non ci aveva mai impensierito, figuratevi ora. C’è tempo per qualche bella parata di Donnarumma che riesce anche a farsi odiare dal pubblico del Barbera che gli dedica un affettuoso imperativo di quattro lettere ogni volta che tocca palla. C’è l’errore clamoroso di Soleri davanti alla porta, ma stavolta non si può criticare nessuno.

Si aspetta solo la fine e il tempo non passa mai. Il Padova resta in nove. È una disfatta. Li abbiamo surclassati in entrambe le partite. Quando arriva il fischio finale esplode una gioia repressa da troppi anni e comincia la festa più bella. È il trionfo di Dario Mirri che entra di diritto nella storia del Palermo. È il presidente della rinascita. Ha cominciato in serie D, ci ha messo tanto amore, ha fatto errori, ha subito una pandemia, ha rischiato il tutto per tutto, ha scommesso su Baldini, senza il quale non saremmo mai saliti. E oggi gli dobbiamo solo dire grazie. Grazie di tutto presidente.

Non sappiamo che futuro ci attende, se sarà grande come il recente passato o stellare come qualcuno spera. Per ora, permettetecelo, ci godiamo il presente. Dopo 3 anni di inferno, in vera e propria solitudine allo stadio, con avversari improbabili e partite da incubo. Noi ci siamo sempre stati e ci saremo sempre, in qualunque categoria, perché il Palermo è il nostro grande amore e noi non lo abbandoneremo mai. Oggi andiamo via dall’inferno e davvero usciamo a riveder le stelle!

Massolo 10 – Il Padova si fa vedere poco in avanti ma quando serve lui risponde presente con una sicurezza disarmante. Saracinesca.

Buttaro 10 – È uno di quelli su cui si può costruire il futuro. Ci piace la sua aggressività in fase di spinta. Pilastro.

Lancini 10 – Fa sentire subito i tacchetti agli avversari anche rischiando. Rissoso.

(dal 1′ s.t. Perrotta) 10 – Risulta decisivo perché si becca una testata che lascia il Padova in dieci e spegne definitivamente le velleità degli ospiti. Picchiato.

Marconi 10 – Anche se la partita fosse durata 300 minuti non lo avrebbero mai superato. Duracell.

Giron 10 – Si impossessa della fascia sinistra e non la lascia più, tant’è che crediamo gli arriverà la cartella IMU. Proprietario.

De Rose 10 – Recupera, azzanna, rilancia, contrasta, pressa, verticalizza, carica. IronMan.

Dall’Oglio 10 – Becca subito una ammonizione che comunque non lo condiziona più di tanto nel lavoro di interdizione. Undercover.

(dal 1′ s.t. Odjer) 10 – Quando arriva persino a sfiorare il gol con due tiri da fuori, dopo una miriade di palloni recuperati, abbiamo cominciato a capire che era davvero fatta. Tignoso.

Valente 10 – Il solito incessante motorino su ogni pallone lanciato dalle sue parti, cui aggiungere alcuni recuperi in fase di copertura che abbattono ancora di più i patavini. Instancabile.

(dal 29′ s.t. Fella) 10 –  Oggi siamo generosi con tutti. Promosso.

Luperini 10 – I biancoscudati torneranno a casa convinti che il Palermo aveva schierato tre giocatori con la sua maglia e faranno ricorso. Mostruoso.

Floriano 10 – La sua trasformazione è la prova provata del miracolo compiuto dal mister nella testa dei giocatori e nella alchimia della squadra. Joker.

(dal 17′ s.t. Soleri) 10 – Quando entra dalla panchina è una sicurezza per la capacità che dimostra di aggredire le difese avversarie svariando su tutto il fronte d’attacco. Blitzkrieg.

Brunori 10 e lode – Il Palermo non aveva un centravanti così dai tempi di Luca Toni, e scusate se è poco. World Champion.

(dal 34′ s.t. Silipo) 10 – Anche lui si becca una pagella d’eccellenza per 15 minuti a buon ritmo. Positivo.

Baldini 110 cum laude e menzione – Questa finale è il simbolo dell’impronta indelebile con cui ha marchiato a fuoco la sua squadra: per come è stata giocata, controllata, dominata, vinta e stravinta. Capolavoro.

Mirri 10 e lode: È stato osannato, esaltato, criticato, deriso, citato in giudizio, fischiato, applaudito, riosannato. E lui in silenzio è andato comunque avanti, tra momenti bui, liti familiari e societarie, preoccupazioni terribili e gioie infinite. Noi possiamo solo dirgli grazie perché il miracolo di questa promozione è indissolubilmente legato a lui. Chapeau.

LEGGI ANCHE

LE PAGELLE DI GUIDO MONASTRA

LE DICHIARAZIONI DI BALDINI

LA GIOIA DI MIRRI DOPO LA PROMOZIONE

LA FESTA DEL PALERMO A SAN LORENZO MERCATO