Palermo dal secondo al sesto posto: nove gol subiti in appena 180 minuti

Tra il secondo e il sesto posto del Palermo ci sono nove gol subiti da film degli orrori. Tra il secondo tempo di Cremona e il primo di Brescia (180 minuti circa), gli uomini di Corini hanno subito la media di un gol ogni 20 minuti, un ruolino inaccettabile non solo per chi lotta per la promozione diretta, ma anche per una squadra da metà classifica.

Tra le tante domande che si pongono i tifosi rosanero c’è per forza di cose quella riguardante il reparto arretrato: il Palermo prende gol per errori dei singoli o a causa di una fase difensiva carente? La risposta, come spesso accade, sta nel mezzo e queste ultime tre partite fotografano alla perfezione la squadra di Corini con tutti i suoi difetti (non solo di questa stagione, ma anche della scorsa).

Non si può più lasciar spazio alla casualità: il Palermo ha troppo spesso degli approcci pessimi agli inizi di partita, che siano primi o secondi tempi. Tre dei nove gol presi dai rosanero sono stati subiti nei primi cinque minuti dell’inizio del tempo, vale a dire i due a Cremona (gli avversari erano uno in meno e sotto di due reti) e quello dopo 30 secondi a Brescia. Non essendo degli episodi capitati solamente in queste partite, si può benissimo dire che l’ingresso quantomeno “soft” in campo è una caratteristica del Palermo di Corini.

Il primo di questi nove gol, quello di Castagnetti, non ha un singolo colpevole ma è figlio di una fase difensiva troppo molle: il Palermo sopra di due gol e di un uomo permette alla Cremonese prima di calciare in porta e poi, sulla respinta, di effettuare due passaggi dentro l’area di rigore. Il secondo gol di Coda invece vede responsabile Aurelio, che invece di spazzare o semplicemente mettere in angolo fa scorrere la palla e poi subisce un tunnel da Coda che insacca.

In casa contro la Ternana i problemi del Palermo sono più atletici e offensivi rispetto a quelli difensivi: i tre gol subiti sono tutti responsabilità di Ceccaroni, protagonista di una serata storta che può capitare. L’esperto difensore si è fatto sorprendere in velocità nel primo e nel terzo gol, mentre nel secondo cade troppo facilmente dopo un contrasto di gioco, lasciando il via all’assist di Luperini.

A Brescia il primo gol nasce dall’ ingresso in campo senza criterio dei rosanero, che guardano il Brescia palleggiare e arrivare in area senza opporre resistenza fino al tacco di Borrelli. La seconda rete, quella di Paghera, è il ritorno del tiro da fuori, gli abbonati al Barbera ricorderanno le reti in sequenza di Canotto col Cosenza, Ciervo col Sudtirol e Reca con lo Spezia. Quelli erano tiri a giro, più belli da vedere, questo è invece un tiro più forte, in comune c’è il mancato pressing della difesa e la completa libertà di tirare.

Anche a Brescia c’è spazio per gli errori dei singoli: l’espulsione di Marconi che cambia la partita nasce da un retropassaggio folle di Lund dove il difensore si trova più che impreparato, mentre la rete del 3 – 2 vede Ceccaroni, subentrato, farsi sovrastare da Borrelli di testa (quest’ultimo ha tutto il tempo di prendere posizione). Si spera che l’autogol di Di Francesco – Nedelcearu metta la parola fine a queste gravi disattenzioni che stanno costando non solo la promozione, ma anche posizioni importanti in ottica playoff.