Palermo, due problemi strutturali: manca il bomber e la difesa è fragile
Andò a finire che pure Eleven Sports si siddiò della brutta prestazione del Palermo: nell’ultima parte della disgraziata sfida casalinga persa malamente dai rosanero contro l’Avellino, l’emittente che ci consente di seguire in streaming le partite della nostra squadra del cuore – quel “ci” è ormai omnicomprensivo di tutta la tifoseria da quando il Covid 19, anzi il Coviddi per dirla come piace a qualcuno vieta gli stadi al pubblico – ha deciso di fare le bizze interrompendo più volte la trasmissione delle immagini dallo stadio Barbera. Poco male, non ci siamo persi proprio nulla.
Potrei chiudere così, limitandomi a queste considerazioni scherzose per sdrammatizzare una sgradevole sconfitta. E sarei fortemente tentato di farlo, visto che in queste ore successive al pesante 0-2 casalingo del Palermo ad opera dell’Avellino ho letto lunghe e accorate difese pregiudiziali della squadra di Boscaglia che ho francamente trovato un tantino eccessive, anche perché le critiche sane e non strumentali fanno parte del confronto civile, sono più che salutari e, nel caso specifico, decisamente meritate.
Dunque qualcosa la aggiungerò: al mio caro amico direttore di Stadionews24 Guido Monastra ho promesso un pezzo del Vulcanico rosanero dopo ogni partita e voglio rispettare il mio impegno anche perché mi piace molto e mi diverte farlo. Condividendo tra l’altro a monte, lo dico subito per chiarezza, la saggia considerazione dell’altra mia cara amica Delia Romano: in questi tempi bui e densi di preoccupazione, pur con tutto l’amore e la passione che possiamo avere dentro per il nostro Palermo, non vale la pena farsi le budella fradicie per la sconfitta della squadra del cuore. Io la penso così, serenamente.
Venendo allo 0-2 di domenica, se dovessi seguire il filo di quanto ho scritto l’ultima volta – “contro l’Avellino vedremo di che pasta è veramente fatto questo Palermo” -, dovrei scrivere che la squadra di Boscaglia non è decisamente fatta di una buona pasta. Gli irpini, che mai nella loro storia avevano violato lo stadio palermitano, lo hanno fatto con una facilità imbarazzante contro una formazione rosanero apparsa inconsistente: è l’aggettivo che mi sembra più adeguato a sintetizzare quanto abbiamo visto in campo e non è stato un bel vedere, soprattutto non rassicurante in prospettiva futura.
Dice l’allenatore Roberto Boscaglia, non ho alcun motivo per non credergli: vedrete una squadra diversa. E’ facile credergli, soprattutto per quanto riguarda la preparazione fisica e la capacità di affrontare con le dovute energie, con le gambe e la testa giuste e con il recupero di qualche infortunato di troppo, i tanti avversari forti ed esperti che i rosanero troveranno sul loro cammino. Ci sarà da lottare e per farlo ci vogliono le risorse adeguate.
Al di là di questo, tuttavia, la mia esperienza e il mio modo di vedere il calcio mi suggeriscono che questo Palermo sembra avere, alla luce di queste prime prove sul campo, un paio di problemi strutturali piuttosto seri che potrebbero pesare molto sul rendimento della squadra in un campionato che, come abbiamo già visto con estrema chiarezza se mai avessimo avuto dei dubbi, è e sarà difficilissimo e pieno di insidie: 1) una preoccupante fragilità della difesa, che come era già accaduto a Teramo è stata infilzata con estrema facilità allo stadio Barbera dal forte Avellino non soltanto in occasione dei gol vincenti del palermitano D’Angelo e di Fella ma anche in altre circostanze senza conseguenze; 2) la evidente difficoltà, torno a usare la parola inconsistenza, in fase conclusiva, insomma l’incapacità di fare gol, cosa ancora non accaduta in tre partite giocate.
Si sperava, io lo speravo, che l’innesto di Gregorio Luperini, giocatore di talento che punta non è ma che ha dimostrato a Trapani di sapere andare in gol e aiutare i compagni a segnarli, avrebbe contribuito al risveglio offensivo del Palermo. Così non è stato, Luperini è apparso ancora lontano dalla forma migliore e per nulla integrato nella squadra; ma certamente migliorerà e darà quello che l’allenatore e i tifosi si aspettano da lui.
Ma il problema dell’attacco del Palermo non è Luperini: senza nulla togliere a Valente e Saraniti, ai giovani Lucca, Rauti e Silipo e all’esperto Floriano, al commovente Santana che giocherebbe anche con mezza gamba, all’organico rosanero manca la punta di peso, l’uomo dai tot gol certi e necessari per qualunque obiettivo, da una tranquilla salvezza in su. È un dato chiaro e lampante agli occhi di tutti. Senza fare gol e incassando gol evitabili nel calcio non si va da nessuna parte. Così è (se vi pare).
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