Palermo, Nestorovski: “Imito Toni per riscrivere la storia. Tifosi? Più di così… “

Un debito verso la città di Palermo. Ilija Nestorovski si racconta in una lunga intervista nel giorno del compleanno numero 117 del Palermo Calcio (l’1 novembre 1900 venne fondato l’Anglo-Palermitan Athletic and Foot-Ball Club), tra un Luca Toni da emulare e una storia da riscrivere: “Sono orgoglioso di tutto quello che ho fatto e non voglio fermarmi. Toni? Mi piacerebbe eguagliare i 30 gol che fece quell’anno. Voglio entrare nella storia del Palermo”.

Intervistato dalla Gazzetta dello Sport, Nestorovski (elogiato nei giorni scorsi anche da Gerry Scotti per la sua tera doppietta stagionale – a -3 da Luca Toni) non nasconde le prove ambizioni: “Capocannoniere? Per me è più importante la promozione, se vincere la classifica dei marcatori arriva come conseguenza, bene. Altrimenti fa lo stesso. In Croazia ho fatto due­/tre volte tripletta e doppietta, non c’è nulla di nuovo per me, sono abituato a segnare tanti gol, ma spero che i miei compagni inizino a segnare, ci sono grosse potenzialità, dimostreremmo ancora di più la nostra forza”

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Una rincorsa alla promozione iniziata forse solo dopo la sconfitta con il Novara: “Sono il capitano e il responsabile di questo gruppo. Dopo quel k.o. sapevamo che sarebbe iniziato il nostro campionato. Lì abbiamo capito che la B non è facile. Ho detto che se avessimo dato tutti il massimo i risultati sarebbero arrivati e così è stato. L’abbraccio a Tedino dopo il gol a Carpi è stato istintivo, avevamo sbagliato l’atteggiamento con il Novara e volevamo dimostrargli che eravamo tutti con lui”

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E sul fronte dell’impegno con la nazionale macedone glissa: “Lo so, ho pure saltato tre gare, una per squalifica, due per gli impegni con la Macedonia, ma voglio provare lo stesso, sarebbe fantastico. Sono però situazioni che dovranno discutere la società e la federcalcio macedone, io non posso fare altro che adeguarmi. Quando ho firmato con il Palermo sapevo che mi sarei misurato con difficoltà di un certo tipo. Per la fiducia che ho in me stesso, pensavo di riuscire a impormi. La punizione? Non le ho calciate prima perché nessuno me ne ha dato la possibilità. Sabato ho detto a Coronado che mi sentivo di fare gol. È andata bene”.

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E ai tifosi (ina poeta contestazione verso la proprietà) dice: “Non so cosa possiamo fare di più, siamo primi e con la migliore difesa del campionato, ce la stiamo mettendo tutta. Con più gente allo stadio potremmo fare, almeno, due­, tre gol in più a partita. Voglio aiutare questa società perché mi ha dato la possibilità di giocare in Serie A, sento di avere un debito da ripagare riportandola dove merita. Sfateremo anche il tabù della prima in classifica, siamo la squadra più forte di questo campionato e vogliamo restare in testa. A Pescara andremo per vincere”.

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