Palermo, Segre non si ferma più e ‘vola’ sulle orme di Giulio Migliaccio

La testa di Jacopo Segre è decisiva per il Palermo. Letteralmente. Le sue incornate sono ormai una delle armi più efficaci dell’arco di Corini, che non soltanto contro il Catanzaro hanno levato dai guai i rosanero, incapaci altrimenti di buttare la palla in porta. I colpi di testa vincenti di Segre, finora, sono stati 5 in campionato: 8 contando anche quelli di un anno fa.

Numeri straordinari, considerando il fatto che Segre li ha raggiunti in appena 54 partite. Per far capire la sua efficienza, basta fare un confronto con il Re dei colpi di testa: Giulio Migliaccio, che a Palermo ne ha segnati pure 8. C’è una differenza, però: Migliaccio, l’ottavo gol di testa, lo ha messo a segno il 22 gennaio 2012, alla 163esima presenza in rosanero.

Il peso dei gol dei due centrocampisti del Palermo, chiaramente, è diverso. Se da un lato Segre ha segnato soltanto in Serie B, Migliaccio non solo ha punito squadre di Serie A, ma ha anche risolto partite ‘storiche’ della storia rosanero, sia in Coppa Italia (come dimenticare quello in semifinale contro il Milan) che in Coppa Uefa (decisivo contro il Losanna).

Anche Segre spera di poter segnare con la maglia rosanero in palcoscenici di altissimo livello. E intanto, soprattutto grazie alle sue capocciate, sta contribuendo alla produzione offensiva del Palermo, con 6 gol realizzati che lo piazzano al secondo posto nella classifica marcatori di squadra. Tutti gol pesantissimi, arrivati nelle ultime fasi di partita (soltanto col Modena ha segnato nel primo tempo), quando Segre riesce a fare ancora di più la differenza per la sua straordinaria forza atletica.

Un aspetto che, anni fa, pure Migliaccio considerava fondamentale per fare la differenza di testa. Valter Vio, preparatore atletico del Palermo dal 2009 al 2011, diceva proprio che faceva tutti quei gol di testa perché era capace di saltare più in alto di tutti dall’inizio alla fine della partita, quindi “quando gli altri sono stanchi”. Poi, ovviamente, bisogna aggiungere ‘ingredienti’ decisivi: Migliaccio rispondeva dicendo che erano “l’esplosività e il tempismo”; Segre, invece, dice che è la “capacità nell’inserimento”. E alla fine i risultati sono quelli, straordinari.

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