Palermo, Stellone dorme ma Puscas è sveglio. Le pagelle ironiche di Amenta e Ferrara

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Ancora inebriati dalle fragranze tipiche delle migliori bitter delle midlands e dagli afrori di sudore e alcool dei locali più glamour della nightlife Gallese, ci sediamo sul divano abbracciati alla sciarpa dei Bluebirds del Cardiff City e una scorta di contrabbando Peaches and Cream IPA del Tiny Rebel di Westegate Street, in trepidante attesa di una doppietta del nostro nuovo idolo Victor Camarasa.

Appena inquadrano Serse Cosmi ci spaventiamo, ci risvegliamo bruscamente dallo stupor liquor in cui ci troviamo da circa una settimana e ci ricordiamo che per noi il calcio è principalmente sofferenza, i ritmi e lo spettacolo della Premier League restano un lontano ricordo e sopratutto che contro il Venezia si deve vincere altrimenti ci dimenticheremo anche di quel poco di fegato che ci è rimasto intatto. La difesa è rimasta a quattro, il centrocampo a tre, l’attacco a due e tre quarti e noi invece siamo sempre due cialtroni integrali, cronitifosi che recitano a soggetto, che non abbiamo mai capito cosa voglia dire ma ci faceva piacere scriverlo. Praticamente quasi nulla è cambiato rispetto alla scorsa settimana.

Il primo quarto d’ora è più noioso di una conferenza sull’importanza del congiuntivo nell’esercizio dell’azione politica e ci viene voglia di cambiare canale per vedere se c’è qualche documentario sulla vita sessuale dei coleotteri che ci pare di gran lunga più eccitante. Non è solo colpa del Palermo che ci prova a sfondare il muro sulla linea di porta del Venezia costituito da undici giocatori, due massaggiatori, un paio di spettatori e almeno un gondoliere con tutto il remo. Anche il Venezia, però, capisce che dall’altro lato non ci sono proprio dei fenomeni e così si scoccia di difendere, decide di provare a giocare un po’ e finiamo pure con il rischiare qualcosa. Quando ormai siamo già in fase “rem” il Venezia segna su una dormita collettiva del Palermo e una paralisi di Bellusci che non vede sbucare l’attaccante veneto. Tragedia totale.

Nel secondo tempo alla noia si aggiunge lo sconforto e ci gettiamo in un pessimismo cosmico che in confronto a noi Leopardi può fare il mental coach. Al 70’ riusciamo anche a sbagliare un rigore e ci spengono l’ultima luce in fondo al tunnel. I rosa continuano a pressare con la forza della disperazione e il portiere del Venezia non ferma il suo show facendoci impazzire. Al minuto 83 finalmente riusciamo a segnare con un colpo di testa di Puscas da vero bomber. Speriamo nell’assalto all’arma bianca ma il portiere veneto titolare, che pure di nome fa Vicario, para di tutto e quando alla fine Puscas riesce a sbagliare un gol fatto proprio all’ultimo secondo ci lascia con più rimpianti che pinte di birra bevute. Giusto per darvi una idea del nostro livello di sconforto.

Il Palermo si conferma squadra che resuscita i morti e c’è il rammarico per una partita che abbiamo cominciato a giocare quando ormai era suonata pure la campanella del pub che chiama l’ultimo giro. La classifica è sempre corta e ci attacchiamo a questo pareggio come una cozza sullo scoglio, perché i campionati si decidono anche per un solo punto. Certo che se la classifica resta corta così noi a fine campionato non ci arriviamo! Forza Palermo!

VENEZIA – PALERMO, GLI HIGHLIGHTS

Brignoli 6: Praticamente non fa nulla per tutta la partita se non raccogliere il pallone in fondo alla rete in occasione del gol subito e lanciare una serie di palloni in avanti alla disperata. Sei politico.

Rispoli 5: Si propone in attacco ma poi non “inserta” un passaggio, un dribbling, un cross manco se gli sparano. Alla fine gli stava riuscendo la cosa più incredibile con un tiro da 30 metri che esce di un soffio. Sarebbe stato troppo. Incompleto.

Bellusci 4: Soffre gli avanti veneti, si fa infilare come un pollo in uno spiedo in occasione del gol di Bocalon e rischia di farsi buttare fuori con una reazione spropositata dopo un fallo subito dallo stesso attaccante veneto per evidente incazzatura post-uccellamento. Fumantino.

Rajkovic 5: Anche lui sul gol non appare proprio reattivo e spesso e volentieri sembra che stia pensando ad altro anche quando la palla carambola pericolosamente nella zona di sua competenza. Distratto.

Aleesami 5: Non ci ricordiamo errori particolari ma neanche belle giocate, cross, accelerazioni. Praticamente non ci ricordiamo niente della sua partita. Anonimo Veneziano.

Murawski 6: Recupera mille palloni e le dà e le prende senza risparmio. Però non è che tutto sto movimento si traduca in qualche iniziativa offensiva degna di nota. Mobilità sostenibile.

Jajalo 6: Si muove al ritmo di Sid, il bradipo protagonista di Ice Age, ma alla fine è sempre dalle sue iniziative che nascono le giocate più belle o le azioni più pericolose della squadra rosanero, soprattutto dopo che si trova accanto qualcuno (come Falletti) che cerca di supportarlo dando velocità alla manovra e creando spazi offensivi. Insostituibile.

Chochev 2,5:  Perchè sia nella squadra titolare non lo capiamo ma ancora ancora possiamo accettarlo. Perchè continui a rimanere in campo per due terzi di partita è semplicemente inaccettabile. Non è un caso che il Palermo cambia totalmente appena lui esce. Basta.

(dall’11 s.t. Falletti) 6,5: Leggi la pagella di Chochev aggiungendo il “non” dove manca, sostituendo “in” con “fuori dal” e “esce” con “entra”. Enigmista.

Trajkovski 3,5: Vedi pagella di Chochev e aggiungi un punto in più in pagella solo perchè farlo partire da titolare forse ci poteva anche stare. Inguardabile.

(dal 32′ s.t. Moreo) 6,5: Il suo ingresso, come quello di Falletti, cambia il modulo tattico dei rosa ma soprattutto l’approccio alla partita mettendoci la sua prestanza fisica, soprattutto sulle palle aeree, la grinta e la voglia , e anche qualche bella giocata che avrebbe meritato maggior fortuna. In ogni caso poco dopo il suo ingresso il Palermo pareggia e avrebbe anche potuto vincere e già questo dice tutto. Cambista.

Puscas 7: I difensori veneti lo capiscono che è lui quello più pericoloso e gli stanno stretti e assiepati come la folla ai piedi del palco del Brewhouse di St Mary Street in un tranquillo weekend di paura. Riesce comunque a segnare con un colpo di testa in torsione in mezzo a svariate maglie di tutti i colori che ci evita incubi notturni da sconfitta nel Monday night. Peccato per quella palla gol fallita all’ultimo secondo che ci avrebbe costretto ad abbandonare la “dry week” appena cominciata per ubriacarci di brutto. Incornata.

Nestorovski 3: Il suo errore dal dischetto ci ha fatto ripiombare in un deja vu tristissimo: il rigore fallito da Coronado contro il Cesena appena un anno fa che alla fine ci è costato la promozione. Lo sapete che gli vogliamo bene ma questa proprio non possiamo perdonargliela. Psicanalista (per noi).

Stellone 4,5: La formazione mandata inizialmente in campo è chiaramente sbagliata nel modulo, in alcuni uomini scelti e anche nell’approccio complessivo alla gara. Raddrizza con le sostituzioni che alla fine cambiano la partita ma, per quello che si era visto prima e che si è visto dopo, avrebbe dovuto pensarci molto ma molto prima. Addormentato.

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