Palermo, tre ‘nodi’ da sciogliere: la sconfitta deve far riflettere ​​

Palermo, tre ‘nodi’ da sciogliere: la sconfitta deve far riflettere

La sconfitta, prima o poi, doveva arrivare. Quella di Catanzaro è stata pesante, non tanto per il risultato in sé quanto per la prima vera prestazione negativa della stagione. Un passo falso che non cancella quanto di buono costruito finora, ma che impone una riflessione: il Palermo ha ancora ampi margini di crescita e ora serve una correzione di rotta dopo la ‘virata’ iniziale che aveva dato entusiasmo e risultati.

Inzaghi resta fedele alle proprie idee e prosegue nel suo percorso. Quando il club ha deciso di affidargli la panchina, sapeva bene di puntare su un allenatore dal calcio “di battaglia”, concreto e intenso, perfettamente in linea con la natura della Serie B. Un approccio che lo ha portato a ottenere risultati importanti ovunque in cadetteria. Tuttavia, alcuni nodi stanno ancora frenando il processo di maturazione dei rosanero e dovranno essere sciolti per ritrovare continuità e identità.

Il calendario offre subito un’occasione per reagire. Al “Barbera” arriva il Monza, formazione che dopo un avvio complicato ha trovato equilibrio e risultati, sfruttando la qualità di un organico in gran parte da Serie A. È chiaro che in due giorni non si possono risolvere i problemi tecnico-tattici, ma Inzaghi – al di là del risultato – sarà chiamato a confrontarsi con tre questioni decisive nel medio/lungo periodo.



L’assenza di Bani si fa sentire

L’infortunio di Bani è stato un duro colpo per il Palermo. L’ex Genoa rappresentava il vero leader della retroguardia: trasmetteva sicurezza al reparto e personalità all’intera squadra. La sua presenza dava equilibrio e fiducia, permettendo a Pierozzi e Ceccaroni di sganciarsi in avanti con maggiore serenità, consapevoli di poter contare sulla sua affidabilità nei duelli individuali.

Peda è senza dubbio un difensore di valore, con prospettive importanti, ma la sua giovane età comporta inevitabilmente qualche errore e una certa discontinuità. In generale, il polacco ha sostituito Bani in modo più che dignitoso – anche se a Catanzaro ha mostrato qualche difficoltà – ma non può ancora offrire lo stesso contributo in termini di leadership ed esperienza. Dal punto di vista difensivo, tuttavia, ha ampi margini di crescita e la continuità in campo potrà aiutarlo a compiere un salto di qualità significativo.

L’assenza di Bani, oltre che sui calci piazzati a favore, si è fatta sentire soprattutto in fase d’impostazione. Il classe 1993 era, di fatto, il primo regista della squadra: sapeva trovare con naturalezza la verticalizzazione giusta, spesso senza dover ricorrere al supporto dei centrocampisti. È una caratteristica che Peda, al momento, non possiede e che limita la fluidità della manovra. Di conseguenza, il Palermo è chiamato a trovare nuove soluzioni per costruire dal basso, un aspetto che si lega al secondo nodo ancora da risolvere.

Ranocchia o Palumbo: chi costruisce?

L’assenza di Bani in fase di costruzione ha aumentato la necessità di avere il mediano sinistro che si abbassi per impostare l’azione. Prima dell’infortunio, Ranocchia aveva interpretato bene questo ruolo, garantendo equilibrio e pulizia. Al contrario, Gomes e Blin hanno mostrato maggiori difficoltà. Inzaghi ha quindi deciso di inserire stabilmente Palumbo tra i titolari, concedendogli grande libertà di movimento e affidandogli anche compiti d’impostazione, spesso partendo sulla linea dei difensori.

Nelle gare contro Modena e Catanzaro, però, la convivenza tra Palumbo e Ranocchia non ha funzionato a dovere. I due si sono spesso trovati nella stessa zona di campo, sovrapponendosi nei compiti di costruzione. Il lavoro che in precedenza era esclusiva di Ranocchia è stato in parte condiviso con l’ex Ternana, che abbassandosi troppo ha perso incisività tra le linee.

A Catanzaro, in particolare, Palumbo si è ritrovato spesso il più arretrato della squadra, lasciando vuoti in trequarti e rendendo sterile la manovra offensiva. Le cose sono migliorate nella ripresa, quando Inzaghi è tornato a un 3-4-2-1 più tradizionale, con Palumbo riportato nella sua posizione naturale, sulla trequarti di centrodestra.

Il ruolo di ‘tuttocampista’ aveva funzionato bene a La Spezia, proprio in assenza di Ranocchia, ma la presenza contemporanea dei due dal primo minuto ha generato un equivoco tattico. A pagarne le conseguenze è stato soprattutto Ranocchia, autore a Catanzaro della sua prova più opaca della stagione.

La dinamica di costruzione – pur nel rispetto del principio di verticalità, cardine della filosofia di Inzaghi – necessita ancora di alcuni aggiustamenti: al Palermo il possesso palla interessa relativamente, ma per valorizzare al meglio i propri interpreti serve maggiore chiarezza nei ruoli e negli equilibri.

L’eterna alternanza Brunori – Le Douaron

Finora Inzaghi ha seguito una logica precisa: Brunori titolare in casa, Le Douaron in trasferta. Una scelta dettata dal tipo di partita che il Palermo intende impostare, dal piano gara e dalle caratteristiche sia dei propri giocatori che degli avversari. Una gestione, sulla carta, coerente e razionale.

Tuttavia, questa alternanza sta finendo per penalizzare in modo eccessivo Brunori, secondo miglior marcatore della storia rosanero, che fatica a trovare continuità e condizione. La gestione del capitano, al di là del ruolo o della posizione in campo, lascia qualche perplessità: appare difficile per lui entrare nel ritmo giusto se non gioca con regolarità.

Le Douaron, dal canto suo, sta offrendo prove in linea con le proprie qualità – anche se a Catanzaro è stato tra i meno brillanti – ma Brunori resta un giocatore di un’altra dimensione, per incisività e peso offensivo. Quella che sembrava un’opportunità, ossia avere due attaccanti di livello da alternare in base alle esigenze, si sta trasformando in un’arma a doppio taglio. Nessuno dei due, infatti, sta riuscendo a esprimersi al meglio con continuità.

Alla fine, il Palermo solido, concreto e intenso immaginato da Inzaghi – quello che finora si è visto a larghissimi tratti – sta pagando proprio l’assenza dei gol degli attaccanti. E per una squadra con ambizioni di vertice, è un segnale che non può essere sottovalutato.

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19 thoughts on “Palermo, tre ‘nodi’ da sciogliere: la sconfitta deve far riflettere

    1. Vogliamo essere più realisti!? Questa squadra non ha un giuoco e forse ancora meno dei 3 precedenti campionati! Certo, i vari infortuni e problemi familiari di qualcuno, ha messo a dura prova la difesa un pò rivoluzionata, a centrocampo senza alcune pedina si fà poco filtro. Inzaghi deve trovare la formazione tipo, non deve adattare i giocatori agli avversari e cambiarla se si gioca in trasferta.

  1. Ottimo articolo, lo condivido, giocare con Ranocchia e Palumbo insieme costringe Palumbo a fare troppi rientri difensivi che lo limitano nella impostazione. Forse sarebbe meglio inserire Gomes che da più copertura al centro in modo che Palumbo debba occuparsi solo dell’impostazione e anche i quinti possano spingere di più. Infine Le Douaron è un buon rincalzo ma non può alternarsi così tante volte con Brunori che ha un guizzo per il gol che non ha nessuno (se fatto giocare come punta accanto a Pohjanpalo).

  2. Dopo la partita con lo Spezia e l’infortunio di Bani, con Magnani perso per i noti fatti, bisognava riflettere e cambiare modulo passando a una difesa a 4. Peda tornato dal prestito ha fatto progressi incredibili ma non è all’altezza dei due citati, le giovani seconde linee lasciamo perdere che è meglio, possono solo fare spezzoni di partita nella speranza di non fare cazzate come avvenuto a Modena. Vorrei anche sottolineare l’insistere su Ranocchia regista il quale non sa più come dircelo che regista non è, lo dice anche il numero di maglia che lui si sente un trequartista, ma sono due anni che chi siede sulla panchina del Palermo ci prova a cambiargli ruolo e sono due anni che gli fanno fare partite di m…a. Brunori invece da trequartista è un uomo inutile va messo in coppia con Pohjanpalo perchè è quello il suo ruolo come quello di Palumbo è dl trequartista dietro le punte, ruolo dove a Modena ha fatto faville, non che si pesta i piedi con Ranocchia a centrocampo. Se abbiamo bisogno assolutamente del ruolo di regista che Inzaghi convinca Osti e la società a comprargli Esposito o Hernani. Detto questo, a Pisa Inzaghi dopo le prime avvisaglie negative ha cambiato modulo, speriamo lo faccia anche a Palermo senza fare ancora esperimenti perché gli altri non aspettano.

  3. Nodi dei quali tutti o quasi abbiamo abbondantemente parlato mesi addietro. La precarietà fisica di Bani e l’assenza di un vero ricambio ad esempio. Ma anche la questione Brunori è stata discussa e non risolta. Infine il centrocampo: cosa aggiungere ? Ci ritroviamo con Ranocchia Segre Gomes e Vasic. Mi pare basti.

  4. Sul centrocampo, vero nodo, vorrei aggiungere che attendiamo ancora l’inserimento dell’unico volto nuovo , Palumbo. Sul quale allenatore e società hanno puntato . Non possiamo attendere altro . A meno che non ci si aspetti miracoli da Diakite a dx e Augello a sx .

  5. Mi piace parlare di calcio quindi lancio la mia idea . Io giocherei con una punta e Palumbo dietro . Con tre, sempre tre, centrocampisti. Quelli che abbiamo purtroppo. A mio avviso non reggiamo le due punte più il trequartista e Ranocchia tutti insieme. Mio parere naturalmente.

  6. come evidenziato nell’articolo ci sono dei nodi tattici ancora da risolvere che generano confusione. il ruolo di ranocchia si è capito, non tanto quello di Palumbo. in teoria viene schierato da trequartista ma di fatto si trova dappertutto tranne che sulla trequarti. lo vediamo correre per tutto il campo inseguendo la palla. questo vuol dire che neanche il filtro a centrocampo funziona, perché la palla lui non se la deve andare a prendere ma gliela devono dare. alla fine diventa una specie di 3511 dove va a pestarsi i piedi con ranocchia e dove tutti fanno tutto e nessuno fa niente. ma quello che spaventa non è tanto la confusione tattica o la prestazione orrenda di Catanzaro che, anche se non dovrebbe, può capitare, ma l’involuzione delle ultime 2-3 partite. un’involuzione purtroppo coerente con l’andamento degli ultimi 3 anni. se inzaghi ha in pugno la situazione, e non parlo di tattica ma parlo di “testa”, lo vedremo già dalla prossima partita, altrimenti sono dolori

  7. Ma sono solo io che da 2 anni credo che Brunori ha già fatto il suo tempo e non è più un attaccante da Serie B ??
    Se Inzaghi deciderà di giocare con 2 punte, allora è meglio che a gennaio la proprietà si rimetta nel mercato e compra un attaccante più forte di Pojanpalo.
    Dionisi è stato massacrato perchè non lo faceva giocare, ma dopo averlo reinserito tra i titolari mi dite che contributo ha dato ???
    ZERO !!!
    Non facciamo lo stesso errore dell’anno scorso e cominciamo a pensare che Brunori ormai è finito e serve altro, così come a centrocampo (ma quello è un altro discorso ancora più lungo).
    Saluti

      1. Pohjanpalo è forte, ma non credo che sia un pelino sotto Lautaro Martinez !!!
        Ci stanno altri attaccanti più forte del nostro, e servirebbe in caso di promozione in A, uno già pronto per la serie !!
        Saluti

  8. La sconfitta di Catanzaro non è stata causale poichè le prestazioni antecedenti contro Cesena,Modena,Venezia aveva evidenziato in maniera palese l’incapacità della squadra a fare gioco e di creare occassioni da gol.
    Mi auguro che la sberla in terra ciociara non sia minimizzata come un’inciampo ma che venga valutata in maniera oggettiva e seria in modo di poter risolvere i bug e non ripiombare nell’anonimato delle gestioni Corini e Dionisi.

  9. Brunori, ha delle potenzialità Enormi!
    E’ stato distrutto! da Dionisi.
    Come il suo predecessore, ha distrutto,
    tanti altri giocatori del Palermo, che pur di privarsene
    il Palermo, è obbligato a pagare stipendi! Che rendono ad altre squadre.
    Farlo giocare da trequartista è pura follia!
    Lui non rende! E noi giochiamo in dieci.
    Inzaghi, ha l’obbligo di farlo giocare Punta!
    (sempre se lo si vuol recuperare…! )
    Saluti.

  10. Tutto uguale da tre anni.
    Gioco nullo.
    Ritardo sulle seconde palle.
    Giocatori fuori ruolo.
    Mercato pessimo.
    Brunori ancora in rosa.
    Mah
    Cosa volete che cambi?

  11. Come i precedenti tre campionati, dopo circa cinque partite, finisce la benzina. Del Palermo delle prime due partite non c è traccia di pressing asfissiante recupero palla ribaltamento dell azione nell’ area avversaria. Chissà perché………….

  12. – Squadra con età media più alta
    – Assenza di giocatori veloci e che sappiano saltare l’uomo
    – Poca qualità a centrocampo con involuzione di alcuni giocatori che hanno paura di ricevere il pallone
    – Gioco basato sulla frenesia e poca lucidità, solo lanci lunghi

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