Perugia-Palermo, “la partita” di Baldini (che non ci sarà). E il ds Castagnini…

FOTO PEPE / PUGLIA

La possiamo definire la partita di Silvio Baldini? Certamente sì, anche se lui non ci sarà e chissà se la guarderà in Tv: anche perchè del “suo” Palermo ci sono ormai solo deboli tracce. Perugia – Palermo sarebbe stata la “sua” sfida, avrebbe avuto – con lui in panchina – un tasso emotivo molto più alto. La presenza in campo di Gregorio Luperini e quella in tribuna del ds Renzo Castagnini passano addirittura in secondo piano di fronte alla storia di Baldini con le due squadre, tutta racchiusa nell’arco di meno di un anno.

Baldini è un “clamoroso” doppio ex: è stato allenatore del Palermo dal 24 dicembre 2021 fino al 27 luglio 2022, poi quello del Perugia dal 20 settembre 2022 al 16 ottobre 2022. In quei due mesi senza incarico c’è di tutto e di più, in linea con il personaggio mai banale e poco prevedibile. Due dimissioni “a sorpresa” ma due storie decisamente diverse, che è quasi impossibile raccontare in poche righe. Lui sintetizzò in una frase. “Non sono pazzo, ho scelto la libertà”.

A Palermo Baldini aveva cominciato maluccio ma con il passare delle settimane era riuscito a trovare il bandolo della matassa, mixando accorgimenti tattici ad aspetti puramente emozionali e motivazionali (almeno due “sfuriate” post partita sono rimaste celebri), creando entusiasmo nel gruppo e conquistando una promozione insperata quanto meritata che ha salvato il Palermo dalle secche della serie C e da un futuro ancora incerto. Era l’eroe, riconfermato a furor di popolo.

Quelle dimissioni, un mese dopo il trionfo e mai sufficientemente chiarite, sono state probabilmente l’effetto di una sensazione sgradevole: quella di non godere più di totale fiducia e di vedere divaricare le strade con i progetti della nuova società, che pure aveva acconsentito ad alcuni rinnovi di contratto chiesti a gran voce dal tecnico. Compreso quello del ds Castagnini, che era nella lista dei partenti, ma che Baldini chiese a gran voce di riconfermare per dare continuità al progetto.

L’avventura di Perugia è durata meno di un mese. Baldini aveva accettato, a stagione già iniziata, la proposta del presidente umbro Santopadre. Il suo obiettivo? In cuor suo Baldini ha sperato di poter esportare il “modello Palermo”, creare una “famiglia” che avrebbe potuto fare cose importanti: non lo preoccupava l’ultimo posto in classifica, anzi aveva anche parlato di obiettivi ben più ambiziosi. Un’idea naufragata in fretta: tre partite e tre sconfitte ma soprattutto la convinzione che non c’erano le condizioni per creare un gruppo speciale. “Non era una famiglia. Quando non c’è famiglia, non c’è amore, non c’è passione”, disse qualche giorno dopo.

Nemmeno l’arrivo di Renzi Castagnini a Perugia (già da tempo nell’aria) è servito a rassicurare Baldini. E la coppia è… scoppiata. Sabato pomeriggio Castagnini ci sarà, a sperare in una vittoria del “suo” Perugia: di sicuro per motivi professionali, forse anche per uno spirito di rivincita. Il direttore, braccio destro di Rinaldo Sagramola, aveva ricostruito il Palermo della serie D e dopo la promozione in C aveva costruito, con alterne fortune, il telaio della squadra che poi ha conquistato la B attraverso un percorso tortuoso, accidentato ma anche fortunato. Sarebbe rimasto ma anche per lui, specie dopo le dimissioni di Baldini, non era aria.

Sono passati meno di sei mesi da quando Castagnini e Baldini costruivano il futuro: non è rimasto quasi niente. Nell’undici titolare c’è Brunori (e non è un dettaglio); nel gruppo ci sono ancora Marconi, Massolo, Buttaro, Lancini, Damiani, Valente e Soleri ma nel frattempo qualcuno di questi potrebbe andare via; e gli acquisti Devetak e Pierozzi sono già passato remoto. Il nuovo Palermo, nel senso della proprietà, ha già voltato pagina.

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