Rais (Savoia): “Nulla contro il Palermo. Campionato? Pronti a tutte le soluzioni”

Il futuro dei campionati secondo Giovanni Rais. Dopo aver guardato con curiosità alla sfida in ambito Esports tra Palermo e Savoia, il dg del club di Torre Annunziata dice la sua sul momento di emergenza nel nostro Paese e sottolinea come per ripartire sia indispensabile ripristinare le condizioni di sicurezza per tutti.

Rais sottolinea a Stadionews il suo pensiero: “Parto dal presupposto che in un’ottica nazionale il calcio (anche quello dilettantistico) può aspettare. La nazione in questo momento ha bisogno di altro. Detto questo, viviamo nell’incertezza di non sapere chi deve prendere le decisioni: cosa succederà, quando si giocherà, se si giocherà… La realtà è che siamo fermi e non possiamo fare altro che aspettare; basta aprire un giornale o un tg per rendersi conto che in questo momento non si può pensare ad una ripresa dei campionati. Le condizioni di sicurezza sanitaria al momento non ci sono. Poi, quando l’Italia sarà fuori pericolo, gli enti preposti dovranno pensare a come farlo finire o se dichiararlo concluso”.

Sull’eventuale conclusione di questo campionato commenta così l’ipotesi di giocare a porte chiuse: “Secondo me chi ama questo sport si fa ben pochi problemi di giocare a -2°C d’inverno o a +30°C d’estate, ma si può giocare solo se ci sono le condizioni di sicurezza e ciò non significa giocare a porte chiuse. Poi per me si può giocare anche a luglio o agosto, anche perché è ancora prematuro pensare che per il Savoia il campionato sia finito: il Palermo è primo, ma non ha la certezza matematica della promozione. Ma non vedo perché un virus si possa trasmettere tra gli spettatori e non tra i giocatori”.

Rais ribadisce: “Per tornare a giocare ci devono essere le condizioni di sicurezza: senza, temo si falserebbe il campionato, sotto tanti punti di vista. Bisogna fare i conti con le società che non hanno nulla da chiedere al campionato, a quegli imprenditori che avranno subito un danno economico… Tornare in campo senza le condizioni di sicurezza significherebbe fare giocare dei ragazzi con la paura (per loro ma anche per le famiglie nel caso dei giovani), spendere dei soldi inutilmente; non penso che questo possa giovare al movimento. Forse a gennaio o prima di gennaio ne potremmo riparlare… Probabilmente ci trascineremo a lungo i modi di vivere legati a questa emergenza, ma lo sport per poter riprendere deve ritornare quanto più possibile quello di prima, con un campionato che possa ancora dire qualcosa. Se dobbiamo giocare queste 9 partite falsate, tanto vale non giocarle”.

La proposta lanciata dal Savoia è quella di una doppia promozione per ogni girone di D in caso di mancata conclusione dei campionati. Rais sottolinea però anche un aspetto di carattere temporale e organizzativo: “Penso che la Lega non possa esprimersi prima del Governo, ma se stop definitivo deve essere, dovrà essere chiarito sotto ogni aspetto. Se noi giocassimo a luglio le ultime partite, ma (per ipotesi) la prossima stagione partisse a settembre… allora non ci sarebbero neanche i tempi per allestire la nuova squadra e trasformare una società in vista del salto in Serie C, nel professionismo. Uno può anche essere ‘pronto’ al salto di categoria, ma in un mese riformulare tutto sarebbe impossibile”.

In conclusione una riflessione sui rapporti tra i tifosi delle squadre e quelli ‘istituzionali’ tra Savoia e Palermo: “Seguendo un po’ le pagine del Savoia, noto segnali di distensione e soprattutto meno insulti tra i tifosi. E questo mi fa piacere. Per quanto riguarda i rapporti con il club rosanero, ribadisco: a suo tempo tesi una mano, posso dire che con loro non ho niente di personale, così come il mio presidente. Probabilmente quello è successo è stato anche un po’ frutto della diatriba calcistica, della polemica (a volte ad arte) che è anche il ‘sale’ del calcio. Ma da parte nostra non c’è nessun problema”.

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