Serie B, addio al “fattore casa”? Il Palermo si accoda al trend

Vincere davanti i propri tifosi: una “normalità” che sta forse scomparendo. L’edizione 2023/24 della Serie B presenta dopo 10 giornate dei dati clamorosi per quanto riguarda le vittorie casalinghe, le cui percentuali di avvenimento sono ormai pari (se non minori) a quelle dei pareggi e delle vittorie in trasferta.

Il Palermo, forte del suo pubblico e del Barbera, con un ambiente che dovrebbe mettere paura, non può far altro che accodarsi a questo trend: in casa sono arrivati appena 7 punti in 4 partite giocate, con due vittorie (contro Feralpisalò e Sudtirol), un pareggio (l’ultimo, in extremis contro lo Spezia) e una sconfitta (contro il Cosenza).

Quella rosa non è una squadra schiacciasassi, ma rimane potenzialmente al pari di Catanzaro e Venezia (10 punti in 5 partite) e dietro solamente al Parma (14 punti in 6 partite). In trasferta il ruolino di marcia è invece il migliore della categoria, con 4 vittorie e un pareggio delle prime cinque partite disputate.

Il Palermo così come molte altre squadre fatica a far valere il “fattore casa”. La sconfitta contro il Cosenza è quella che aveva aperto la sesta giornata di campionato, passata poi alla storia per non aver registrato neanche una vittoria casalinga: 6 pareggi e 4 successi esterni. A far clamore in quella giornata anche la sconfitta casalinga dello Spezia per mano della Reggiana, ma anche lo 0 – 3 del Como a Cittadella.

Le percentuali rispetto alle scorse stagioni sono scese vertiginosamente: usando il gergo dei bookmakers, il segno 1 è quello che viene fuori di meno in questa Serie B, con una percentuale pari a uno scarso 29,8%. Più alti “x” e “2”, entrambi al 35,1%. Un dato, quello delle vittorie in casa, in netta discesa rispetto alla passata stagione, dove il segno 1 ha chiuso con il 40,5%. Non a caso Frosinone, Genoa e Cagliari, le tre squadre promosse, sono state quelle con più punti conquistati.

Stupisce ulteriormente l’inclinazione a vincere meno nel proprio “tempio”, che sembra essere tutta italiana: analizzando i campionati di B delle altre nazioni non si può far altro che notare come le percentuali di successo tra le mura amiche tendano al 50%. In Championship (Serie B inglese) il segno “1” dopo 13 giornate ha la maggiore con il 44,8%, in LaLiga2 (Serie B spagnola) e in Bundesliga 2 (Serie B tedesca) si parla addirittura di 49,6% e 48,8%.

In Europa una volta su due la squadra di casa riesce a vincere, così come è sempre stato. In questa serie cadetta, invece, meno di una volta ogni tre partite. Una tendenza probabilmente dovuta a un livello omogeneo tra le contendenti, ma anche a un cambio di cultura: va defilandosi la filosofia del “fortino” da difendere, sostituita dall’identità che gli allenatori moderni trasmettono ai calciatori, che non deve cambiare a seconda dello stadio in cui si gioca.

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8 thoughts on “Serie B, addio al “fattore casa”? Il Palermo si accoda al trend

  1. Questo significa che fuori casa dove si gioca di rimessa senza la costrizione di costruire il gioco le squadre modeste fanno meglio.
    In casa si denota la mancanza di costruzione di gioco, aggravata dalla scelta di Corini di schierare Gones che tutto è tranne che un regista.

  2. Carissimo Dott. Monastra il mio commento ha poco a che vedere con l’articolo. Il Barbera cade a pezzi, fatevi portavoce tutti voi giornalisti Palermitani al Comune di lasciare la gestione dello stadio al City Group. Non ricordo se fecero tempo addietro un’offerta al Comune. Vi prego unite le forze per il bene di questa città. Basta con questo stadio Comunale che manco hanno i soldi per rattoppare nulla.
    Gaetano abbonato curva Nord.

    1. “manco hanno i soldi per rattoppare nulla”. Ma per l’aumento dei loro stipendi i nostri amministratori i soldi li hanno trovati subito (e tutti d’accordo, nessuno escluso). Per loro il concetto di “bene pubblico” è quello del “bene di nessuno” e l’azione preferita o dedicata è principalmente l’abbandono. Lo stadio, vista l’azione comunicativa svolta “dall’affare calcio”, è di fatto l’immagine, il biglietto da visita, di una città. Ma cosa importa dell’immagine di Palermo a chi, nell’amministrare, cerca soltanto un tornaconto personale? Difficile l’ipotesi della concessione a lunga durata alla Palermo FC, se quest’ultima, legata ai principi che regolano le strategie economiche del City Group, non è disposta a soddisfare quel “tornaconto personale” che muove ogni lento passo dell’amministrazione comunale (per non parlare di quella regionale). Un immobilismo specificatamente finalizzato che ostacola ogni possibile buona volontà d’iniziativa privata, compresa anche quella altrenativa di voler costruire un nuovo stadio. E’ questa la cultura politica della nostra isola e sono d’accordo con chi, in riferimento al centro sportivo, evidenzia che si è trattato di un “capolavoro”, nel senso di aver saputo approfittare tempestivamente del commissariamento di un comune della provincia.

  3. Io vivo in provincia di Torino e vengo giù qualche volta, ma quando vengo vado sempre a vedere la partita, tra pochi giorni verrò a vedere Palermo Cittadella, sono d’accordo con Gaetano, lo stadio versa in condizioni tremende la prego direttore faccia sentire la sua voce anche su questo aspetto fondamentale per una società come il Palermo

  4. D’accordo con voi, la gloriosa Favorita è arrivata dove doveva arrivare. Urge restauro, profondo. O dobbiamo aspettare una malaugurata tragedia?

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