Tifosi in “gara”, inno, problemi tecnici: Palermo ama a modo suo

Alla vigilia della sfida esterna con la Sampdoria, alla luce del rendimento del Palermo nelle ultime due partite casalinghe ove ha raccolto un solo punto, fra i tifosi si respira un clima di mal celata preoccupazione. Lo si percepisce, innanzitutto, dal ripetersi del leitmotiv dell’argomento riguardante la “gara” fra veri tifosi e non, argomentandola sul fatto che il vero tifoso è quello non occasionale e che non si allontana dallo stadio prima della fine della partita, cosa che è realmente accaduta al termine delle recenti gare casalinghe.

Altro nuovo argomento in voga sui social è quello relativo all’inno del Palermo che non ha mai entusiasmato i tifosi, nonostante fosse un buon brano di un autore importante, penalizzato probabilmente da un inciso troppo lungo. Tale è l’insoddisfazione per l’inno ufficiale che questo è stato soppiantato, nelle ultime due partite al “Barbera”, dal ritornello della canzone di Sergio Endrigo “Io che amo solo te”: bellissima, per carità, ma è davvero adatta a suscitare adrenalina nei giocatori?

Questi interrogativi aleggiano sul web e sembrano quasi soppiantare i dubbi di natura tecnica sulla squadra. Si tratta chiaramente di un fenomeno di spostamento psicologico delle cause di insoddisfazione dovuto alla delusione provata nelle ultime partite, tutti aspetti che in realtà celano il grande amore che i tifosi rosanero provano per la propria squadra del cuore e che si è manifestato in varie forme in occasione del 123esimo compleanno celebrato mercoledì.

L’importante è che non si smetta mai di amare e di sostenere il Palermo, per il resto a ciascuno il suo, di certo chi deve fare degli aggiustamenti tecnici e tattici con i giocatori a disposizione dovrà farlo ora se non vuole allontanarsi dal vertice della classifica.

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34 thoughts on “Tifosi in “gara”, inno, problemi tecnici: Palermo ama a modo suo

  1. “Tale è l’insoddisfazione per l’inno ufficiale che questo è stato soppiantato, nelle ultime due partite al “Barbera”, dal ritornello della canzone di Sergio Endrigo “Io che amo solo te”. L’attuale non è un inno, come non lo è il ritornello della splendida “io che amo solo te” di Sergio Endrigo. Anni addietro (epoca zampariniana) era stato indetto un concorso per donare al Palermo un inno che lo rappresentasse, ma non fu scelto alcun brano tra i vari proposti. Il motivo? Erano canzonette (indipendentemente dalla valenza di testi e musiche), ma nessuna aveva le caratteristiche che un inno deve possedere. Quali? Un testo semplice e breve ma dal profondo significato, una musica in grado di emozionare ed unire in un condiviso coinvolgimento, un arrangiamento trascinante nella commozione. Senza queste peculiari caratteristiche, non potrà esistere una composizione in grado di esser definita ed universalmente accolta, abbracciata, quale “inno”.

  2. L’inno del Palermo é orrendo, hanno fatto bene a toglierlo, per adesso va bene Sergio Endrigo, in attesa di un nuovo inno …..

    1. Sono d’accordo meglio un brano di una grande canzone anche se non appropriato che l’orrendo inno attuale!

  3. Cara Delia, tralasciando il fatto che in questo momento le divisioni della tifoseria rosanero abitualmente espresse dall’assurda “guerra dei cori” tra due settori della Nord sono concentrate su altri argomenti, io penso che la scelta di far risuonare le strofe più significative di uno dei brani più belli di Sergio Endrigo (e della nostra gioventù) sia ineccepibile e di grandissimo effetto. Ancor più da quando il testo della canzone scorre sui maxi-schermi. Al contrario, come hai puntualmente scritto, trovo che l’inno “ufficiale” di Analfino, orecchiabile e appropriato nel ritornello, risenta di un inciso troppo lungo e “arzigogolato” che andrebbe accorciato e adattato a “uso-stadio” togliendo le parti “basse” (..con te rinasceremo mille mille volte ancora…). Il problema è un altro: “Io che amo solo te” implica l’assoluta monogamia, dote che purtroppo manca alla maggioranza dei tifosi della nostra generazione. Che poi sono gli stessi che amano Endrigo e che non avrebbero alcun bisogno del “sostegno-karaoke”. Forza Palermo.

  4. Ma chi è quel genio assoluto che ha deciso per la canzone di Sergio Endrigo? No perché quella va bene per dare la buonanotte, non per caricare tifoseria e calciatori e per affrontare una battaglia sportiva. Se non avete buone idee allora copiatele dagli altri!

  5. Chi si lamenta della cosiddetta “mosceria” di “Io che amo solo te” evidentemente non ha mai ascoltato l’inno del Liverpool. Mi pare altresì chiaro che la teoria sulla monogamia esposta brillantemente dal “nostro” Vitogol trovi ampio riscontro in una tifoseria fatta di faccioli, occasionali e strisciati misti.

    1. Sciacquati la bocca prima di parlare di un inno che mette i brividi e che è stato persino inserito in un brano dei Pink Floyd

      1. Ti sbagli! You’ll never walk alone è stato scritto dalla coppia statunitense Rodgers e Hammerstein per il musical Carousel nel 1945. Successivamente è diventato l’inno del Liverpool. Il brano dei Pink Floyd ha un testo totalmente diverso che non c’ìentra nulla con questo.

        1. Se magari leggessi bene quello che ho scritto ti accorgeresti che non ho mai detto che i Pink Floyd hanno scritto l’inno del Liverpool. Ho solo detto che lo hanno inserito in un loro brano. E questo è incontrovertibile. Se magari ascolti il brano (che si chiama “Fearless”) senti il pubblico cantare l’inno. Spero di essere stato chiaro

          1. Ma se magari ascoltassi i brani che cerchi. Si tratta di tutt’altro pezzo, nella musica e nel testo.

          2. La terza traccia dell’album del 1971 “Meddle”, “Fearless, contiene anche un sample di You’ll Never Walk Alone cantata dai tifosi della Kop all’inizio e alla fine del pezzo.” Ma non è un’interpretazione dell’inno da parte dei Pink Floyd. Spero ti sia chiaro. Basta ascoltare i due pezzi.

          3. Ma probabilmente diciamo entrambi la medesima cosa. Io in sommessa modestia, tu in eclatante inaccettabile presunzione. Come al solito.

        2. Se scrivi “Ma non è un’interpretazione dell’inno da parte dei Pink Floyd” è evidende che non capisci la lingua italiana.
          E’ un inserto all’interno del brano dove ci sono i tifosi che cantano. Lo capisci o ti devo fare un disegnino?

  6. D’accordissimo con le considerazioni di Vitogol. Anche in riferimento ai tanti faccioli che si presentano allo stadio quando il Palermo vince . Inno da rivedere , d’accordo anche su questo, e sfornato forse troppo in fretta l’anno della rinascita. Per adesso personalmente urlo a squarciagola Amo solo te exdevo dirvi che mi vengono i brividi . Lo stadio partecipa davvero alla grande.

  7. Una considerazione sull’attuale inno ufficiale. Non sono un musicista, ma la mia impressione è che dopo il buon ritornello poi ci si perda troppo nella strofa successiva. E li lo stadio si addormenta. L’inno invece deve essere un crescendo , breve, ma intenso.

  8. Ultima considerazione, mi dispiace per le rate a causa dei terribili refresh. Occorre che la società coinvolga la curva nord, dove in alcuni casi assistiamo a che canta l’inno, alcuni Palermo Palermo e sotto che non salta è catanese. Non va. Troppo casino.

  9. Il fatto che lo stupendo brano di Endrigo venga intonato , come è accaduto, da tutto lo stadio è la migliore risposta a chi dubita che non sia appropriato!

  10. Concordo con Giovanni, il ritornello di Sergio Endrigo sarà pure carino ma porta sfiga.
    Un minimo di scaramanzia non guasta.

  11. Le prestazioni della squadra non c’entrano nulla con i brani che vengono cantati allo stadio. Assolutamente nulla. Poi qui si puo scrivere tutto quello che passa per la testa.

  12. “Io che amo solo te”: bellissima, per carità, ma è davvero adatta a suscitare adrenalina nei giocatori?”
    Prova a chiederlo ai giocatori, vedi cosa ti rispondono, Magari ti propongono un brano degli AC/DC.
    La carica adrenalinica la da uno stadio che canta lo stesso incitamento. Quanto alle parole … non è che l’inno del Liverpool sia proprio calcistico. Anzi, in realtà non c’entra niente. Però crea un’atmosfera che carica i giocatori.
    Poi capita che incontrano il Napoli dello scorso anno e l’inno non serve a niente.

  13. La Lazio ha scelto “I giardini di Marzo” in cui Mogol racconta delle sue origini in una famiglia umile. Al 31 del mese i soldi erano già finiti, e lui (Mogol) vedeva passare il carretto dei gelati e non poteva mai comprarne uno. E il vestito di mamma, che era sempre lo stesso (per questo i fiori non erano ancora appassiti)… etc etc. Solo per dire che testo e adrenalina non sempre coincidono….

  14. Bravo Luca. Torno a dire che in coro da brividi finalmente si alza quando si intona Io che amo solo te. Lo stadio vibra di passione e partecipazione. Cosa che non vedo quando si propone l’inno ufficiale, dove ognuno va per conto suo o sonnecchia.

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