Toni: “Palermo satellite del Man City? È già una gran cosa”

Ben venga essere la succursale del Manchester City”. Sono parole di Luca Toni, che a Il Giornale di Sicilia ha parlato di Palermo e dell’ingresso nella galassia City Football Group.

A chi si lamenta del fatto che il Palermo potrebbe essere satellite rispetto al Manchester City: “Non parliamo di una squadretta, ma della società più forte del mondo. Ha tantissimi giocatori importanti, che se venissero in Italia giocherebbero in qualsiasi squadra titolari”.

Su Brunori: “Ha fatto un grandissimo campionato, ha quasi battuto il mio record e ha portato il Palermo in Serie B”.

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8 thoughts on “Toni: “Palermo satellite del Man City? È già una gran cosa”

  1. Chi conosce le dinamiche del calcio di oggi, pieno di debiti e con imprenditori locali in gravissime difficoltà, valuta certamente meglio di noi che invece voliamo con la fantasia e spesso spariamo cazzate. La stabilità economica potrà darci un futuro più stabile e sereno , con la possibilità di migliorarci di anno in anno.

  2. A proposito di sparare ca+++++. In questo momento di pausa dei campionati ne sto leggendo di tutti i colori. Chi continua a inveire senza freni contro Mirri, chi chiede acquisti impossibili, che si lamenta senza motivi precisi. Io direi , suggerirei, di attendere una ventina di giorni . Poi sarà più attendibile fare valutazioni serie e ponderate . Calma. E soprattutto tifare , tifare Palermo.

    1. Solo rosanero, il problema sai qual è? E’ che a Palermo c’è gente LAGNUSA fino al midollo. Lagnusa nel senso etimologico della parola, cioè di gente che si lagna e allo stesso tempo è prigra, non fa nulla in prima persona per costruire o cambiare qualcosa. Una delle caratteristiche principali di questa gente è che essa si aspetta soltanto che “GLI ALTRI” facciano qualcosa per risolvere i problemi, propri o della collettività. E’ una peculiarità culturale tutta palermitana. Non ne trovo di simili in giro, e sono uno che ha vissuto in più posti in Europa. Poi c’è chi (altra peculiarità palermitana) oltre ad essere scontento e frustrato a prescindere e comunque (anche qui…è uno stato esistenziale connaturato al palermitano che si lega al concetto di lagnusia), non fa altro che pensare e parlare (direi straparlare) male della propria città e della propria gente. In pratica queste persone si “auto-insultano” e nemmeno se ne rendono conto. Quante volte ho sentito nella mia vita dire frasi come queste: “E’ inutile, sieme nuatri ca faciemu schifu…”. I palermitani amano “auto-insultarsi”, è assodato. Parlando di calcio e del Palermo, c’è gente che semplicemente non tifa Palermo ma si spaccia per tifoso. Gente che al triplice fischio nella finale contro il Padova ha provato delusione e tristezza, invece che gioire. Credimi, a Palermo c’è anche questa gente. E poi però si mette ad inondare di assolute stupidaggini ogni luogo social di scambio di opinioni, allo scopo (secondo la loro mente bacata) di dimostrare che “hanno ragione loro”, che “l’avevano detto…”. Insomma, poveracci davvero. Questi non aspettano altro che qualcosa vada storto o che si perda qualche partita per venire a scassare i cabasisi con i loro vaneggiamenti. Riguardo a “succursale del Manchester City”. Caro Luca Toni, ti voglio tanto bene ma…anche NO! Succursali proprio di nessuno. Questo è l’unico cruccio che ho riguardo all’operazione “City” che, intendiamoci, è stato un capolavoro di Mirri. Spero che il Palermo viaggi il più possibile in autonomia nel senso che il suo destino non sia legato ad altre realtà (anche se prestigiose) o pilotato in base alle esigenze di queste ultime. Questo mi farebbe alquanto incacchiare.

      1. Kafka, quanto hai ragione su certa palermitanità…aggiungerei una buona dose di invidia verso chi riesce a fare le cose rischiando e mettendoci la faccia: per questo alcuni erano tristi al termine della finale contro il Padova, insofferenti che un palermitano, mirri, sia riuscito a fare qualcosa alla faccia degli odiatori e degli invidiosi. MIrri non mi piace particolarmente, ma gli va dato atto che ha rischiato, ha promesso e ha mantenuto. E se ora ci guadagna mi pare anche giusto. Poi, ricordiamoci che mantiene il 20% delle quote, quindi continua a rischiare in parte e ci guadagnerà molto di più se la squadra andasse in A o comunque aumentasse il suo valore.

        1. Fefe, Mirri non è altro che un tifoso come noi (come noi tifosi intendo), soltanto con una disponibilità economica superiore alla media. Non è nè Bill Gates, nè Jeff Bezos e nè Mansour. E’ soltanto in virtù della sua passione per il Palermo (e direi per Palermo città) che ha deciso di mettere a disposizione di un’idea di calcio e di modo di fare il suo patrimonio. Mirri non si è limitato a questo, è sempre bene ricordarlo a chi ha la memoria corta o non ce l’ha affatto: Mirri ha letteralmente buttato al vento un milione e mezzo di euro per pagare stipendi di dipendenti di un’altra società (il vecchio Palermo fallito). La considero un’autentica follia. Non ho altre spiegazioni. Soldi che, in virtù del fallimento della vecchia società, non torneranno più indietro. Ora, soltanto uno annebbiato dall’amore per il Palermo può fare una cosa del genere. Per questa e mille altre ragioni, non ho alcun dubbio che Dario Mirri sia il PRIMO e vero tifoso dei colori rosanero. Discutere oltre su questo significa perdere tempo. Di una banalità sconcertante è poi sostenere che Mirri faccia il suo interesse e che il suo scopo principale sia guadagnare. Soltanto a Palermo ci sorprende, e in un certo senso si rimprovera, che lo scopo di un imprenditore sia quello di trarre profitto dalla propria attività. Rinfacciare a Mirri che abbia fatto quello che ha fatto per denaro è semplicemente da scemi. Considero la “scesa in campo” di Mirri un vero e proprio colpo di fortuna per il Palermo calcio ed il Palermo città. Ne vorrei anche solo 100 a Palermo di gente come lui; sarebbero sufficienti a mettere in moto la macchina del cambiamento vero. Bisogna che ci si svegli in questa città. Che si dimostri di amarla veramente sbracciandosi e mettendosi a lavorare con spirito posito e con passione. Bisogna che molti palermitani “facciano pace con la contentezza”.

  3. Meglio un giorno da leone che cento da pecora, negli ultimi anni di Zamparini c’erano quelli che criticavano perché la squadra non veniva rinforzata e gli altri che dicevano che l’importante era stare in serie A… Ben venga essere satelliti del City Group ma nello sport contano i risultati.

  4. ‘Satellite’. Dipende dall’accezione. Manzoni: ‘ Renzo era levato; i due satelliti gli stavano ai fianchi ‘. Satelliti, per dire ‘bravi’, bravacci, scagnozzi che ‘girano attorno’. E tornano alla mente le parole di certi ‘tifosi’ in rosanero: ‘Sudditi, licchini i zempirino, servi’. Corsi e ricorsi. Ps Incredibile l’entusiasmo romano per l’arrivo di Dybala. Invenzione di Zamparini, al tempo accolta a Palermo come ‘ruorici miliuna buttati ntu ciessu, stu fringuellu sempre ntierra e licchino Iachini che lo mette in campo’. Che anno era? Non ricordo bene, però di sicuro dopo il 2011.

  5. Ho letto con vero piacere il commento di Kafka. Sintetizza alla perfezione ciò che accade qui a Palermo. Complimenti davvero .

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