23 maggio: Giovanni Falcone vive dentro di noi, anche senza parate e cortei

È il 28° anniversario della strage di Capaci, in cui morirono Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e gli uomini della scorta, Rocco Dicillo, Antonio Montinaro e Vito Schifani. Una Giornata più sobria, meno “chiassosa”, ma non per questo meno significativa perché il compito di tutti noi resta quello di fare camminare le loro idee sulle nostre gambe.

Il 23 maggio resta una data speciale per i palermitani, anche in un anno così particolare come questo 2020. La Fondazione Falcone ha pensato a dei momenti commemorativi, sempre rispettando le attuali disposizioni. Lo slogan della 28a Giornata della Legalità è “Il coraggio di ogni giorno” ed è dedicata all’impegno di tutti i cittadini che in questi mesi di emergenza del Paese, con impegno e sacrificio, hanno operato per il bene della collettività.

In mattinata, verrà deposta una corona floreale ai piedi del monumento lungo l’autostrada A29 e un’altra alla caserma Lungaro. Di pomeriggio, invece, alle 17.58, sotto l’albero Falcone in via Notarbartolo, verrà celebrato il solito emozionante minuto di silenzio per ricordare le vittime di mafia. Non ci saranno assembramenti, ma solo le persone necessarie per conferire dignità al momento.

Non sono previste “parate“, non per quest’anno. Mancherà il fiume di ragazzi che affolla le vie di Palermo già dal primo mattino, con l’arrivo della “nave della Legalità”. Non ci saranno i due cortei, quelli che partivano dall’aula Bunker e da via D’Amelio, e che da 27 anni confluivano sotto l’albero Falcone, “invadendo” la zona a perdita d’occhio.

La Fondazione, poi, invita tutti i cittadini ad appendere un lenzuolo bianco dal balcone di casa e ad affacciarsi alle 18. Un gesto simbolico e spettacolare per testimoniare che Palermo non dimentica. Sono tantissime anche le iniziative online per far vivere anche ai più giovani le emozioni della commemorazione; video-cortei, contest fotografici, laboratori… Insomma, il digitale prende il sopravvento anche in questo caso.

Lo spirito della Giornata, però, rimane intatto. Giovanni, Paolo, e tutte le vittime innocenti di una guerra che non è ancora finita, devono continuare a vivere dentro di noi, ogni giorno, in ogni gesto, in ogni parola. Anche e soprattutto senza telecamere a favore.

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