Baldini e Palermo: la “fatal lite” con Zamparini e l’addio alla panchina

 

Quando il fuoco incontra la benzina non va mai bene, perché può nascere un incendio dalle proporzioni bibliche. È la sintesi della prima esperienza di Silvio Baldini sulla panchina del Palermo e dello scontro con Zamparini nel 2003-2004: il nuovo allenatore rosa torna in una piazza che segnò la sua carriera in negativo. Teatro di battaglie… e rimpianti.

Madornale errore: tradii me stesso. Con quella scelta finì tutto“. Avrebbe affermato anni dopo con la voce strozzata dall’amarezza. Ma i tempi cambiano e, almeno per il momento, alla guida del club c’è Dario Mirri, uomo che si affida alla ragione e sa contare fino a tre. Sicuramente non ci sarà mai più Zamparini, ai tempi carnefice di allenatori che fece abbattere la sua scure senza pietà sul tecnico di Massa.

La prima avventura di Baldini in viale del Fante? Iniziata come un sogno, finita come un incubo. Colpa di caratteri troppo forti e divergenze: Maurizio Zamparini voleva l’ultima parola (e forse anche la prima) sulle formazioni per la storica risalita in Serie A, il tecnico in conferenza stampa lo criticò aspramente con frasi dure e sopra le righe. “Il presidente dice che non c’è gioco? Solo cazzate. Sono cose che ti fanno arrabbiare e che mettono malumore. Non sono preoccupato per una sconfitta. Ho dimostrato che fino a un mese fa il Palermo era primo in classifica”.

Boom. La situazione scoppiò e il divorzio era servito su un piatto d’argento. Una guerra a distanza che sfociò in chiamate furibonde e un “calcio nel sedere” (figurato ovviamente. Baldini invece poi lo avrebbe dato veramente a Di Carlo in un Parma – Catania scolpito negli annali) all’allenatore che dopo sei mesi, il 26 gennaio 2004, venne rimandato a casa senza tanti complimenti.

La squadra in effetti non era proprio con l’acqua alla gola: 3° posto e quindi – seppur momentaneo – podio (ai tempi passavano le prime 5, la sesta affrontava lo spareggio). Undici vittorie, 9 pareggi e 4 sconfitte in 26 gare totali. Ma gioco e carattere non convinsero del tutto il vulcanico patron che mandò via l’ex Empoli in seguito al battibecco e dopo avergli fatto firmare un contratto faraonico di 1 milione a stagione per tre anni. Poi arrivò Guidolin e il resto è storia. Non che la media del tecnico di Castelfranco fosse immensamente più elevata: 22 partite con 11 successi, 8 pareggi e 3 sconfitte. Abbastanza per il primo posto e la A.

Baldini poi ebbe altre esperienze (Parma, Lecce, Catania e ritorno all’Empoli) ma andò scomparendo sempre più dai radar. Questi eventi però tratteggiano una personalità forte e prorompente: sicuramente il neo tecnico non ha paura di dire ciò che pensa, neanche ad un infervorato Zamparini o ai giocatori del Palermo che hanno bisogno di grinta per dare la svolta al campionato. Ma non deve finire nella stessa trappola di Ezio Capuano, diventando “schiavo” delle parole e non dei fatti. Si vedrà. Di sicuro Baldini sa prendersi le sue rivincite. Lo ha già fatto il 2 Dicembre 2007 , quando il Catania al Massimino ottenne la prima storica vittoria in A contro i rosa per 3 – 1. Sì, insomma… chiedete a Guidolin.

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