Ferraù: “Catania, abbiamo commesso errori. Tacopina…”

Giovanni Ferraù, ex presidente e oggi liquidatore di Sigi, parla per la prima volta dopo l’esclusione del Catania dalla Serie C e racconta le sue verità.

In un’intervista per ‘La Sicilia’, afferma: “La situazione del Calcio Catania nel 2020 si poteva risolvere, considerando il periodo di Covid, solo con fondi illimitati o con un investitore molto importante. Sigi non è riuscita nell’impresa. In un anno e mezzo abbiamo bruciato tanti soldi. Nessun amministratore ha mai preso un euro di compensi. Abbiamo commesso tanti errori, non siamo immuni da sbagli e da inesperienza. Tutto è stato fatto per salvare il calcio a Catania. Non ci siamo riusciti”.

Sulla trattativa sfumata con Tacopina, afferma: “È andato via perché, con molta probabilità, ha perso alcuni degli investitori che pensava di avere. La lentezza della burocrazie e l’importanza della situazione debitoria hanno contribuito a far saltare l’affare. Io sono stato tra i maggiori sostenitori della chiusura con Tacopina, come anche credo in un azionariato diffuso, ma la storia ha avuto un altro finale a quello sperato”.

Ferraù parla anche della percezione che ha la città sul lavoro della Sigi: “Sigi c’è stata e, anche commettendo errori, ha cercato di salvare il salvabile. Gli altri no. Facile sentenziare dalla poltrona di casa senza averci provato. Abbiamo bruciato 6 milioni, non siamo riusciti a rilanciare né a salvare. Altri soggetti sono stati a guardare o a parlare senza intervenire pur potendolo fare”.

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