Giammarva si racconta tra passato e… futuro: “Il Palermo? Rifarei tutto”

Parla Giovanni Giammarva. L’ex presidente del Palermo parla del presente e del futuro societario dei rosa, di Zamparini e (chissà) su un possibile futuro nuovamente da presidente: “Forse nessuno me lo chiederebbe… forse sì, ma a determinate condizioni e con determinate persone”.

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Sulla sua esperienza dice: “Rifarei tutto. Io presidente di garanzia? Sinceramente quando ho preso l’incarico mi sentivo sì una garanzia ma per la Procura, cosa che invece non è stata recepita. Il mio legame con la società era vero, niente di costruito o voluto per altri fini. Lavorare per evitare il fallimento di un bene come la squadra della città è stata una grandissima soddisfazione: dopo tutte le verifiche possibili posso dire che la società non doveva fallire. Lo ha confermato la sentenza, ma (soprattutto) il Palermo dopo un anno e mezzo è ancora lì”.

Poi un retroscena sulle sue dimissioni: “Volevo dimettermi ma non per contrasti con Zamparini. In CdA volevo imporre dei controlli ben precisi: vista la situazione era necessario per rimodulare certi costi e migliorare la società sul piano patrimoniale. C’è stata una presa di posizione dell’allora direttore amministrativo e un’operazione che avevo chiesto di non fare invece è stata fatta. Chiamai Zamparini, con lui ho sempre avuto un rapporto eccezionale. Me ne sono andato (rinunciando anche al compenso) perché però qualcosa non andava. E io avrei corrotto un giudice per non far fallire la società?”.

In merito alle indagini di Palermo e Caltanissetta, Giammarva spiega: “Lavoro da 25 anni per le Procure e i Tribunali siciliani e ho lavorato anche con i PM che ora mi indagano. In poco tempo sono passato da professionista stimato a quasi un criminale. Questo perché avrei trasmesso (come atto dovuto) alla Covisoc una situazione patrimoniale in cui c’era il famoso credito Alyssa da 40 milioni. La Procura ritiene invece che sia falso e ha indagato anche me: ma quel documento io l’ho solo trasmesso, non l’ho approvato io il bilancio. Ritengo ci siano state delle esagerazioni, con un enorme dispendio di soldi della collettività e di risorse umane”.

Nell’intervista concessa all’emittente Trm, Giammarva parla anche di Alyssa: “Non so come si possa definire tale operazione pericolosa per la cessione. E’ vero, si è creata una plusvalenza, ma è stata pagata: in ogni caso la società non ha avuto tutto questo fabbisogno, anzi; (fin quando c’ero io) quando c’era bisogno di liquidità, la Alyssa tramite Zamparini metteva soldi. Il credito andava effettivamente diminuendo. Zamparini? La sua vicenda non penso incida sulle trattative: la società risulta che non è più sua e si tratta pur sempre di un procedimento penale a titolo personale. Sono però valutazioni che deve fare l’acquirente”.

Giammarva ribadisce la propria serenità: “Se ne esco danneggiato? Beh sì, il danno d’immagine c’è stato: chi mi conosce non ha avuto dubbi ovviamente, ma c’è stato anche un danno patrimoniale, visto che mi sono dovuto dimettere da tutti i miei incarichi”.

Sulle accuse a Zamparini dice: “Faccio solo delle riflessioni di natura personale. Sull’ipotesi autoriclaggio e il riciclaggio… c’è da discutere. Ma riprendendo il caso Alyssa: che motivo c’era di pagare 20 milioni tutti in una volta? La gestione finanziaria del gruppo (se di gruppo si parla) è gestita per creare dei vasi comunicanti. In questi trasferimenti non ci vedo nulla di male dal punto di vista tecnico, se c’è dell’altro saranno gli inquirenti a decidere”.

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