Palermo, brutto mix di biochetasi, plasil e stigghiole. Le pagelle ironiche

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Arriviamo allo stadio chiaramente in coma etilico e glicemico in corso e dopo aver mangiato tanta di quella carne da farci seriamente pensare di passare al veganesimo. Meno male che alla brace c’era il nostro amico Michele, capace di cuocere tonnellate di crasto, sasizza, stigghiola e mangiaebevi, magari in smoking e senza sudare come fanno due attori porno in una scena dentro la sauna, e quindi almeno siamo satolli ma non affaticati.

Grazie al vino non abbiamo pensato troppo a questo testa-coda da brividi. Il Palermo resuscita i morti per tradizione e non ci fidiamo dell’aria allegra del gemellaggio (che a noi ci ha sempre fatto incazzare perchè porta sfiga) e neanche del clima festivo. Manca Jajalo e Stellone ne approfitta per proporre una formazione da assalto all’arma bianca con Falletti e Trajkovski insieme a Moreo e Nestorosvki. Bisogna vincere e ci sembra pure giusto.

I primi dieci minuti ci ricordano i ritmi dell’abbiocco post brace ma, proprio mentre stiamo per addormentarci, da un batti e ribatti al limite dell’area arriva il gol alla Del Piero, con deviazione, di Trajkovski che sblocca il risultato. Non facciamo in tempo neanche ad aprire la bustina di biochetasi che ci siamo portati appresso che il Padova pareggia su una dormita difensiva, dopo il consueto miracolo di Brignoli che stavolta non basta. Tutto da rifare! E noi cominciamo ad avere paura perché di partite così ne abbiamo viste e sofferte troppe. Anche i giocatori rosanero sembrano reduci dalla arrostuta di Pasquetta e si addormentano spesso (e malvolentieri per noi) e rischiando il raddoppio del Padova.

Il Palermo prende un plasil, si sveglia e comincia ad attaccare con più convinzione ma sempre in maniera un po’ confusa. Il Padova non si vede molto in avanti ma quando ci arriva è pericoloso e al 39’ guadagna un calcio di rigore che però Capello tira senza forza e con una finta un po’ “fissa”, meritando così l’appellativo di santo, insieme a Brignoli che si trova il pallone in mano. Si arriva al fischio di fine primo tempo sempre sul pari, va in vantaggio pure il Lecce, pareggia il Perugia e noi tiriamo fuori il bugiardino dell’ansiolitico per vedere se c’è interazione con la stigghiola.

Nell’intervallo facciamo calcoli, tiriamo fuori tabelline e ci raccontiamo i menu del pranzo e l’ansia sale in linea con le transaminasi. Il Palermo rientra più convinto, crea qualcosa in più ma intanto torna in vantaggio il Lecce e noi ci deprimiamo. C’è troppa confusione in campo e comincia a tirare la classica aria da tragedia con il solo Moreo che prova a fare pentole e coperchi e pure la vendita a rate. Entra Rispoli e il Palermo si riversa in avanti con Stellone che fa entrare anche Puscas per l’assalto all’arma bianca, levando addirittura Haas e giocando con il modulo 1-1-1-8.

E’ tutto inutile, i minuti scorrono inesorabili e noi viviamo film già visti e sensazioni già provate. L’arbitro fischia: Il Palermo non vince contro l’ultima in classifica, resuscita gli ennesimi cadaveri e spreca la vittoria di Benevento complicandosi la vita senza motivo e probabilmente facendo un passo falso fatale perché il Lecce continua a vincere e a giocare. Ne abbiamo viste davvero troppe ma questa serata speravamo di viverla diversamente. Forza Palermo!

STELLONE, ESONERO ORMAI CERTO

Brignoli 8: Prima del gol compie un autentico miracolo, purtroppo inutile. Poi para il rigore, non abboccando alla finta di Capello e si fa trovare attento su un altro paio di conclusioni dei patavini (chissà perchè si chiamano così!). Quel misero punticino che ancora ci tiene aggrappati alla speranza è soprattutto merito suo. Più di così.

Salvi 5: Una partita inesistente in fase offensiva e timorosa in difesa, anche se di fronte non aveva il trio del Barca ma qualche mestierante della B. Anonimo.

(dal 26′ s.t. Rispoli) 6,5: Entra stracarico e finalmente da quel lato si vede qualcosa di buono. Un paio di bei cross, sgroppate come ai vecchi tempi e una conclusione che avrebbe anche potuto avere maggior fortuna. Alla riscossa.

Bellusci 4: Il gol del pareggio è tutto a suo carico, sia sulla prima azione che sulla ribattuta. Paradossalmente gioca meglio in fase di impostazione con qualche bel lancio, poco sfruttato dai compagni che forse neanche ci credono, ma in difesa proprio non va. Canone inverso.

Rajkovic 5: Quando gli avanti veneti lo puntano a noi vengono i capelli dritti, anche quei pochi di chi non li ha più. Confidiamo in una sua resipiscenza almeno in uno dei numerosissimi corner ma per colpa sua o dei compagni che li battono male, anche questa non riesce. Fermo.

Aleesami 4,5: Dal suo lato, nel primo tempo, il Padova affonda come il coltello nell’Angus appena grigliato. In avanti si incarta in una serie di giocate che ci fanno spendere il bonus santioni appena guadagnato dopo gli esercizi spirituali della Settimana Santa. Apostata.

(dal 38′ s.t. Mazzotta) s.v.

Falletti 5,5: Gioca chiaramente in una posizione ed un ruolo che ne penalizzano tutte le sue iniziative e le sue doti. Quando finalmente si sposta in avanti e più a ridosso delle punte è chiaramente spompato dalle corse e rincorse inutili del primo tempo. Fuori giri.

Murawski 5: In assenza di Jajalo la sua partita avrebbe dovuto essere ben diversa. Il solito gran lavoro di contenimento ma di iniziative offensive nemmeno l’ombra. Tirato.

Haas 4: Ci aspettavamo si caricasse sulle spalle il fardello del centrocampo rosa orfano del suo leader. Lo svizzero ci delude e molto. Lento, impacciato, poco propositivo e ci stava facendo pure perdere con quel fallo da rigore inutile e incomprensibile. Scampagnata.

(dal 31′ s.t. Puscas) s.v.

Trajkovski 4: Prende un voto in più perchè il cartellino riporta il suo nome come marcatore, grazie ad una deviazione che risulta decisiva. Per il resto solo tanta lentezza nella manovra, dribbling inutili, zero accelerazioni, tiri inconcludenti. Irritante.

Nestorovski 5,5: Corre, corre ma di palloni non gliene arrivano praticamente mai. Però anche lui ci sembra meno gagliardo del solito. Appesantito.

Moreo 7: La solita partita senza paura e senza risparmiarsi su qualunque cosa e su chiunque graviti dalle sue parti. Peccato per quella grande occasione fallita nel primo tempo che avrebbe potuto dare un senso totalmente diverso alla serata e forse all’intero campionato. Irriducibile.

Stellone 4: La formazione iniziale sulla carta sembra quella giusta però si vede subito che Falletti è fuori posizione, Trajkovski irritante, sulle fasce non spinge nessuno ed agli attaccanti non sarebbe arrivato un pallone decente neanche giocando due giorni. Avrebbe dovuto valutare meglio la condizione di chi mandava in campo e che evidentemente non doveva essere schierato nell’undici iniziale e soprattutto cambiare molto tempo prima per cercare di dare una sterzata alla partita. Confuso.

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