Palermo – Chievo: gara dal sapore di crocevia per i rosanero

Palermo-Chievo, ancora lei. La partita della svolta, così viene soprannominata dall’anno scorso. Nessun trofeo in palio, nessun traguardo in palio. Solo una riscossa morale e psiclogica, da non sottovalutare. Curioso come il Fato affidi al Palermo di nuovo il Chievo per cercare una rinascita. Curioso sì, il precedente sorride anche se non ha scongiurato una tempesta. Ma se hai un certo Zamparini al timone, non è poi così sorprendente. Il Palermo-Chievo di quest’anno e quell’anno dell’anno scorso hanno molte analogie ma anche molte differenze.

I rosanero, nell’annata passata partirono a razzo, due vittorie ed un pareggio nelle prime tre gare. Un bottino di 7 punti che già faceva sognare. E si sa, la piazza si esalta alle prime scintille. Poi una serie di sconfitte, più o meno pronosticate, intervallate dalla vittoria di Bologna ed al pareggio “di rapina (solamente per il gol di Gilardino quasi casuale) contro l’Inter. Poi l’Empoli in casa, uno 0-1 inaspettato che fa masticare amaro. 11 punti in 11 gare, Zamparini comincia la sua fase di riflessione cercando di trattenersi prima di buttare fuori Iachini. Ci riesce, ma gli dà l’ultimatum. E indovinate chi è l’avversaria da battere. Sì, il Chievo. Gara tesa, i rosanero ed il suo allenatore si giocano tanto. Gilardino si trasveste da salvatore, segna ancora e tutti in un abbraccio di gruppo. “Questa gara segnerà la svolta” o “Iachini ha salvato il posto” dicevano, peccato che le previsioni sono state stravolte. Tre punti presi ma Iachini viene esonerato ugualmente. Una scelta che ha fatto discutere, ha lasciato perplessi e poco digerita da tifosi e giocatori in primis. Squadra affidata a Ballardini, e da lì quell’escalation negativa che tutti conoscete, con un’alternarsi di allenatori mai visto prima e con una salvezza acciuffata all’ultimo respiro.

La prima differenza tra le due stagioni: l’anno scorso i rosanero partirono a mille, il via di questa stagione invece è da incubo. Mai una vittoria in casa e tre punti conquistati solo a Bergamo. Seconda differenza: il Palermo arriva al bivio Chievo con soli 6 punti, cinque in meno rispetto allo scontro passato. Cinque punti che sembrano briciole, ma che per chi lotta per la salvezza sono oro colato. Terza differenza: l’allenatore è stato già sostituito. Il crollo in Coppa Italia ha fatto infuriare Zamparini, ne consegue che per De Zerbi non potevano esserci ancora attestati di stima e fiducia. Prima analogia: il Chievo come tappa dopo un percorso di crisi. Gli otto k.o di fila sono un record irripetibile, ma alla partita contro i clivensi viene affidata l’etichetta di “salvatrice di casi persi”. Seconda analogia, ipotetica: una salvezza, quella del campionato scorso, strappata e voluta all’ultima chiamata contro il Verona. Ed i presupposti per questo campionato sono i medesimi, sofferenza ad oltranza. Sperando nel lieto fine.

Palermo – Chievo, ancora tensione e tanta posta in palio per un match non di cartello. Un match snobbato dalle altre ma atteso dai palermitani, pronti a riempire il Barbera approfittando degli sconti. Il Chievo costò caro a Iachini, ma Corini può tirare un sospiro di sollievo. Il posto in panchina non è a rischio. Ma un’altra sconfitta può far cadere i rosanero in un baratro ancora più profondo di quello in cui già si trovano. Ma Corini ha acceso un lumicino di speranza. Del resto ora arriva il Chievo, quel bivio tra la rinascita o la morte sportiva…

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