Palermo, andata deludente. Boscaglia deve fare autocritica

FOTO PEPE / PUGLIA

“Digiamolo” con grande franchezza: il girone d’andata del Palermo targato Mirri-Boscaglia si può considerare decisamente fallimentare se ci si aspettava molto dalla squadra rosanero, comunque deludente se, come nel mio caso, l’approccio era abbastanza scettico considerate le carenze nell’organico, come peraltro ho evidenziato in quasi tutti i miei commenti di Vulcanico rosanero su questo sito. Su una cosa, però, siamo tutti abbastanza d’accordo: la poco soddisfacente gestione della squadra da parte dell’allenatore Roberto Boscaglia, giudizio sicuramente “moderato” rispetto alla tempesta di critiche, alcune feroci, che in queste ore stanno piovendo sulla testa del tecnico rosanero, del quale sono in tanti a chiedere la testa.

Eravamo in tanti – mi ci metto parzialmente pure io – ad aspettarci cose importanti dal mister gelese, sia in termini di risultati e di punti, che soprattutto di gioco e di impostazione tattica, pur tenendo conto dei limiti della squadra messa a disposizione dalla società, in particolare della mancanza di un difensore di grande solidità ed esperienza capace di dare sicurezza ad un reparto che troppe volte si è fatto infilzare con disarmante facilità dagli avversari (l’ultima volta domenica scorsa in occasione del gol del pareggio di Castorani, propiziato da un affondo di Federico Vazquez che ha ubriacato la difesa rosanero com’è accaduto tante volte nel girone d’andata con altre avversarie) e di un attaccante di peso dall’ampio potenziale di gol, senza nulla togliere ai vari Saraniti, Rauti e Lucca, che a turno hanno centrato la porta avversaria, ma hanno anche sbagliato troppo nei momenti decisivi. Come il lungo Lorenzo Lucca, capace contro il Francavilla di fallire incredibilmente di testa prima, di piede poi, due gol fatti nel giro di un minuto a metà secondo tempo, che avrebbero sicuramente indirizzato la partita e il risultato in modo diverso, evitandoci o forse solo rinviando tutte queste chiacchiere e più che legittime rimostranze.

E invece no: se Lucca ha sbagliato clamorosamente, altrettanto clamorosamente Ciccone ha indovinato all’87esimo un meraviglioso tiro-gol di sinistro, la Virtus Francavilla ha vinto 2-1 a mio avviso con merito allo stadio Barbera, vanificando il buon primo tempo dei padroni di casa coronato dal gol del bravo Valente e il Palermo ha finito la prima parte del campionato con 24 punti, al nono posto dunque ancora in zona play-off promozione, ma distanziato parecchio dai quartieri alti e certamente frustrato dai tanti, troppi punti buttati a mare, che avrebbero invece consentito alla squadra di giocarsela con qualche chance.

Non è così, purtroppo e qui arriviamo alle responsabilità di Boscaglia, che senza girarci intorno sono tante e davanti agli occhi di tutti. Non voglio tornare sull’insistente accusa di presunzione: non mi interessa il carattere dell’allenatore del Palermo, ma il gioco e i risultati della squadra, anche se condivido l’opinione generalizzata che un pizzico di umiltà in più e forse anche di ascolto degli “umori” e delle critiche è segnale di maturità e di buonsenso.

Quello che spicca assai è il continuo cambiamento dell’assetto della squadra, non soltanto per l’utilizzo di formazioni sempre diverse, ma per la netta sensazione che si è avuta in molte partite di vedere i giocatori in campo in ruoli e posizioni che non sono i propri. Non ripeto cose scritte e dette da tanti altri in queste ore: a me personalmente continuano a lasciare molte perplessità la non fiducia in Martin, unico vero regista in organico, l’utilizzo a corrente alternata in attacco di Saraniti che sembrava avere trovato la forma giusta, ma anche di Rauti, lo spreco assoluto della qualità tecnica di Luperini che sembra diventato una schiappa, la scomparsa di Silipo dalla formazione iniziale, ecc.

In sintesi: grande convinzione di avere tante idee tattiche geniali, in realtà poca chiarezza e tanta confusione in campo, mancanza assoluta di continuità nelle scelte e di quella stabilità che significa anche coesione e serenità per chi gioca costantemente. Con un altro allarme: la scomparsa dal campo di fatto del Palermo nel secondo tempo fa pensare anche a qualche serio problema di tenuta atletica.

Insomma, credo anch’io che Boscaglia abbia parecchie colpe, anche se in certe partite la squadra ha fatto vedere la mano e le buone idee dell’allenatore, votato al calcio offensivo, senza però riuscire ad avere continuità. E’ giunto il momento della tradizionale “scossa”, con il cambio in panchina per cercare di ottenere il massimo possibile dal girone di ritorno? Non lo so e non mi sento di rispondere, per la semplice ragione che non si riesce davvero più a capire qual è la logica che guida il tecnico rosanero nella scelta della formazione e nei cambi in corsa, se la società molto silenziosa ha voglia e risorse per cambiare, se esiste in giro un tecnico più bravo di quello attuale in grado di darla davvero questa scossa.

Intanto c’è un rischio immediato in questa situazione di classifica: la presa di coscienza della squadra rosanero di non avere più obiettivi importanti e la conseguente demotivazione. Che sarebbe molto pericolosa, con tante partite ancora da giocare.

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