Palermo, troppi errori: le soste fanno male. Le pagelle ironiche di A&F

La partita che segue i bagordi natalizi è sempre complicata. Per i vostri britannici cronitifosi inizia un dry (and starving) January che non consente generi di conforto durante il match. Per il Palermo c’è la solita partita dopo la sosta, tra voci di mercato e sogni di gloria che ci fanno portare le mani in posti molto privati. Se ci aggiungete che, con il girone di ritorno tutto sfalsato, c’è subito il Cittadella in grande forma che ci ricorda una cocente sconfitta casalinga con applauso indegno del Barbera al gol vittoria degli ospiti, capite in che situazione stiamo.

C’è Lanna in panchina al posto dello squalificato Corini e non ci sono grandi sorprese (per il rispetto che nutriamo nei vostri confronti vi risparmiamo la battuta sul fatto che l’allenatore del Cittadella ha lo stesso cognome di Corini salvo che per l’iniziale). Lucioni è in panchina ma non è ancora pronto e quindi c’è Nedelcearu accanto a Ceccaroni. Per il resto Mateju continua a stare seduto in panchina con il plaid mentre la notizia vera è il rientro da titolare di Stulac al posto di Gomes. Si dice che il motivo sia che il francese è stato male in settimana e dunque non ci scomponiamo più di tanto e andiamo avanti. E si (ri)comincia!

Si parte bene: il ritmo è buono, le squadre cercano di giocare sempre la palla, pressano bene e i capovolgimenti di fronte sono frequenti. Insomma, se non fosse che soffriamo maledettamente quando giocano i rosa, diremmo pure che la partita è piacevole. Le occasioni per il Palermo ci sono ma, tra uno stop sbagliato di Brunori e una mezza ciccata di Segre, il risultato resta sempre sullo zero a zero. Alla mezz’ora arriva il gol del Cittadella su un errore difensivo ormai consolidato del Palermo, sempre uguale, sempre lo stesso: Ceccaroni si fa saltare in velocità da Pittarello che pare Bale, entra in area e pesca Pandolfi che Graves non vede neanche da lontano. E siamo sotto.

Il Palermo perde la testa e sbanda pericolosamente. Poi, piano piano, usciamo dal guscio e cominciamo a rimettere la testa avanti, anche se di occasioni da gol non se ne vedono molte. E così chiudiamo il primo tempo sotto di un gol, per errori individuali che richiederebbero almeno un cordiale per dimenticare. E invece stoicamente ci asteniamo e in mancanza ci attacchiamo alla bottiglia di “Vitasnella”, dicono con effetto detox.

Il Palermo rientra e ci prova subito con una combinazione Di Francesco – Brunori che il portiere è bravo a sventare di piede. Ostentiamo serenità perché il Palermo ci sembra comunque in palla, ma in realtà ce la stiamo facendo sotto perché la partita pare maledetta. Al 50’ Stulac decide di rovinarci definitivamente il sabato con un fallo in ritardo, inutile, che gli costa il secondo giallo e corona una partita incolore che dà una risposta definitiva sul perché giochi sempre Gomes, nonostante i limiti tecnici.

Arrivano i primi cambi di Lanna, con l’uscita di Henderson e Insigne per Gomes e Di Mariano. Purtroppo l’inferiorità numerica pesa troppo perché il Cittadella è in grande forma e non riusciamo a uscire più dalla nostra metà campo. La foga dei veneti cala un po’ e ricominciamo a rivedere la porta avversaria e a sperare almeno in un colpo di culo. Sarebbe stata una partita da whisky torbato a profusione ma proviamo a resistere. Entrano anche Mancuso e Soleri addirittura al posto di Brunori e ci giochiamo questi ultimi minuti nella speranza di un miracolo. La speranza dura pochissimo perché assistiamo all’ennesima prodezza di Pittarello e al raddoppio del Cittadella, sempre nella solita maniera.

Il Palermo perde confermando che le soste non ci fanno bene. Gli errori individuali ci hanno punito oltremisura in una partita nella quale, in parità numerica, avevamo anche avuto più occasioni degli avversari. Ma se Pittarello e Cassano sembrano Ronaldo e Messi è chiaro che non puoi reggere a lungo. Aspettiamo la fine del mercato per capire che Palermo sarà e se potremo giocarci fino alla fine la corsa alla promozione diretta. Forza Palermo!

Pigliacelli 6 – Quello che può parare lo prende, certo se gli avversari tirano da soli a botta sicura da dentro l’area può fare poco. Incolpevole.

Graves 5 – Su una prestazione tutto sommato accettabile pesa come un macigno l’errore di marcatura sul gol che sblocca la partita e che di fatto condanna i rosa. Ritardatario.

Nedelcearu 4,5 – È sempre in affanno e quando gli avversari decidono di puntarlo c’è da rabbrividire e, infatti, su una azione così nasce il secondo gol che chiude definitivamente la gara. Banderillas.

Ceccaroni 4 – Il gol che porta in vantaggio il Cittadella è una costante del campionato rosanero: difensore saltato con facilità, palla messa al centro e comodo tap-in per segnare. Stavolta la minchiata tocca a lui ma cambiando l’ordine dei fattori il risultato finale non cambia. Pitagorico.

Lund 4,5 – Spinge poco, pressa male, difende peggio, soffre moltissimo. Aggettivo.

(dal 31′ s.t. Aurelio) s.v.

Henderson 5,5 – Nel naufragio rosanero è l’unico che cerca, almeno all’inizio, di tenere la rotta. Poi affonda pure lui. Bounty.

(dal 12′ s.t. Gomes) 6 – Entra che di fatto la partita è già segnata ma almeno prova a rendere più dinamica la mediana rosa facendo capire perché, di fatto, alla fine lui giochi sempre. Mobilità.

Stulac 4 – La sua prestazione, statica e cerebrale, già aveva suscitato qualche perplessità. L’espulsione ingenua ed evitabilissima, che di fatto affonda definitivamente i rosa, spazza via ogni dubbio confermando che il suo apporto è di gran lunga superiore quando entra dalla panchina e su calcio piazzato. (ir)responsabile.

Segre 6 – Uno dei pochi che si guadagna la sufficienza per impegno, acume tattico e voglia di crederci fino all’ultimo. Peccato per le occasioni capitate sui suoi piedi, e sulla testa, che avrebbero potuto essere capitalizzata meglio. Impreciso.

Insigne 5 – Come spesso accade, fa vedere che avrebbe i mezzi tecnici per cambiare la gara ma in realtà – e purtroppo – questo succede raramente. Intermittente.

(dal 12′ s.t. Di Mariano) 5,5 – Entra forse più come talismano perché a Cittadella aveva segnato gli ultimi goal in campionato. Anche stavolta corre tanto, ma incide poco. Spuntato.

Brunori 5 – Sui suoi piedi arrivano le due palle goal migliori della partita, una non la stoppa e l’altra la calcia addosso al portiere. Non c’è dubbio che si muova tanto e che lotti su ogni pallone ma, ovviamente, segnare è tutta un’altra cosa. E dal nostro cannoniere noi ed il Palermo ci aspettiamo solo questo. Polveri bagnate.

(dal 31′ s.t. Soleri) s.v.

Di Francesco 5 – Vale anche per lui quanto detto per Insigne. Dovrebbero inventare, creare superiorità, fornire assist e magari fare anche qualche goal. Di tutto questo continuiamo a vedere troppo poco. Evanescente.

(dal 31′ s.t. Mancuso) s.v.

Lanna 5 – I rosa partono bene ma a poco a poco spariscono dal campo e, soprattutto, dopo lo svantaggio, non danno mai l’idea di avere la capacità di aggredire l’avversario e sapere recuperare una partita che doveva essere affrontata con ben altro piglio . Spento.

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