Palermo, un tempo e poi il vuoto: il solito copione con lo stesso prevedibile finale ​​

Palermo, un tempo e poi il vuoto: il solito copione con lo stesso prevedibile finale

La sconfitta contro il Cesena certifica una tendenza ormai ben nota: il Palermo gioca soltanto per un tempo. Il gol incassato da Saric dopo appena 20 secondi dall’inizio della ripresa è emblematico: si tratta della 28esima rete subita nei secondi tempi, su un totale di 42 gol concessi. In altre parole, il 66% delle reti incassate arriva nella seconda metà di gara e spesso sono concentrate nei primi 15 minuti del secondo tempo (8 su 28).

Due facce della stessa medaglia

Il dato evidenzia un improvviso crollo, che annulla quanto di buono fatto nei primi 45 minuti. Il contrasto è netto: dal 1′ della ripresa in poi il Palermo sarebbe diciassettesimo in classifica, peggio hanno fatto solo Brescia, Cittadella, Sampdoria e il già retrocesso Cosenza. Eppure, se le partite finissero al 45’, i rosanero sarebbero addirittura terzi. Un paradosso che apre a un interrogativo inevitabile: cosa succede nell’intervallo?

Nella conferenza stampa post-partita contro i romagnoli, Dionisi ha dichiarato: “Negli spogliatoi i ragazzi si sono caricati tra di loro, io ho detto giusto due parole“. Una frase emblematica, che sembra rivelare una mancanza di carisma da parte dell’allenatore, sempre più in difficoltà nel trasmettere leadership e nel tenere salde le redini del gruppo.



La mancanza di reazioni

È preoccupante che il Palermo, per l’ennesima volta in stagione, abbia subito gol nei primissimi istanti della ripresa. Ancora più grave, però, è stata la totale assenza di reazione dopo un episodio del genere. Nella sfida contro il Südtirol, i rosanero hanno faticato a rispondere al momentaneo pareggio firmato Barreca, fino a compromettere definitivamente la gara con un errore in fase di impostazione di Blin, che ha regalato agli altoatesini il rigore decisivo.

Contro il Cesena, invece, il gol dell’ex Saric ha tagliato le gambe alla squadra. Neppure i cambi – con gli ingressi contemporanei di Brunori, Segre e Di Francesco – sono riusciti a dare una scossa: il Palermo ha continuato a faticare nel creare pericoli dalle parti di Klinsmann, senza mai rendersi davvero minaccioso.

Un film già visto

È un copione già visto più volte, e non può essere attribuito soltanto a una questione di stanchezza fisica o mentale. Questa squadra mostra evidenti limiti caratteriali. Lo dimostra anche un dato emblematico: il Palermo non è mai riuscito a ribaltare una situazione di svantaggio in tutta la stagione.

Con sole due giornate rimaste, il campionato si avvia alla conclusione e i rosanero devono almeno tentare di salvare la faccia in una stagione deludente. Anche l’accesso ai playoff, dopo questa sconfitta, non è più così scontato.

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15 thoughts on “Palermo, un tempo e poi il vuoto: il solito copione con lo stesso prevedibile finale

  1. ho una brutta impressione che venerdi sara l’ennesima sconfitta in casa !!! tanto per cambiare l’ennesima tragedia di questa squadra e per noi poveri tifosi!!!

  2. Per la cronaca, ritengo che tantissimi hanno visto la semifinale Inter Barcellona, credo che a nessuno sia sfuggita la condizione atletica delle due squadre che correvano fino ai supplementari come dal primo minuto. Società docet.

  3. Salve, mi sento di ribadire quanto già scritto su questo sito qualche tempo fa: a me pare che il problema più grande stia nella dirigenza e, di riflesso (ma non in primo luogo) nella società. Questa convinzione è diventata ancora più forte ieri dopo aver letto le dichiarazioni di Rino Foschi sulla situazione del Palermo. Praticamente dice esattamente la stessa cosa. Foschi sostiene che il problema più grande sia la dirigenza. Non sono all’altezza. Nessuno di loro ha mostrato di esserlo. Si respira un’atmosfera strana, una rilassatezza che rasenta il menefreghismo (tanto…che ci può succedere? Si ripete allenatore, calciatori e dirigenti). In questo senso, il centro sportivo di Torretta, da struttura costruita per far il saltò di qualità, si è presto trasformato in un villaggio turistico con SPA, grigliate e, in tutta rilassatezza, qualche calcio al pallone. La dirigenza… Boh, non si capisce chi fa cosa… Bisognerebbe riconsiderare a mio avviso il ruolo di Dario Mirri, troppo ai margini di tutte le decisioni. E’ l’unico palermitano, l’unico che soffre davvero e che, immagino, non si da pace di questa situazione, lui che era riuscito nel miracolo di riportare il Palermo in B nel giro di tre anni.
    Non ci resta che sperare in un cambio radicale il prossimo anno (questo è da dimenticare, indipendentemente da come andranno le cose). Rimpiango ogni giorno che passa Zamparini. Persona complicata, ma..il calcio e le emozioni che abbiamo vissuto con lui temo non torneranno più. Spero di sbagliarmi.

      1. Non sai di cosa parli. Punto. Mirri i soldi li aveva già, basta conoscere un po’ le cose invece di parlare a vanvera. Cedendo al City Group (per questo sempre sia lodato sì!), ha recuperato quello che ha investito, né più né meno. Ricordo a te e quelli che fanno commenti demenziali del genere, che lo scopo di un imprenditore è investire e guadagnare. Se Mirri ha guadagnato qualcosa dall’operazione CG ha soltanto fatto bene il suo mestiere. Ricordo anche che Mirri ha buttato 1 milione di euro (pagamento stipendi vecchio Palermo) e fatto mezzo campionato col covid (zero incassi). E parranu…

        1. Kafka (o chi per te), evita di mandarmi s processo. Non ho detto che Mirri ha rubato ma che si fici a’ pila. Obietti: era già ricco. Vero. Come altrettanto vero è che ora lo e’ molto di più. +++ ++++++++ +++++

        2. Mirri non ha riassunto, però, nessuno dei dipendenti in forza alla vecchia Società. O sbaglio? E c’erano ottime professionalità palermitane che, oggi, Gardini ha sostituito con un’informata di prianneddi veneti.

  4. Io ricordo un Palermo, quello di Baldini, che già nel riscaldamento si capiva che si sarebbe mangiato gli avversari, identità di gioco e furore agonistico, sebbene molto più scarso tecnicamente…qui sembrano una serie di persone che si riuniscono al campo per giocare. …

  5. Gardini è un benefattore sia dei miracolati veneti assunti in Società per fare rapidissima carriera sia degli allenatori toscani e lombardi confermati contro l’evidenza dei perrsimi risultati. A proposito, lui quando toglie il
    disturbo?

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