Palermo, vittorie “cercasi”: troppi pareggi nel girone di ritorno

FOTO PEPE / PUGLIA

Vittoria cercasi, per fare il salto di qualità combattendo per una buona posizione ai playoff. Il Palermo di Eugenio Corini ha mutato forma e adesso cerca una quadra, forte di un ritrovato attacco (qui il dettaglio) ma di una difesa da puntellare (ecco la nostra analisi).

Ciò che manca sono i tre punti per diventare veramente competitivi. Nel girone di ritorno i rosanero hanno ottenuto solo 4 vittorie in 12 partite: stessa media del girone di andata (considerando lo stesso numero di match) e… del Perugia – ad esempio – che è appena sopra i club fanalini di coda.

Peggio hanno fatto infatti Reggina, Ternana e il trio Spal, Benevento, Brescia che occupa gli ultimi posti. In compenso, la formazione rosa perde meno: nel girone d’andata (da Perugia a Parma) le sconfitte erano state ben 5, nella seconda parte del campionato sono diventate 2.

Preoccupa però la “pareggite” che dovrà essere scacciata subito col Cosenza: la posizione persa nella sconfitta contro il Parma è una ferita ancora aperta, ma i ducali – distanti due punti – affronteranno una trasferta difficile (non impossibile) col Cittadella, in cerca di risultato per risollevarsi dalla parte bassa della graduatoria.

Il Pisa, distante tre lunghezze, non avrà vita facile nella gara col Cagliari, che vuole il+3 per cominciare a impensierire il Sudtirol alle prese con la complicatissima gara col Bari terzo. La Reggina, invece, è partita all’inseguimento: ha gli stessi punti dei toscani dopo la vittoria nel recupero della 29a giornata, ma trova un Venezia in forma per le due vittorie consecutive ottenute. Il Palermo, insomma, deve vincere di più, per star dietro alle grandi in una corsa playoff che non aspetta nessuno.

 

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2 thoughts on “Palermo, vittorie “cercasi”: troppi pareggi nel girone di ritorno

  1. Se il pareggio valesse tre punti Corini, che fa i cambi per pareggiare e non per vincere, sarenbe il miglior allenatore del mondo

  2. Se il pareggio valesse tre punti Corini, che fa i cambi per pareggiare e non per vincere ma poi finisce per perdere come a Parma e a Genova, sarebbe il miglior allenatore del mondo

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