Silvio Baldini, il coraggio di andare via tra sentimenti e ipocrisia

FOTO PEPE / PUGLIA

Mi ha colpito e molto apprendere delle dimissioni di Silvio Baldini dal Perugia. Per tanti motivi. Forse alcuni vanno a solleticare più di altri qualche sorriso malinconico. Intanto il fatto che si sia dimesso, di nuovo, dopo Palermo. In un mondo in cui tra vigliaccheria da attaccamento alla poltrona e sensi di colpa da posto fisso, nessuno ha il coraggio di dimettersi, Silvio è una mosca bianca se si conta che l’altro omonimo fa di tutto per tornare in poltrone dove già era stato e litiga con i partner di coalizione.

Baldini ha questa prerogativa quasi romantica: toglie il disturbo quando intuisce di poterlo diventare lui, un disturbo. Ma ancora di più è la frase con cui si è dimesso che lascia stupiti: “Me ne vado, questa non è una famiglia”. Pensate. Uno che se ne va perché non vede le basi per un’unione.

Nella vita normale a quanti lo avete visto fare? Quanti all’ipocrisia imperante del “lo facciamo per i figli” o “cosa direbbero gli altri” si sono fermati facendo finta di essere felici? E quanti sono rimasti dentro un rapporto perché se ne fossero usciti avrebbero anche avuto corpose perdite economiche? Invece lui parla di separazione, va via da quella che non è una famiglia e sacrifica anche soldi.

Forse Baldini non ci sta dando solo una notizia di cronaca per calciofili. Ci sta tenendo una lezione di empatia familiare. Si rimane se ne vale la pena, se ci sono sentimenti e voglia di stare insieme e di progettare. Altrimenti l’alternativa è chiudere con un gesto onorevole. Come diceva Tognazzi nel film “Romanzo popolare” quando gli chiedevano che cosa avrebbe fatto se la moglie lo avesse lasciato e lui dice: “In quel caso bisogna essere un po’ brillanti: presentarsi a centrocampo e salutare”.

Già. E Baldini, come il personaggio di romanzi d’altri tempi, lo ha fatto di nuovo dopo Palermo: si è presentato a centrocampo e ha salutato. Magari risvegliando le voglie di una squadra passata che ha ancora ricordi al miele con lui. Chissà.

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21 thoughts on “Silvio Baldini, il coraggio di andare via tra sentimenti e ipocrisia

  1. addirittura un articolo in difesa di Baldini. non lo so gli volete intitolare una strada? lo stadio? va bene è bravo è tutto d’un pezzo e come lui non ce ne sono più, ma la verità è che non è un professionista serio. anzi non è proprio un professionista. nelle ultime righe dell’articolo come in altri commenti si auspica un suo ritorno. io per il bene del palermo spero non succeda mai. già una volta ci ha lasciati nella mexxa, non esiterebbe a farlo di nuovo. e poi parliamoci chiaro, vi lamentate di Corini ma Baldini non è tutto sto granché di allenatore se si parla di meri risultati, basta aprire wikipedia per accorgersene. l’unica sua fortuna è stata che quella famosa sfuriata ha colpito nel segno ed è riuscita a dare una svolta alla stagione, sennò eravamo ancora in C. ma i miracoli succedono una volta nella vita. poi ognuno è libero di esercitare la professione come vuole, ma io qua non ce lo rivoglio

    1. L’articolo rappresenta un punto di vista legittimo dell’autore, non una difesa e nemmeno un invito a tornare. Il dibattito è ovviamente aperto alle voci in dissenso come la sua. Di sicuro l’ipotesi di tornare a Palermo è del tutto esclusa perché impossibile dal punto di vista regolamentare, avendo cominciato la stagione con il Perugia. La sua figura, prima durante e dopo la volata per la promozione, è stata certamente “divisiva” (gm)

      1. Direttore, oltre al paragone col Silvio “politico”, decisamente fuori luogo, non mi sembra che l’articolo fornisca elementi di novità rispetto a quanto da tempo viene riconosciuto a Baldini, vale a dire un non attaccamento al denaro e quindi un “abuso” delle dimissioni da un incarico. Ciò che a mio parere andrebbe sottolineato e stigmatizzato, sono le parole con le quali Baldini ha motivato le dimissioni, dicendo che il Perugia non era una famiglia, o non si comportava da tale. Mi piacerebbe sapere cosa ne pensa Castori, visto che il Perugia l’ha allenato ed è ora chiamato a ri-allenarlo. Non so cosa pensare di Silvio Baldini… La delusione per l’essere fuggito da Palermo è ancora cocente. Dopo tutte quelle parole e dichiarazioni d’amore eterno… Ho l’impressione che abbia da tempo sposato l’idea che fare l’allenatore di una squadra di calcio voglia dire “comandare” in lungo e largo; significhi dettare regole e condizioni non solo ai calciatori, ma a direttori sportivi, presidenti etc. Insomma, credo che abbia disimparato a lavora in sinergia, confrontandosi con gli altri, in particolare con chi gli paga lo stipendio. In altre parole: “o fate come dico io oppure me ne vado”. Per questa ragione credo che Baldini sia destinato ad allenare squadre medio-piccole di provincia, con società poco strutturate a “gestione familiare”.

  2. Non c’è niente di ‘popolare’ nella scelta di Baldini e non c’è neanche quel buon odore di olio canforato, che si sente (o si sentiva) negli spogliatoi. Il carismatico Basletti di ‘Romanzo popolare’ è un operaio specializzato, fiero del proprio ruolo, si ritiene una guida essenziale, la fabbrica è la fabbrica (erano i tempi del Partito Comunista, di Berlinguer e delle fabbriche, delle storie del ‘cavallaro’ Beppe Viola, di Jannacci, cantastorie). E se si prende lo stesso, per problemi ‘famigliari’, un permesso non autorizzato, poi ritorna, il prima possibile, pronto ad assumersi le proprie responsabilità.

  3. Tutto bello e romantico. Solo un’osservazione però … sarebbe il caso che lui prima di accettare un incarico allora fosse SICURO che l’ambiente sia quello giusto per il suo modo di intendere la vita professionale e non, perchè se poi PIANTA IN ASSO, creando per forza di cose ulteriori problemi, non è che sia poi così ONOREVOLE. Lasciare il Palermo a pochi giori dall’inzio del campionato e “sottrarre” un mese di tempo ad una società costringendola a cambiare in corsa.

  4. Non condivido neanche una parola di questo articolo, neanche una virgola. Siamo alla ricerca (giornalistica) spasmodica di “personaggi”, di “protagonisti” che facciano comunque parlare di sè e da lì cavare dei ragionamenti – arditi – che possano indurre delle riflessioni, addirittura “tenere lezioni di empatia familiare” (!?). Ma di che parliamo? A parte che mi pare assolutamente incongruo il paragone con l’altro Silvio (che c’entra?), qui siamo davanti a qualcuno che ha lavorato gratis con la Carrarese, (che secondo me non è un merito), si è preso diversi anni sabatici (comunque sempre tra gli agi dei soldi dei numerosi contratti stipulati nella sua carriera sia prima che dopo), ha scelto di andare dove sentiva delle sensazioni positive, salvo poi decidere che si erano tramutate in negative, senza comunque mai rispettare le convenzioni (piaccia o no) di un mestiere molto particolare in cui devi accettare il sistema nel suo complesso e non a corrente alternata quando “non ci sono più le condizioni”. A parte che sarebbe auspicabile che il Sig. Baldini ogni volta che viene chiamato da una proprietà, valuti molto attentamente PRIMA, se il tutto si armonizza con il “suo” mondo puro, sarebbe “romantico” secondo me non già che lui tolga il disturbo quando meglio lo crede, ma che lo possa fare magari chi fa un lavoro usurante o deve subire dei ricatti di ogni tipo e quotidiani e non può andare via perchè se lavorasse gratis da un’altra parte o non lavorasse affatto, non arriverebbe a fine mese. Penso poi che la commistione tra i concetti di famiglia e di gruppo di lavoro sia del tutto incongrua, insensata e forse anche pretestuosa per legittimare le sue fughe. Ma quale famiglia? Personaggi di altri tempi? In questa categoria preferisco includere ben altri allenatori che magari hanno sopportato un sacco di cose, senza fare polemica, hanno vinto e non sono mai scappati in corsa. Un nome? Ottavio Bianchi e tanti altri. Alla fine il Sig. Baldini, oltre a non avere la forza interiore per completare una missione (magari abdicando in parte ai suoi princìpi adamantini) o accettare nuove sfide, come si conviene ai professionisti veri, dovrebbe forse cambiare mestiere, quel mestiere che comunque gli garantisce la possibiltà di far parlare di sè e di avere anche molti agi e questo a prescindere dalle sue vicende private innegabilmente degne di rispetto e che lui ha anche strombazzato portandole dentro uno spogliatoio, secndo me sbagliando. Il calcio che noi tutti viviamo e commentiamo è zeppo di magagne che ci dovrebbero allontanare per sempre da questo mondo. Ma siamo sempre qua. E quindi credo che i turbamenti del Sig. Baldini si tramutino solo in stimolazioni giornalistiche di cui francamente non si sente il bisogno

    1. Condivido la replica perchè mi pare troppo facile abbandonare un progetto quando le cose vanno male. Mister Baldini non regge le pressioni negative quindi non può essere ritenuto un soggetto affidabile.

  5. ” Silvio è una mosca bianca se si conta che l’altro omonimo fa di tutto per tornare in poltrone dove già era stato e litiga con i partner di coalizione” Cioè?

  6. Ho visto Perugia-Sud Tirol, domenica pomeriggio, proprio perché incuriosito dalle precedenti, stralunate dichiarazioni del ‘profeta’ Baldini (v.Ciprì e Maresco, ‘chi mi chiamastivu affari’). Il Perugia mi è sembrato letteralmente una squadra senza capo né coda, parente strettissima del Palermo dello scorso campionato, ante-miracolo. Coinvolto nel vuoto anche Luperini (anni 3 di contratto), rimpianto da tanti tifosi rosanero. Non so, a me ha sempre ricordato il Gaetano di Troisi, che corre trafelato intorno ad un palazzo per rincontrare la bella Marta, rimanendo però senza fiato. ‘Ricomincio da tre’ (che può andar bene pure come pagella, per Baldini). 

  7. Rispettando il punto di vista del Sig. Zanca, mi chiedo che paragone è quello con “l’ altro Silvio ” ? qui si parla di calcio e del Palermo o no ?

  8. Mi trovo in sintonia con l’autore dell’articolo e, francamente, non comprendo l’astio di parte della tifoseria rosanero qui e altrove espresso nei confronti di una persona che avrà i suoi difetti (come tutti noi), ma senza la quale adesso incontreremmo Gelbison e Giugliano, piuttosto che Genoa, Parma e Cagliari. In un Paese di gente attaccata alla poltrona, lasciare un posto in cui non ci si sente a proprio agio o quando non si ritiene di poter ottenere risultati è sempre più raro. O forse hanno ragione gli allenatori che si fanno cacciare per mantenere lo stipendio, come è accaduto di recente a Palermo in almeno due casi? Io rispetto Silvio Baldini e gli sono grato per avermi ridato la gioia di tornare allo stadio.

  9. Famiglia? Figli? Questa strumentalizzazione è pessima, oltre che tendenziosa perché vuole solo dividere. Baldini appartiene al passato, perché triturare ancora?

  10. Mi dispiace non condivido niente di quanto scritto dall’autore.
    Si! D’accordo Baldini con il Palermo ha vinto!
    Ma il danno creato con le dimissioni? No! per carità.
    A Baldini auguro tutto il bene di questo mondo.
    Saluti.

  11. Di certo non sono arrabbiato. anzi…… si!
    Posso fare io una domanda all’autore del Pezzo?
    Ok! Secondo lei Baldini da Palermo è andato via vincitore……?
    Io dico che è andato via lasciando un danno….. che speriamo di riuscire a sanare a fine stagione.
    Saluti.

  12. Ingrati. Questo è l’aggettivo perfetto per certi tifosi tipici palermitani. Baldini è stato un eroe. Stop. Va rispettato solo per questo. Ma il tifo qui non è ancora così maturo e così legato alla propria squadra come in altre città

  13. Baldini da innamorato di Palermo sarebbe dovuto restare a combattere contro quelle che lui ha identificato come avversità , i palermitani non gli avrebbero mai voltato le spalle e questo basta. Purtroppo sta pagando questo errore

  14. Che non sia attaccato ai soldi non saprei… mi risulta che a Palermo ha pure acquistato una casetta. Quindi non vive di sola aria. Poi il termine vigliaccheria in questo caso direi che può essere visto in maniera diversa…è da vigliacchi lasciare o continuare? Lo chiediamo ad un perugino? Direi che invece ha dimostrato di essere una persona poco determinata e poco propensa a lavorare. Per sua fortuna fa un lavoro dove è facile ricominciare altrimenti sarebbe stata dura per uno con la sua testa lavorare in un altro tipo di ambiente.

  15. Io gli saro grato a vita. Pero silviuccio con la pancia piena e piu facile prendere certe decisioni. Vediamo se un padre di famiglia attanagliato dalle scadenze puo agire allo stesso modo. Voi che ne dite?

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