Palermo, il fallimento, il calciomercato, il futuro: ecco i possibili scenari

Mercato o non mercato? Alla luce della nuova perizia chiesta dai giudici del Tribunale di Palermo, i tifosi (ma anche lo stesso Zamparini) si interrogano sulle effettive possibilità del club rosanero di effettuare acquisti o eventuali cessioni nella prossima sessione invernale. Il Palermo potrà ingaggiare dei rinforzi, oppure rischia di dover operare solo in uscita con il pericolo di cessioni eccellenti a partire dal capitano Nestorovski? E in ottica fallimento, il nuovo rinvio potrebbe portare a tempi sempre più stretti per un’eventuale salvataggio della squadra?

Nel corso di Petali di Rosa (in onda su Tele One), l’esperto di diritto fallimentare Castrenze Guzzetta espone il suo punto di vista: “Il CTU era una delle ipotesi prevedibili alla luce di versioni contrastanti da parte della Procura e dello stesso Palermo. Non credo che tale rinvio possa dare maggiori speranze ai rosanero rispetto a prima; penso però che il Tribunale abbia agito in maniera corretta per pervenire a una decisione il più possibile ineccepibile, avvalendosi di consulenti di altissimo livello. Non escludo tuttavia che prima ancora del termine dei 50 giorni venga richiesta una proroga vista la mole di documenti da esaminare”.

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Guzzetta condivide il punto di vista di Zamparini che parla di mercato bloccato, ma precisa: “Il mercato ovviamente non è bloccato per un divieto normativo, ma in caso di fallimento potrebbero essere soggette ad azione revocatoria tutte le operazioni considerate pregiudizievoli per i creditori fino ai 2 anni antecedenti al fallimento e entro 6 mesi dallo stesso, il tutto a discrezione dell’eventuale curatore fallimentare”.

E le operazioni in uscita? Il caso Nestorovski è emblematico della complessità della situazione: “Accettare offerte importanti per il macedone sarebbe ossigeno per le casse del club ma il pagamento avverrebbe quasi certamente a rate nell’arco di anni e intanto la squadra (in attesa di una decisione del Tribunale) vedrebbe ridotto nell’immediato il proprio tasso tecnico. Paradossalmente però rifiutare decine di milioni sarebbe una decisione persino peggiore in ottica di bilancio”.

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Guzzetta si mostra ottimista solo per determinate operazioni: “Le uniche operazioni che quasi certamente non rischiano azione revocatoria sono i prestiti gratuiti con il solo pagamento dell’ingaggio (che rientra nell’ordinaria gestione dell’azienda), dimostrando di poter far fronte alle spese correnti; si potrebbero anche studiare alcune formule per non mettere in difficoltà il bilancio. Mi chiedo però da tifoso quale sia stato il progetto Palermo dal 2011 in poi al di fuori della mera compravendita di giocatori in entrata e in uscita”.

In questo senso viene ribadito ancora una volta l’invito alla cautela: “In un momento in cui si ipotizza che lo stato di dissesto del Palermo possa sussistere, l‘imprenditore coscienzioso dovrebbe essere indotto a non aggravarlo contraendo nuovi debiti, come quelli che nascono dall’acquisto di nuovi calciatori, anche in prestito. D’altra parte, questo strumento non è un’azione che permette di annullare o risolvere i contratti stipulati ma ha la sola funzione di fare rientrare nel patrimonio dell’eventuale fallito dei beni usciti”.

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In prospettiva, però, il tempo però inizia a stringere: “Se il Palermo venisse dichiarato fallito, è plausibile che  vengano nominati nuovi periti ed entro un mese (sulla base di tutte le perizie già eseguite) venga bandita l’asta fallimentare, partendo da una base fino ad arrivare ad una congrua offerta: certamente tra norme di affiliazione e parametri imposti dalla FIGC, iniziamo ad essere molto al limite con i tempi. Il giudice delegato e il curatore però farebbero tutto il possibile per aggiudicare all’asta in tempo il patrimonio del club e permettere la salvaguardia del titolo sportivo, parco calciatori, marchio, settore giovanile e quant’altro”.

Manovre occulte per far cedere il club a Zamparini? “Non credo, ho grande fiducia nelle istituzioni e nel Tribunale fallimentare e la richiesta di perizia è una scelta assolutamente garantista. Il giudice non farà altro che prendere atto delle valutazioni della perizia e comunicare la propria decisione. Se mi chiedete se solo in caso di asta fallimentare si presenteranno molti soggetti interessati, questa invece è un’ipotesi altamente probabile”.

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