Bologna-Palermo: il ricordo di uno “scippo” finale

Una semplice partita di campionato nel presente, una finale di Coppa Italia nel passato. Pensi a Bologna-Palermo e non ti viene in mente la sfida della prossima domenica o quella dell’anno scorso. La mente ti porta a quell’ormai lontano 23 maggio del 1974, a quella finale dall’esito che sembrava già scritto e che invece ha recitato una finale tanto inaspettato quanto doloroso. Il Palermo perse quella finale ai rigori, aprendo la maledizione della coppa nazionale per i colori rosanero. Non è una supposizione, vista che per altre ben due volte il Palermo s’è fatto sfuggire la vittoria nell’atto finale della competizione: nell’anno ’78-’79 contro la Juventus e quella più recente del 2010-2011 contro l’Inter. Dal Bologna ai nerazzurri nulla è cambiato: stesso finale e stessa delusione. Ma è giusto partire da quel lontano 23 maggio degli anni ’70, in un Olimpico di Roma che ha ospitato, anche quella volta, un esodo di tifosi rosanero.

A quella finale arrivarono due squadre di pianeti differenti: il Bologna, squadra rinomata di Serie A, ed il Palermo, giovane squadra di Serie B guidata da Viciani in panchina e da Renzo Barbera presidente. Un Palermo d’altri tempi, in un calcio che sembra essere di un secolo fa. Il risultato sembrava già scritto, sulla carta non doveva esserci partita nonostante il cammino rosanero fino a quel punto fosse stato di tutto rispetto ed a tratti sorprendente. Una squadra di Serie A contro una di B, che vuoi che risultato ne venga fuori? Ma quando si dice che la finale è una partita a sé non ci si allontana molto dalla verità, ed anche quel giorno è stato dimostrato.

Il Palermo parte, un colpo di testa di Magistrelli al 13′ vale il clamoroso vantaggio. I rosanero dominano, il Bologna fa fatica. Il Palermo crea tanto ma spreca: emblematica l’occasione sui piedi di Magistrelli che ruba palla ad un difensore, vola verso il portiere felsineo Buso, si allarga troppo e tenta un pallonetto che Cresci sventa sulla linea. Rosanero spreconi ma in controllo del match. Tutto sembra scorrere via senza problemi, ma il fato colpisce quando meno te l’aspetti. Savoldi butta fuori il pallone e nella concitazione del momento prende la palla e batte il fallo laterale. L’arbitro non rettifica, si prosegue. Bulgarelli riceve in area spalle alla porta, Ignazio Arcoleo arriva da dietro e lo tampona. Bulgarelli cade (o si tuffa, come ammesso qualche anno dopo), per l’arbitro Gonella è calcio di rigore. Sul dischetto si presenta Savoldi, batte il penalty ma l’arbitro ferma tutto perché il portiere rosanero Girardi si tuffa in anticipo. Savoldi ribatte, questa volta non sbaglia ed è 1-1. Risultato bugiardo e immeritato, ma è ancora parità. Si decide tutto alla lotteria dei calci di rigore. Prima fallisce Cresci, ma sono gli errori di Vullo e Favalli (che manda la palla sulla traversa) a condannare il Palermo. Termina 5-4, sono i felsinei ad alzare la Coppa.

Un finale amaro, che spedì quel Palermo dal gioco spettacolare all’inferno. Un destino beffardo, o meglio, una grande ingiusta. Per quel fallo laterale inesistente, per quel rigore dubbio, per l’irruenza di Arcoleo pagata a caro prezzo e ancora oggi rimpianta, per gli errori dal dischetto, per una finale sfuggita dalle mani quando sembrava ormai in cassaforte. Lacrime negli spogliatoi, ma ci pensò il presidente Barbera a consolare tutti. Lui forse era il più deluso di tutti, convinto che dietro quella vittoria del Bologna forse ci fosse altro, ma non lo dava a vedere e consolava tutti, donando anche il premio vittoria nonostante la sconfitta. Onore comunque a Barbera, Viciani, Arcoleo, Magistrelli, Bulgarelli, Savoldi, a chi può ed a chi non può più raccontare come andò quella partita. E’ grazie a loro che, pensando a Bologna-Palermo, la mente vola a quel lontano 23 maggio del 1974.

3 thoughts on “Bologna-Palermo: il ricordo di uno “scippo” finale

    1. sono d’accordo anche se rivedendo nel tempo l’azione del pari Arcoleo ha fatto una stupidata incredibile a fare quell’intervento sotto gli occhi dell’arbitro

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