Delio Rossi: “Ero in debito con il Palermo, non potevo dire di no”

Il ritorno di Delio Rossi. A otto anni di distanza, il tecnico riminese torna a sedersi sulla panchina rosanero e per la prima volta torna a parlare da allenatore del Palermo.

ORE 18.10 – “Conto in sospeso? Allora… innanzitutto il primo pensiero va a Stellone. Sempre brutto quando si sostituisce un allenatore. Se avessi ragionato razionalmente avrei detto di no, ma quando chiama il Palermo… non potevo dire di no. Palermo ha vissuto un apice sotto la mia gestione e io sono andato via, ma sono sempre stato rispettato. Ero in debito“.

ORE 18.15 – Rossi: “La partita di Livorno? Penso che non devo stravolgere niente, a 4 giornate dalla fine non puoi intervenire sul piano fisico o cambiare sistema di gioco. Puoi dare delle dritte ma senza stravolgere. Conosco la squadra, ma un po’ di studio ci vuole. Riparto dai giocatori, facendo le scelte più accurate possibili, quelle che ti danno più garanzie. La differenza può farla anche l’ambiente. Il calcio è finanza, profitti, ma poi sul campo bisogna vincerle, le partite. La gente deve stare vicino ai ragazzi, soprattutto ora nel momento della difficoltà, è un momento particolare… altrimenti non sarei qui. Bisogna stringersi e cercare di fare il massimo”.

ORE 18.22 –Ripetere l’esperienza di Bologna nel 2015? Società e situazioni diverse. L’anno prima erano in A, pensavano di stravincere il campionato e sapevano di dover passare dai playoff. Bisognava fare meglio di quanto fatto. Ho usato il buonsenso, ho lavorato sulla testa, ho coinvolto chi era in disparte e chi mi dava garanzie sul piano fisico”.

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ORE 18.23 –  “Se mi serve un leader? Faccio questo lavoro da trent’anni… ma io ‘sti grandi leader non li ho visti. Molti erano leader di se stessi, sono gli altri che ti rendono leader. Devi essere credibile: ho avuto grandi giocatori, ma gente carismatica mai. E poi non voglio addossare responsabilità: ognuno dia quello che può dare. Sono 4 giornate secche. Non c’è futuro, non ho promesse e non me ne sono state fatte. Ci giochiamo tutto”.

ORE 18.30 – “Umore della squadra? Ovviamente non posso fare grandi cose, ci vuole tempo, posso aggiustare qualcosa ma in base a quello che c’è. Non ci siamo raccontati barzellette, ma il gruppo è consapevole della situazione. L’impegno è quello di tenerli isolati dalle cose societarie e farli concentrare sul campo. Io ai giocatori alibi non gliene voglio dare, non l’ho mai fatto. Non sono mai stato al Real Madrid, ma se si perde la colpa non è della società. Io penso al campo, mi hanno preso per questo”.

ORE 18.31 – “Leva emotiva? Certamente è una scommessa, come tante nella mia vita. La razionalità diceva di no, non sono un gestore o un terapeuta che guarisce, la mia carriera lo dice. Ma penso di poter toccare le corde giuste. Vorrei gente positiva, senza piangersi addosso, cercheremo di essere migliori e di far leva sull’orgoglio”.

ORE 18.33 – “In teoria dovrei togliere le cose sbagliate e mettere le cose giuste, ma non c’è tempo. Devo mitigare e rafforzare quello che va già bene, lavorando sull’autostima, non ho il tempo di intervenire su tutto quello che va male. Una caratteristica positiva di questa squadra? Non mi sono mai sembrati arrendevoli, la classifica dice che questa squadra lotta e ha i valori giusti per la categoria”.

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ORE 18.36 – “Io sono uno di quelli che inizia a leggere il giornale dalla Serie D, dall’ultima pagina. Il calcio lo seguo tutto, magari non nel dettaglio ma ho seguito. Il Foggia? Ci sono squadre, che se mi chiamano non posso dire di no, poi loro hanno fatto altre scelte; io gli avevo dato la mia disponibilità, così come altre squadre che se mi chiamano mi mettono in difficoltà. La Serie B? Non è un fatto di tecnica, ma soprattutto quando questa viene messa in campo nel momento decisivo: se Juve e Ajax si incontravano due mesi fa forse andava diversamente. Il campionato si decide quando metti in campo l’eccellenza nel momento decisivo”.

ORE 18.37 – “Io a Palermo ho vissuto momenti splendidi. Voglia di rivincita? Io alleno e continuerò a farlo e non alleno pensando che queste 4 partite mi devono portare chissà dove. Non devo dimostrare qualcosa a qualcuno, ma solo a me stesso”.

ORE 18.38 – “Se ripenso all’esperienza di Lecce 16 anni fa? Io non penso al Lecce… penso al Livorno. E’ determinante sempre la prossima partita e poi quella dopo. Chi ha avuto l’idea  dell’allenamento a porte aperte? Non è importante se l’idea è mia o di altri… e poi cosa c’entra? (ride, ndr.)”

ORE 18.41 – “Modulo? Un allenamento è troppo poco, ma non voglio stravolgere e inventarmi qualcosa che non è nelle loro corde. Sostituisco un collega che ha fatto il massimo: se ha fatto delle scelte, penso ne fosse convinto e fatte in base al materiale che aveva. Cambiare troppo lo trovo sciocco, farò meno… danni possibili”.

ORE 18.42 – “Cosa ho detto alla squadra? Che voglio sentire il noi, non l’io; voglio sentire parlare di qualità di squadra. Ho bisogno di uomini, più che giocatori”.

ORE 18.47 –Boccadifalco una delle mie case? Quali erano le altre due? (ride, ndr.). E’ un emozione tornare qui: sono legato a tutti, sono coloro con cui ho vissuto 24 ore al giorno. Rivederli dopo 8 anni, con un po’ di pancia e qualche capello bianco in più, mi ha fatto piacere. Esperienza in Bulgaria? Ci sono mentalità e lingua diversi: un’esperienza che mi ha arricchito tanto. Bisogna sempre cogliere qualcosa, non ci arrivrò mai al milione, ma un’altra monetina l’ho messa”.

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3 thoughts on “Delio Rossi: “Ero in debito con il Palermo, non potevo dire di no”

  1. Caro Delio mi raccomando punta sui giocatori esperti, punta sui big, lascia perdere i vari fiordilino, mazzotta, lo Faso, accardi, pirrello…la gente non li vuole.

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