“Fidatevi di Tutino, Palermo è la piazza giusta per uno come lui”

Una promozione in Serie B, quella del Cosenza del 2017, rimasta nel cuore di tifosi, addetti ai lavori e calciatori. E tra quei calciatori che festeggiarono, in un giorno glorioso scolpito negli annali della città, c’era Gennaro Tutino (12 reti, di cui 4 ai playoff), ora chiamato dal Palermo per far parte della famiglia rosanero del tecnico Corini.

E chi, meglio del popolare giornalista televisivo di Cosenza Giuseppe Milicchio, può raccontare Tutino dopo averlo vissuto per un’intera stagione? Con i suoi gol si è… sgolato, un po’ come a Palermo capitava a Guido Monastra con i gol di Nuccio o Cappioli. “Questo è uno bravo – dice Milicchio -, fidati. Tranquillo e con la testa sulle spalle, non è un fumantino”.

Un giocatore che sulla carta sembra avere tutto: tecnica, carattere e disciplina. Cos’è andato storto? 

“L’errore fu fargli credere troppo presto di essere un calciatore di Serie A. L’hanno mandato al Verona e quello probabilmente è stato un passo troppo lungo. Serviva un altro step, era un salto di categoria non adeguato in quel momento”.

A Tutino il compito di aiutare o sostituire Brunori. Meglio da esterno,  seconda punta o terminale offensivo?

“Lui non è una prima punta, gli piace partire in velocità, soprattutto sull’esterno. Ha piedi buoni, salta l’uomo e anche fisicamente non è messo male. Basta guardare il gol segnato nello spareggio playoff: parte dalla metà campo del Cosenza, arriva in porta e fa gol”.

Palermo è la piazza giusta per prendere il volo e realizzare i sogni? Può fare la differenza?

“E’ un calciatore che vive di entusiasmo. Palermo è una piazza in cui ho passato parecchio tempo per motivi di lavoro legati proprio al calcio, quattro anni splendidi. E secondo me Tutino sposa perfettamente questo tipo di città. Secondo me farà bene”.

Non c’è il rischio che faccia il ruolo di comparsa? 

“Assolutamente no. Il posto se lo conquisterà, lo vedrete già dalla grinta in allenamento”.

Ad aprile c’è Palermo – Cosenza…

“Tifo Cosenza, ma sono un affezionato del Palermo: sono rimasto legatissimo alla città”.

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