Lo stadio chiuso, i “lucchetti dell’amore” e quella voglia di riscatto

L’atto finale è compiuto e la serratura del portone d’ingresso del Barbera è stata sostituita, come spesso si usa fare alla fine di storie d’amore, soprattutto quando queste sono precedute da tradimenti. Un gesto più simbolico che altro, con il quale la città, rappresentata dal Sindaco, presente durante le operazioni di sgombero, ha inteso dare un taglio netto e irreversibile al passato.

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Ora accanto al dramma dei dipendenti della vecchia società che deve pur trovare una soluzione, si pensa a ricostruire una squadra e a progettare un futuro con le nuove forze che già amano questa città e che già per questo partono da una buona base. I tifosi cercano di farsi coraggio e sono pronti a ripartire dalla serie D, cosa che fino a due mesi fa non era neanche lontanamente immaginabile. I loro sentimenti sono davvero contrastanti, un mix di rabbia, d’amore e di speranza.

La sensazione è che si poteva fare di più per non precipitare nel baratro che in una giornata di sole d’estate, ha distrutto i sogni di tante persone e polverizzato l’orgoglio di una città intera. Io stessa per tanti giorni ho preferito non parlare del mio amato Palermo, cercando così di alleviare la sofferenza rimuovendo dai pensieri la dolorosa realtà. Facile a dirsi che nella vita ci sono problemi più importanti e dolori ben più forti quando in gioco ci sono i sentimenti, le emozioni e il senso di appartenenza che anch’io come tanti tifosi e tifose, ho sentito forte anche nei giorni in cui il Palermo non esisteva più.

Ora bisogna voltare pagina, pur senza dimenticare d’avere vissuto anni felici da raccontare ai nipotini, nelle ore vuote dei pomeriggi domenicali che verranno. Prime posizioni in campionati di serie A, qualificazioni a coppe europee, gol spettacolari e foto accanto a giocatori straordinari, protagonisti in nazionale e ai mondiali di calcio. Io ho anche avuto il privilegio di andare a trovare la squadra a Bad Kleinkirchheim per ben due volte e ora dovrò farlo a Petralia Sottana che pure è magnifica come tutte le Madonie e di cui tutti i siciliani dovrebbero andare fieri.

I tifosi sono feriti ma si stanno rialzando, sui social si condividono nuovi cori, si acquistano maglie rosa a buon prezzo e ci si prepara a una “festa della rinascita rosanero”. Penso che la maturità e la passione che stanno dimostrando i tifosi rosanero in questi mesi debba essere da stimolo alla nuova società, per la realizzazione di un apparato serio e per la formazione di una rosa di calciatori di buon livello agonistico. In fondo si chiede poco: potere ancora gioire per un ideale, sventolando bandiere e sollevando sciarpe, intonando un coro nel nostro stadio.

La città umiliata attende un riscatto e ce la farà anche stavolta, come ci insegna la Storia. L’aquila tornerà a volare sulle ali dei nostri sogni e ci porterà ancora tante soddisfazioni. Crediamoci!

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