Palermo, il piano B di Inzaghi funziona a metà: la strada è ancora lunga
Le scelte forti di Chiavari affondano le radici nel post-partita di Castellammare di Stabia. Capitano e vice in panchina, nessun minuto per Brunori, solo un piccolo spezzone per Segre, fascia da capitano affidata a Bani e non a Ceccaroni, che l’aveva già indossata in passato: decisioni che hanno il sapore di una rottura col passato, difficili da ricondurre ai soli aspetti tecnico-tattici.
Inzaghi era stato chiaro dopo il k.o. con la Juve Stabia: “Tutti sotto esame”. Le due settimane di sosta, dense di riflessioni e confronti, hanno portato alla definizione di un piano B che contro l’Entella ha funzionato solo in parte. Un messaggio forte, però, è arrivato, pur dando la sensazione che il percorso sia ancora lungo. Il problema è che il campionato, nel frattempo, non aspetta nessuno.
La scossa mancata e la nuova via di Inzaghi
La strategia iniziale di Inzaghi e della società, a inizio estate, era quella di puntare sul rilancio dei giocatori che già indossavano la maglia del Palermo. Pur avendo operato diverse cessioni, il nucleo della squadra era rimasto per buona parte intatto. La missione dell’allenatore doveva essere quella di valorizzare un capitale che appariva soltanto deprezzato. Questo era il piano A, ma l’andamento del campionato ha raccontato una storia diversa.
Esaurita la spinta iniziale dell’entusiasmo, il Palermo si è appiattito e la “vecchia guardia” non è riuscita a dare la scossa. I nuovi si sono ‘adeguati’ e la squadra ha perso intensità, finendo per pagare dazio nel ciclo di gare precedente all’ultima sosta. La sconfitta con la Juve Stabia, la terza in quattro gare, è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Inzaghi ha quindi imboccato una strada nuova, complessa e incapace di produrre risultati immediati, come lui stesso ha ammesso dopo la trasferta di Chiavari.
Modificare impianto di gioco e progetto tecnico/tattico in una squadra già costruita e con un’idea così definita è complicato. L’allenatore può intervenire allora sulle scelte e sulla gestione dello spogliatoio. Ed è proprio lì che Inzaghi sta cercando la svolta. La strada, però, sembra essere solo all’inizio.
Segnali, ma poche note positive
Pareggiare a Chiavari può starci nell’economia di un campionato. Il problema è che il Palermo, per i risultati arrivati nel ciclo precedente di partite, si era messo nelle condizioni di trasformare la sfida con l’Entella in una sorta di finale. Inzaghi ha scelto di giocarsela in un modo ben preciso, con decisioni nette.
Le note positive, però, restano poche: la squadra ha mostrato più voglia e maggiore organizzazione rispetto alle disastrose trasferte di Catanzaro e Castellammare di Stabia. L’intensità c’è stata, in una partita che per lunghi tratti è sembrata più una battaglia di rugby che un match di calcio. Ma anche questa, del resto, è la Serie B.
Vasic cresce, Palumbo a due facce
Da apprezzare le scelte più coraggiose di Inzaghi. Vasic è partito dal primo minuto e ha disputato la sua miglior partita da quando veste la maglia rosanero. In quella posizione da trequartista sul centrosinistra, provata spesso già nel ritiro estivo, si muove con naturalezza e gode anche di un’ottima condizione fisica. Deve crescere in concretezza e lucidità nelle scelte, ma la direzione sembra quella giusta.
Palumbo ha vissuto una partita a due facce. Nel primo tempo è apparso spento, con un solo lampo: il cross per Augello, nell’occasione del palo. Nella ripresa è salito nettamente di livello, trasformandosi in un vero tuttocampista. Inzaghi gli ha abbassato il raggio d’azione e lui ha replicato una prestazione simile a quella di La Spezia, dove era stato tra i migliori. In questo momento è l’unico a saper accendere la luce, ma una porzione di campo così ampia da coprire può esaltarlo solo in determinati contesti. Il suo talento servirebbe più tra le linee, non a pochi metri da Joronen.
Tra scelte forti e nuovi equilibri
Inzaghi sembra intenzionato a proseguire su questa nuova strada. Brunori, e in parte anche Segre, appaiono ora più indietro nelle gerarchie e dovranno riconquistare fiducia e spazio. Contro la Carrarese rientrerà Ranocchia, sempre utilizzato come titolare quando disponibile: dovrebbe tornare a centrocampo, ma resta da capire chi gli lascerà il posto.
Il Palermo è in piena trasformazione e il piano B, a Chiavari, ha funzionato solo a metà. Sabato, contro la Carrarese, arriverà l’ennesima prova del nove per capire se il percorso intrapreso è davvero quello giusto o se non resterà altra scelta che ‘sopravvivere’ fino alla sessione invernale di calciomercato.

Io alla prossima di campionato farei così…..
Peda , Bani e Veroli
Pierozzi, Giovane, Palumbo, Augello
Vasic, Le Duoron dietro Corona
D’accordo, per fortuna togli Ranocchia, però perché metti Le Douaron? Ovvero la negazione del calcio concreto? Poi perché non Pohjanpalo?
In questo bel pezzo di Roberto Parisi si mette in luce l’attuale situazione (poco trasparente come al solito) e le prove di rivoluzione che attendono il Palermo nel prossimo mercato di gennaio. La fiducia in questo gruppo societario è ormai quasi agli sgoccioli.
Noi tifosi abbiamo un vantaggio, vedremo presto se la società intende tentare di andare in A quest’anno o meno, vediamo se comprano qualcuno, cominciando da un regista vero.
Scusate, ma se una cosa funziona a metà è anche peggio di quando non funziona per niente. Esempi. Il phon, funziona un minuto, poi si spegne e resti con i capelli bagnati, rischiando magari una polmonite, co sto freddo… Un televisore, si accende, guardi un programma, un film che ti piace e d’un tratto lo schermo diventa tutto nero. Lasciandoti fisso, come un fesso…
Ma quale piano B. Purtroppo l impianto di gioco del Palermo è troppo prevedibile, basandosi solo esclusivamente sulle fasce. Nel momento in cui gli avversari bloccano le fasce il gioco non ha sbocco. È monocorde. La squadra produce meno che zero. Tiri in porta neanche a parlarne, entrare in area è utopistico. Ovviamente zero rigori.
Scrivo quanto scrissi mesi fa.
La migliore formazione possibile con la rosa attuale è:
Joronen (o Gomis quando rientra).
Diakitè Bani Peda
Giasy Gomes Blin Vasic
Palumbo
Brunori (o Le Douaron) Pojhanpalo
Ma notizie degli infortunati?????
…. da noi chi entra in infermeria non esce più!!!!!!
gomes potrebbe rientrare sabato, gyasi ne avrà per almeno due partite
Beh, se sabato dovesse rientrare Gomes saremmo a cavallo. O quasi..,
Per i media palermitani risulta, di sicuro, più facile addossare alla “vecchia guardia” la responsabilità dell’attuale involuzione della squadra che chiamare sul banco degli imputati Gardini, Galassi, Bigon e gli altri fenomeni
di CityGroup contestando loro il quarto campionato
fallimentare consecutivo annunciato. Anche perché questi signori, se davvero Brunori, Segre, Ceccaroni e compagnia calciante avessero davvero smarrito motivazioni e grinta come sembra dare per scontato Parisi (magari imbeccato da qualcuno
dei potenti evocati), sarebbero i primi a dover rispondere dell’ipotizzata resa di una “vecchia guardia” madre di tutte le sconfitte secondo l’autore dell’articolo e, invece, ancora disposta a combattere secondo me. Stampa, televisioni, radio, portali e social, anziché individuare in determinati giocatori i colpevoli dell’attuale crisi, dovrebbero, insomma, chiedere alla dirighentzia conto di sette campagne acquisti sbagliate, della pessima gestione dei rapporti con Federazione, Lega e altri club, della rottamazione di un settore giovanile tradizionalmente fertile e, soprattutto, della presa per i fondelli di tanti tifosi che ancora credono nella reale volontà della Proprietà di ottenere la promozione indipendentemente dalla concessione secolare dello Stadio e delle aree connesse da parte del Comune.