Palermo, respinto l’ultimo ricorso sui palloni in campo a Frosinone

Tornano gli spettri del passato in viale del Fante. E’ stato respinto l’ultimo ricorso (il nono) dell’ormai scomparso U.s. Città di Palermo riguardo la faccenda di Frosinone e i palloni lanciati in campo nei playoff Serie B del 2018.

Secondo quanto riportato dal Giornale di Sicilia, la curatela fallimentare aveva provato a ribaltare la sentenza del Tar del Lazio ma è stato rilevato un difetto di giurisdizione.

L’appello del vecchio Palermo è stato ritenuto improcedibile visto che la sentenza verte sul risultato del match e non sul possibile diritto di accedere al campionato di A.

Il Consiglio di Stato mette così la parola fine alla vicenda che aveva portato il Coni a accettare la tesi del Palermo ma senza la possibilità di infliggere sanzioni poiché la situazione era cristallizzata.

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15 thoughts on “Palermo, respinto l’ultimo ricorso sui palloni in campo a Frosinone

  1. Una delle porcate più immonde mai realizzate su un campo di calcio, per me il Frosinone andava punito in maniera esemplare, ma sta pagando con anni di attasso buttato da tutti i palermitani…

  2. Mai visto che ub arbitro su pressioni dele giocatori della squadra punita con un rigore ritorni indietro sulla sua decisione||||||

  3. Dopo tutto quello che abbiamo subito noi in passato quando sento parlare di Palermo agevolato dalla vicenda Catania mi viene il voltastomaco. Forza Palermo sempre!

  4. Resta una delle tante pagine vergognose del nostro triste e malato calcio. Delinquenti che organizzarono una truffa ai nostri danni , creando i presupposti per rubare la partita e la sacrosanta promozione in A . Il presidente Giammarva potrebbe raccogliere tante cosette a tal proposito. Ma lo hanno massacrato al punto che preferisce dileguarsi.

  5. Uno degli aspetti che maggiormente mi colpì allora fu l’atteggiamento della stampa . Qualche articoletto leggero quasi irridente nei nostri confronti e nei riguardi di Zamparini, sorrisetti in tv a commento dei palloni in campo e silenzio o quasi sul famoso rigore concesso e cancellato. Ma quello era il Palermo per il quali era iniziata la demolizione.

  6. Secondo me il peccato originale fù l’assegnazione a La Penna di arbitrare la partita. Non si poteva designare un arbitro +++++++++++++++++++++++. Se avesse consesso quel rigore ,poi non più concesso, oggi staremmo a parlare sicuramente di altro Palermo.

  7. Rivedere Articoli di stampa in cui si congratulavano col frosinone Malagò, la più alta carica dello sport italiano e l’on. Taiani(compaesani).

  8. Ci sarebbe da trasformare il filmato di allora in un filmato virale come spot internazionale contro l’antisportività … Sono lieto che la FIGC sia stata buttata fuori dal Mondiale proprio a Palermo … Allah akbar !!!

  9. Un arbitro squalificato per rimborsi spese gonfiati, ancora più grave perché uomo (?) di legge… La promozione sacrosanta avrebbe consentito la salvezza economica, ma la congiura anti Zamparini era evidente, e la scarsa considerazione dei media per lo scandalo ne ha dato conferma…

  10. Perfettamente d’accordo con le considerazioni di schifato. Un calcio così povero come quello italiano, ammorbato da personaggi sporchi che vivono ai margini della legalità non può ambire a grandi traguardi. Giusto starne fuori e provare a ricostruire su basi più oneste . Ma ci credo poco: i personaggi sono sempre li , non mollano. Vedo pontificare ancora Moggi, guarda in po’…

  11. Si cambiano soltanto di poltrona e si fot++++ fior di stipendi. Prebende milionarie per questi bojardi federali. L’ultima assegnata? Quella della Lega dilettanti andata (giustamente) ad Abete che, forse, meglio di tutti li può rappresentare …

  12. Mi piacerebbe scoprire cosa avrebbero detto i frusinati a parti invertite. Alcuni giornalisti ciociari si difendono (a proposito di questa vicenda) dicendo che comunque il Frosinone aveva meritato la vittoria e che quindi è sostanzialmente inutile continuare a parlarne. Eh no! Non è così. A parte che questo tipo di difesa d’ufficio assume più che altro una connotazione da “excusatio non petita, accusatio manifesta” (cioè ammettono che gli effetti conclamati dell’atteggiamento antisportivo dei sigg. Maiello, Matarese, Citro e anche Soddimo per motivi diversi, tutti non adeguatamente sanzionati dalla Giustizia sportiva e dallo stesso Frosinone, hanno inficiato la regolarità della partita), il Frosinone avrà pure meritato di andare sopra di due gol, ma la partita oltre i presunti meriti del Frosinone (quindi saltiamo, per brevità, a piè pari l’episodio del rigore che avrebbe potuto determinare un’inerzia diversa della partita e dell’atteggiamento minaccioso nei confronti dell’arbitro da parte dei gialloazzurri), è stata ampiamente non regolamentare. E anche il famoso referto in cui La Penna scrive che dopo il triplice fischio erano costretti a guadagnare in fretta e furia gli spogliatoi, anche quella è una asserzione preventiva rispetto alla contestazione – fondata – che il triplice fischio non ci fu affatto. Ed in effetti non si sente in alcuna registrazione audio. E questo lo sanno tutti, ma molti fingono di non saperlo. Ora, tutto ciò premesso è utile far notare agli amici frusinati che il risentimento rosanero non è una “scusa per tornare a parlare di questi palloni in campo” come asserisce tal Andrea Campioni giornalista di Alé Frosinone, bensì una (reiterata, dov’è la colpa di ciò?) riflessione sulle lacune di una Giustizia sportiva e sul suo sistema sanzianotorio insufficiente che non riesce proprio a far prevalere principi etici e di giustizia equa davanti ai soliti interessi economici e all’impossibilità di applicarla per la lentezza delle decisioni. Le doglianze di chi subisce ingiustizia conclamata sono ancor più brucianti quando si prende atto pertanto che troppo tempo è passato per emendarla: Il Consiglio di Stato nel 2020 così ha definitivamente stabilito in relazione alla vicenda che aveva portato il Coni ad accettare le ragioni del Palermo, senza la possibilità di infliggere sanzioni poiché la situazione era “cristallizzata”. Un’ammissione di colpevolezza e di danno cagionato che sono sicuro, ripeto, a parti invertite, avrebbe fatto intristire per almeno quattro lunghi anni anche gli allegri abitanti della Ciociaria.

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