Pastore: “Palermo la scelta migliore, Zamparini pianse per me. Su Delio Rossi e Sabatini..”

Ho voglia di tornare a giocare a calcio“. Questo il desiderio di Javier Pastore. L’ex Palermo è stato intervistato da Ultimouomo in una lunghissima conversazione in cui ha toccato tantissimi temi.

Intanto, l’ipotesi di ritiro. “Non ci sto pensando adesso. Non ho ancora deciso”. Poi, il passato. “Mi chiamavano il Milan, il Chelsea, tanti grandi club europei… però io normalizzavo tutto nella mia testa. Alla fine ho deciso: la scelta migliore era Palermo. Era appena arrivato in Serie A, c’era un presidente che mi voleva molto. Mi sentivo più a casa andando a Palermo che all’idea di venire qui a Milano

“A Palermo la gente è sempre stata incredibile con me – prosegue -. Certo. A Palermo ho sempre detto che alla gente piaceva il mio modo di giocare, sì, ma quando non vedeva sforzo difensivo, sacrificio, quando perdevo palla cercando giocate difficili, mi veniva fatto notare”.

Poi i primi contatti in rosanero e il primo giorno in Italia. “Zamparini mi voleva per forza, gli piacevo tantissimo. E Sabatini ha sempre avuto un occhio particolare per i giocatori sudamericani. Il primo giorno? Arriviamo al centro sportivo, la squadra era lì in ritiro, e mi presentano il presidente, Zamparini; e lui subito, ma proprio subito, mi chiede se volevo giocare, c’era una partita amichevole quella sera. Il problema è che non avevo proprio niente con me. Andiamo in un centro commerciale e Zamparini mi dice: «Prendi tutto quello che vuoi, magliette, pantaloncini, scarpe, tutto quello che vuoi”.

Ricordo che dopo il gol in tribuna erano tutti impazziti… Zamparini piangeva. Giuro, mi hanno detto che è scoppiato a piangere! Nei primi mesi a Palermo, sì, tanto. Non avevo mai lavorato tatticamente come qua in Italia, e non trovavo gli spazi giusti in campo; mi muovevo ma non mi davano mai la palla, e non perché non me la volessero dare, ma perché ero posizionato sempre male. I primi tre mesi sono stati difficilissimi.

Il calciatore parla di Delio Rossi e Sabatini. “Delio è l’allenatore che ha avuto l’impatto più forte sulla mia carriera in Europa, mi ha insegnato tantissimo. Dopo quel mese, è venuto da me e mi ha detto che ero pronto per giocare titolare tutte le partite. Sabatini mi dava tanti consigli. Tutti i lunedì ci sedevamo nel suo ufficio e lui mi faceva vedere delle cose della mia partita, DVD di trenta minuti ogni volta. Mi diceva: «Questo molto bene», «ma questo male, Flaco», «e qui cosa hai fatto?»”.

Oltre a Cavani a Palermo ho giocato con Miccoli, Ilicic, Abel Hernandez e tanti altri che erano forti tecnicamente. Quando siamo arrivati io e Ilicic, strani come eravamo, alti, magri, uno destro e uno sinistro, la gente chissà cosa pensava. Non ho mai riguardato una partita intera di quel Palermo, però adesso mi sta venendo voglia, sai? Quell’anno con Ilicic, Abel Hernandez e Miccoli facevamo delle giocate che veramente erano un piacere per gli occhi”, conclude.

 

 

 

 


3 thoughts on “Pastore: “Palermo la scelta migliore, Zamparini pianse per me. Su Delio Rossi e Sabatini..”

  1. Ancora ricordo i passaggi di tacco tra il Flaco e Ilicic con Delio Rossi che si inc..va perché erano troppo narcisisti… Però che bello era vederli giocare! 🥲

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