Penalizzazione Juventus, le motivazioni per le plusvalenze: ecco il “peso” dei dirigenti in punti

Nel giorno dell’udienza per la manovra stipendi, la Figc pubblica nel frattempo le motivazioni della prima penalizzazione inflitta alla Juventus, quella per il filone plusvalenze (costato 10 punti di penalità ai bianconeri nel nuovo giudizio in Corte Federale d’Appello).

E nell’ampio documento – più di 20 pagine – spunta anche il “peso” dei singoli dirigenti coinvolti nel procedimento. La Corte Federale d’Appello della Figc ha infatti ritenuto di specificare in concreto il “valore” di ogni posizione in termini di “contributo causale” quantificandola in punti di penalità, che poi sommati fra loro hanno portato al totale di 10 punti di penalizzazione. NOTA BENE – Sono stati invece prosciolti: Pavel Nedved, Paolo Garimberti, Assia Grazioli-Venier, Caitlin Mary Hughes, Daniela Marilungo, Francesco Roncaglio e Enrico Vellano.

LA NOTA DELLA FIGC (estratto)

“[…] Al fine di definire il quantum della sanzione da irrogare alla F.C. Juventus spa, occorre far riferimento, in un’ottica comparativa, al contributo causale di ciascuno, in ragione del ruolo rivestito nella vicenda in esame, ed alle sanzioni irrogate ai quattro Consiglieri operativi, tra cui il Presidente della società sportiva, Andrea Agnelli.

Ne consegue che un criterio di imputazione delle relative responsabilità personali si riflette sul quantum della sanzione da irrogare al sodalizio sportivo, nei seguenti termini:
1) Fabio Paratici, 30 mesi di inibizione: pesano 4 punti di penalizzazione;
2) Andrea Agnelli, 24 mesi di inibizione: pesano 3 punti di penalizzazione, atteso il ruolo rivestito di Presidente del CdA e legale rappresentante della società;
3) Maurizio Arrivabene, 24 mesi di inibizione: pesano 2 punti di penalizzazione;
4) Federico Cherubini 16 mesi di inibizione: pesa 1 punto di penalizzazione.

Conclusivamente la sanzione della penalizzazione di 10 (dieci) punti in classifica da scontare nella stagione sportiva in corso, anche in un’ottica equitativa, si rivela del tutto idonea a soddisfare i criteri di afflittività, proporzionalità e ragionevolezza come innanzi enunciati […]”.

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