Rajkovic: “La Serie A sarà la mia rivincita. Futuro? Qui mi sento un ragazzino”

Un leader a caccia di rivincita. C’è soprattutto questo nelle parole di Slobodan Rajkovic, che intervistato dal Corriere dello Sport, racconta le proprie ambizioni di riscatto dopo i tanti infortuni e il ritorno in campo con la maglia del Palermo: “Cosa significa la Serie A? Per me anche, se non soprattutto, rivincita. Prima la A, subito, e il ritorno al calcio mondiale. Poi un pugno al passato e alla vita che mi ha dato illusioni e bruciato sogni”.

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Un sogno, quello della Serie A, da raggiungere assieme ai propri compagni: “Voglio dare tutto, i giorni difficili alle spalle, con tanti ragazzi attorno, come La Gumina, Rolando, Dawidowicz, mi sento un ragazzino. Coronado? Magie da fuoriclasse, potrebbe risultare decisivo. A lui bastano un paio di colpi per risolvere le ultime sfide e portarci in A”.

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Intervistato da Salvatore Geraci, Rajkovic viaggia fra passato e presente: “Ho altri due anni di contratto. Me li voglio godere. Troppe volte sono stato tradito. Quando ero piccolo e mi acquistò il Chelsea pensavo di salire più in alto. A sentire le voci, tutti mi cercavano. Infortuni e disavventure mi hanno fatto dubitare, oggi preferisco pensare che il giorno più bello debba arrivare. Il Chelsea mi propose altri 5 anni di contratto che rifiutai. Errore, ma te ne accorgi dopo”.

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E sui tanti allenatori passati da Palermo dice: “Ballardini, esperienza e sicurezza; De Zerbi grande idea di calcio giovane e spregiudicato; Corini trasmette serenità e sa stare coi calciatori. Lopez e Bortoluzzi li ho conosciuti poco. Tedino ha svolto un buon lavoro, mi stimava, lo stimavo. Ha avuto infortuni e meriti, è caduto su alcuni risultati. Il calcio è fatto di episodi, lo so. Stellone è bravo come uomo e allenatore. E concreto, come Ballardini. La sua età e il suo entusiasmo ci aiutano. Sembra un calciatore e riesce a trasmetterci idee condivise”.

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