“Salve, oh Patria”: testo e traduzione dell’inno nazionale dell’Ecuador

“Salve, oh Patria” è l’inno nazionale dell’Ecuador. È composto da 52 versi decasillabi (6 strofe e 1 ritornello): è stato scritto, appunto, da un poeta, Juan Leon Mera, nel 1866 (ma è stato più volte modificato). L’inno è stato musicato da Antonio Neumane.

TESTO ORIGINALE

Ritornello:

¡Salve oh Patria, mil veces! ¡Oh Patria!
¡gloria a tí!¡gloria a tí! Ya tu pecho,tu pecho rebosa
gozo y paz ya tu pecho rebosa, y tu frente,tu frente radiosa
mas que el sol contemplamos lucir.

Strofe:

Indignados tus hijos del yugo
que te impuso la iberica audacia,
de la injusta y horrenda desgracia
que pesaba fatal sobre tí,
santa voz a los cielos alzaron,
voz de noble y sin par juramento
de vengarte del monstruo sangriento,
de romper ese yugo servil. 

Los primeros los hijos del suelo
que, soberbio; el Pichincha decora
te aclamaron por siempre señora
y vertieron su sangre por tí.
Dios miró y aceptó el holocausto,
y esa sangre fue germen fecundo
de otros héroes que atónito; el mundo
vió en tu torno a millares surgir. 

De estos héroes al brazo de hierro
nada tuvo invencible la tierra,
y del valle a la altísima sierra
se escuchaba el fragor de la lid;
tras la lid la victoria volaba,
libertad tras el triunfo venía,
y al leon destrozado se oía
de impotencia y despecho rugir. 

Cedió al fin a fiereza española,
y hoy, oh Patria, tu libre existencia
es la noble y magnífica herencia
que nos dió, el heroismo felíz;
de las manos paternas la hubimos;
nadie intente arrancárnosla ahora,
ni nuestra ira excitar vengadora
quiera, necio o audaz, contra sí.

Nadie, oh Patria, no intente. Las sombras
de tus héroes gloriosos nos miran
y el valor y el orgullo que inspiran
son augurios de triunfos por tí.
Venga el hierro y el plomo fulmíneo,
que a la idea de guerra, y venganza
se despierta la heroica pujanza
que hizo al fiero español sucumbir. 

Y si nuevas cadenas prepara
la injusticia de bárbara suerte,
¡gran Pichincha! prevén tú la muerte
de la Patria y sus hijos al fin:
hunde al punto en tus hondas extrañas
cuanto existe en tu tierra: el tirano
huelle sólo cenizas y en vano
busque rastro de sér junto a tí.

TRADUZIONE

Ritornello:

Salve o Patria, mille volte! Oh Patria!
gloria a te! Già il tuo petto deborda
allegria e pace, e la tua fronte radiosa
più del sole contempliamo brillar.

Strofe:

Indignati i tuoi figli dal giogo
che t’impose l’iberica audacia
dell’ingiusta ed orrenda disgrazia
che pesava fatale su te,
voce santa ai cieli alzarono,
voce di giuramento nobile e senza pari
di vendicarti del mostro sanguinario,
di rompere quel giogo servile.

Per primi i figli della terra
che, superbo, il Pichincha decora
ti acclamaron per sempre signora
e versaron il loro sangue per te.
Dio guardò e accettò l’olocausto,
e quel sangue fu germoglio fecondo
di altri eroi che, attonito, il mondo
vide attorno a te sorgere a migliaia.

Per questi eroi dal braccio di ferro
niente di invincibile c’era sulla terra
e dalle valli alle altissime montagne
si ascoltava il fragore della lotta
dietro la lotta la vittoria volava,
libertà dopo il trionfo veniva,
e il leone distrutto si udiva
di impotenza e disperazione ruggire.

Cedette alla fine la fierezza spagnola
e oggi, oh Patria, la tua libera esistenza
è la nobile e magnifica eredità
che ci diede l’eroismo felice;
dalle mani paterne la ottenemmo;
nessuno provi a strapparcela via ora,
né la nostra ira suscitare vendicatrice
voglia, stolto o audace, contro di sé.

Nessuno, oh Patria, ci sfidi. Le anime
dei tuoi eroi gloriosi ci guardano
e il valor e l’orgoglio che ispirano
son auguri di trionfo per te.
Venga il ferro ed il piombo fulmineo,
che all’idea della guerra, e vendetta
si sveglia l’eroico vigore
che fece soccombere il fiero spagnolo.

E se nuove catene prepara
l’ ingiustizia di un barbaro destino,
gran Pichincha! previeni tu la morte
della Patria e dei suoi figli al fin.
sprofonda all’istante nelle tue profonde viscere
tutto quanto esiste nella tua terra: il tiranno
senta solo la cenere e invano
cerchi un modo di starti accanto.

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