Serie A-sintomatica, la surreale Spal – Cagliari tra sputi, plexiglass e indici di fallo

Signore e signori buonasera e benvenuti alla ripresa del campionato di calcio. Spal e Cagliari si incontrano nel recupero della giornata sospesa tre mesi fa, e dovranno adeguarsi alle nuove normative anti corona virus.
La Spal è entrata in campo cinque minuti fa e il Cagliari sta entrando in quest’istante. Niente saluti a centrocampo, i giocatori si sono mandati un whattsapp. Pubblico pagante zero, arbitra il signor Palazzolo da Bari. Nel senso che arbitra proprio da Bari, in remoto da casa sua.

Le squadre si schierano con il 4-3-3, visto che sono vietati il 3-5-2, per evitare assembramenti a centrocampo, e il 4-2-3-1, perché i giocatori non l’hanno mai capito. Le squadre iniziano l’incontro guardinghe, sembrano studiarsi, oppure non hanno capito se si possa fare fallo senza finire in quarantena. Gli allenatori urlano dalla panchina, ma con le mascherine i giocatori non sentono una mazza. Al 16esimo il Cagliari ottiene un calcio d’angolo.

I difensori della Spal calcolano il raggio di distanza di un metro tra ciascun giocatore, e mentre lo stopper verifica l’effettiva distanza, il centravanti avversario segna di testa. Proteste spalline, ma il collegamento on line con l’arbitro è a 46k, e il gol viene convalidato. L’arbitro se ne lava le mani.
Sanificazione del pallone prima di riprendere a giocare, e amuchina sulla testa del centravanti.

La partita riprende e il gioco sembra essersi sbloccato: il centrocampista della Spal salta due avversari, ma il terzo gli rifila una gomitata. Che però con le nuove regole è consentita e il gioco continua, tra le proteste autocertificate della squadra di casa. Poco dopo, invece, viene fischiato un fallo di due contro uno, e ammoniti i giocatori, secondo il nuovo regolamento Gallera, con l’indice di fallo dello 0,51. L’arbitro fischia la fine del primo tempo e invita tutti a prendere un the caldo, ma non è possibile secondo il dpcm di non si sa più quando, e la partita continua senza sosta.

Al 56esimo contropiede cagliaritano, con il trequartista lanciato a rete. Il portiere, vista la situazione di oggettiva difficoltà, si sputa sui guantoni in lattice e glieli passa in faccia all’avversario, interrompendo l’azione da gol e provocando l’immediato ricovero precauzionale del giocatore. Il punteggio rimane sull’uno a zero per il Cagliari, sia come gol che come tamponi, e l’arbitro da casa sua ammonisce il portiere per gioco scatarrato.

Al 66esimo punizione dal limite per i padroni di casa, che però avrebbero potuto ricevere soltanto congiunti, così vengono multati anche loro. Gli ospiti predispongono la barriera, con pareti di plexiglass tra un giocatore e l’altro. Il tiro colpisce un uomo in barriera sugli zebedei, visto che i difensori dovevano tenere il plexiglass lasciando incustoditi i gioielli di famiglia. Sostituzione, quindi, esce il numero 7 ed entra il numero 11, per mantenere la distanza di almeno 4 numeri per ogni cambio.

La partita volge al termine, l’arbitro nel frattempo sta partecipando a una video conferenza sul Mes, e i giocatori ne approfittano per picchiarsi come fabbri. Nei minuti di recupero il centravanti della Spal si ritrova solo in area, ma invece di tirare in porta prende lo smartphone e mette su Netflix. “Mi dispiace, è la forza dell’abitudine”, commenterà dopo.

Dopo 22 minuti di recupero l’arbitro si riconnette e manda tutti negli spogliatoi. La squadra ospite scaglionata, la squadra di casa con cambio di vocale.

Alleluja, sua maestà Il Calcio è ricominciato, gli europei si faranno il prossimo anno, i mondiali tra due. Anche se la Fifa sta valutando l’opportunità, in caso di nuovi focolai di contagi, di cambiare sede.
Non sembra sia proprio il caso di giocare in Qatar.

(g.m) Marco Pomar non è solo uno scrittore ma un artista a 360 gradi. La sua partita surreale, pubblicata sul suo profilo Fb, è un capolavoro di ironia, sarcasmo e spunti di riflessione. All’autore il ringraziamento di Stadionews per averci regalato questa perla.

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