De Zerbi – Palermo, un feeling mai nato in tre mesi travagliati

La panchina del Palermo ha le porte girevoli. Non è una novità. Entri ma non sai quando esci. Sai solo che dentro ci starai poco, questo e quanto. Lo sa Corini, che non è riuscito ad ottenere i risultati sperati e che adesso rischia di essere una delle vittime di Zamparini. Ore contate, anche se il Genio confida in una riconferma. Motivo? De Zerbi, al momento, ha deciso di rifiutare il ritorno. Si, Zamparini lo ha incontrato ma l’accordo non è stato trovato. Al momento un nulla di fatto, ma lo spettro dell’ex Foggia aleggia su Corini.

Curioso il caso di De Zerbi in terra palermitana. Dall’apparente amore all’odio, distanza minima soprattutto se nel rapporto l’altra metà della mela è Zamparini. Dopo due giornate di campionato già il primo ribaltone, con il tecnico bresciano chiamato a sostituire Davide Ballardini. Non una missione facile, vuoi per l’inesperienza, vuoi per la caratura del tecnico che lo ha preceduto e per una rosa qualitativamente scarsa. Ma accetta la sfida, forte di un gioco che in Lega Pro ha esaltato una piazza intera ed anche per un clausola anti-esonero di 500 mila euro. Non una cifretta, a dirla tutta. Le referenze erano buone, giovane, capace, con idee propositive e nessuna paura di lanciare i giovani. Insomma, il profilo dell’allenatore idea per Zamparini, che compra giovani e che vuole siano messi in mostra.

Lo stesso patron gli dà la sua fiducia, incondizionata. “Siamo in sintonia”, parola del patron, non una nostra fantasia. Il rapporto tra i due va avanti, ma i risultati del campo non aiutano. De Zerbi applica la sua filosofia, il gioco c’è ma niente di più. La vittoria contro l’Atalanta è solo un’illusione, così come il pareggio contro la Sampdoria. Da lì in poi è una sequenza interminabile di sconfitte, a volte anche pesanti, che portano De Zerbi a rischiare. Punto e a capo. Il rapporto idilliaco si ferma, Zamparini fa il suo solito giro di chiamate ma De Zerbi resta. Stranamente la fiducia continua ad essergli rinnovata, sconfitta dopo sconfitta. Un fatto inusuale per un piazza come Palermo. Zamparini, a denti stretti, gli da altre occasioni, Faggiano lo difende, la squadra lo difende. Poco importa se ad ogni partita si cambiano modulo ed uomini, poco importa se i punti raccolti sono sempre gli stessi: 0. L’arrivo del turno di Coppa Italia sembra essere come la vista della terra ferma per una nave che sta per naufragare.

Ma il naufragio arriva, altro che salvezza. Contro lo Spezia il Palermo esce ai calci di rigore, la goccia che fa traboccare il vaso. Via De Zerbi, dentro Corini. Da “siamo in sintonia” a “mi ha deluso, è penoso ed ha voluto farsi cacciare” il passo è breve. Dichiarazioni al veleno, per un rapporto conclusosi nel peggiore dei modi. Tre mesi stravagliati, di bacchettate pubbliche e di messaggi velati travestiti da consigli. Un rapporto che sembra ormai irrecuperabile ma con Zamparini la chiamata devi sempre aspettartela. De Zerbi ha declinato l’invito a ritornare e potrebbe continuare a rifiutarsi nonostante potrebbe lasciare per strada parecchio denaro. Orgoglio, o forse, voglia di mettersi alla spalle un’esperienza stressante e negativa. Ma i colpi di scena sono sempre dietro l’angolo.


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