Palermo-Foggia 1-0, PAGELLE/ “Pela” para, Floriano crea, Valente timbra

FOTO PEPE / PUGLIA

Una vittoria importantissima, anche inaspettata per come si era sviluppata la gara. Nel primo tempo il Palermo “arranca”, fa fatica a sviluppare il gioco e aspetta il secondo tempo, con il prevedibile calo atletico del Foggia, per creare qualcosa. Il Palermo non convince nemmeno questa volta ma almeno vince e sistema la classifica con la quasi certezza dei playoff.

PALERMO (3-4-2-1): Pelagotti 6,5; Marong 6, Peretti 5,5, Marconi 5,5; Almici 5, Luperini 4 (dal 21′ s.t. Odjer 5,5), De Rose 6, Valente 6,5; Kanoute 5,5 (dal 35′ s.t. Santana s.v.), Floriano 7; Rauti 4 (dal 18′ s.t. Saraniti 5).

FOGGIA (3-5-2): Fumagalli 6; Anelli 5,5 (dal 41′ s.t. Salvi s.v.), Gavazzi 6,5, Galeotafiore 6; Kalombo 6, Vitale 6, Rocca 5,5, Said 5,5 (dal 21′ s.t. Nivokazi s.v.), Di Jenno 5; Curcio 6,5, Dell’Agnello 5,5 (dal 45′ s.t. Balde s.v.).

Pelagotti 6,5: Primo tempo di superlavoro, soprattutto su una punizione dal limite che lo costringe a un tuffo sulla sua destra. Secondo tempo invece abbastanza riposante. Finalmente convincente.

Marong 6: Meno esuberante rispetto al debutto di sabato ma conferma buone doti atletiche e la necessità di migliorare sotto l’aspetto tattico. Sebbene inesperto, è comunque il più positivo di una difesa che non lascia del tutto tranquilli.

Peretti 5,5: Gioca da centrale senza avere il carisma e la sicurezza che questo ruolo richiede. Commette un fallo ingenuo da cui scaturisce una pericolosa punizione per il Foggia, becca anche l’ammonizione nel finale.

Marconi 5,5: Dalle sue parti il Foggia si rende molto pericoloso, soprattutto nel primo tempo. E lui sbanda spesso. Si riprende un po’ nella ripresa, quando gli ospiti calano d’intensità.

Almici 5: Sembra aver smarrito la voglia di impressionare. Gioca a intermittenza, fa qualcosa buona ma non basta. Vorremmo rivedere il giocatore devastante del girone d’andata.

Luperini 4: Prima o poi si capirà il mistero del perché gioca sempre. Anche contro il Foggia sbaglia tutto quello che c’è da sbagliare, mai un’idea, anche lui becca un’ammonizione evitabile. Cosa gli chiede l’allenatore prima della partita? Oggi, almeno, è uscito a metà ripresa, con un’ora di ritardo.

(dal 21′ s.t. Odjer) 5,5: Va a rinforzare il centrocampo e sotto quest’aspetto è utile. Non entra bene in partita ma con lui in campo il Palermo è più massiccio.

De Rose 6: In crescita rispetto alle ultime esitanti esibizioni. Regge il peso del centrocampo con pochi aiuti dai compagni. Almeno fino a quando non entra Odjer che lo solleva da una parte del lavoro. Buona una sua conclusione dal limite dell’area. Poteva evitare l’ammonizione per un fallo di mano inutile.

Valente 6,5: Segna il secondo gol del campionato con un bel tiro dal limite dell’area ed è una notizia: è bravissimo a farsi trovare smarcato. Gol a parte, fa quello che può in un ruolo che non è il suo e nel quale cerca di adattarsi da qualche settimana. Soffre Kalombo nel primo tempo, lui crea qualcosa solo nel secondo tempo.

Kanoute 5,5: Fa tanto ma sbaglia tanto. Almeno non gli si può rimproverare l’impegno ma se facesse qualche doppio passo in meno e qualche dribbling in più sarebbe più utile.

(dal 35′ s.t. Santana) s.v.: Entra e dopo pochi secondi il Palermo va in vantaggio. Lui non c’entra niente con il gol ma ci piace immaginare che almeno abbia portato bene.

Floriano 7: Se non altro è il più pericoloso in fase offensiva. Dopo 28 secondi di gara sfiora il palo, sue altre due conclusioni dalla distanza. La ciliegina sulla torta è l’assist per il gol di Valente. Sembra un po’ più in fiducia e leggermente più brillante sotto il profilo atletico.

Rauti 4: Praticamente nullo. Si fa vedere per un tiro ampiamente fuori porta su schema di punizione. Ma non è una prima punta, lo sanno tutti (anche lui) e alla fine non è colpa sua se viene schierato dove non ha speranza di emergere.

(dal 18′ s.t. Saraniti) 5: Il solito dilemma: è lui che non riesce a toccare palla o è la squadra che lo mette in questa condizione? Nel dubbio gli diamo l’insufficienza con la premessa però che stavolta non ha atteggiamenti indisponenti. Ci mette quello che ha.

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